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31/12/2018

Cervelli fuori sede, futuro cercasi

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di Mariacristina Lattarulo
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Sono cervelli emigranti a bordo di un aereo. Destinazione: lì dove un’occupazione c’è. Un’Italia limite per menti dal multiforme ingegno? A quanto pare il “Bel Paese” sembra star stretto ad un numero sempre maggiore di giovani studenti. È il popolo invasore per eccellenza quello dei cervelli zelanti in fuga, alla spasmodica ma doverosa ricerca di un lavoro che non c’è, di un futuro da ritenersi fortunato se ricevi la pensione in età (oggi considerata) prematura.
Si parla di una disoccupazione giovanile pari al 32,5 %, di una meritocrazia quasi inesistente e di una invisibile gerontocrazia.
Pare siano loro i “genitori” di quello che chiamiamo “brain drain”, fenomeno insistente, ormai all’ordine del giorno. Dati statistici affermano che il numero delle matricole universitarie è aumentato del 2,4% rispetto alla precedente stagione. Tuttavia, un esercizio, quello universitario, che resta pura teoria. Un’ Italia intelligente che non si applica.
È l’esodo delle menti dai grandi talenti, è la perdita costante di un patrimonio giovanile in fuga, lo spaccato di una società anziana, dove i giovani sono soltanto giovani. Una generazione sottovaluta perché ritenuta ingenua, o probabile egocentrismo delle figure al potere nel cedere un futuro meritevole ad una generazione altrettanto tale? Un cervello oratore in fuga direbbe così: “Io sono un pittore e dipingo soltanto l’amore che vedo e alla società non chiedo che la mia libertà” (The Bachelors).
E il pittore che lo dipingeva, in un Paese ideale, sognatore, ma fondamentalmente giovane, pare che oggi giorno sia suo malgrado destinato a dipingere una società di cervelli sempre meno “choosy”.  Siamo cittadini di un sistema marcio al quale ci tocca doverosamente appartenere, dove non è concesso compiacersi di un futuro colmo di passioni e dove l’indifferenza asseconda, genera muri. La politica dell’invito alla resa, al farsi bastare “quello che passa il convento” limita gli orizzonti a cui sempre sono seguiti tramonti che per perfezione cosmica e cicli di bellezza non hanno mai smesso di rinnovarsi e regalarsi una sfumatura in più. Abbracciando questa metafora ed abbandonando qualsivoglia traccia di rassegnazione sociale, la verità è che essere “choosy” oggi giorno, è l’ossimorico diritto/lusso, uno dei pochi ancora in circolo. Non sarà che volete tagliarci anche questo?!

Immagini tratte da:
pixabay

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