Consegnata la lettera di notifica dell'articolo 50 del trattato di Lisbona che dà il via all'operazione Brexit. Intanto la Scozia vuole un nuovo referendum per staccarsi dalla Corona.
Ci sono voluti ben 9 mesi, ma alla fine Brexit sarà. Dopo tutto questo tempo qualcuno aveva sperato in possibili ripensamenti dell'ultima ora, dato che il parlamento avrebbe dovuto approvare quanto il referendum dello scorso giugno aveva sancito. In effetti, nel corso di questi mesi, diverse sono state le manifestazioni, i dibattiti e i talk show in Inghilterra (e non solo) che contestavano la decisione popolare, evidenziandone rischi e difetti per il popolo anglosassone, ma non hanno prodotto gli effetti sperati. Mercoledì 29 marzo, l'ambasciatore britannico all'UE, Tim Barrow, all'indomani dell'approvazione referendaria del parlamento, ha presentato la lettera di notifica al presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, così come previsto dal trattato di Lisbona. La lettera, firmata dal premier Theresa May, ha dato il via all'iter burocratico che sancirà l'uscita definitiva della Gran Bretagna dall'UE tra due anni.
Dopo i grandi dibattiti in seguito al risultato del referendum, altri se ne sono aggiunti dopo la consegna della lettera. Com'era prevedibile, diverse sono stati le reazioni. Theresa May ha parlato di scelta storica, dichiarando di aver voluto credere nel suo popolo e sostenendo che i giorni migliori per la Gran Bretagna arriveranno dopo la Brexit. Di orientamento completamente opposto le dichiarazioni dei più importanti capi di stato che fanno parte dell’UE (almeno per il momento). La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato come sperasse che questo giorno non arrivasse mai; il Presidente francese Hollande ha previsto giorni difficili per la Gran Bretagna dopo l'uscita dall' UE e il premier italiano Gentiloni ha auspicato che questo shock rappresenti un'opportunità di rilancio e risveglio per l'Europa. Non poteva poi mancare la reazione di Bruxelles che, a dirla tutta, è stata meno diplomatica rispetto a quella dei suoi partners. Infatti, il presidente della commissione europea Jean Claud Juncker, ha predetto che un giorno i britannici rimpiangeranno la loro scelta perché, a parer suo, l'unione è il miglior posto dove stare nel mondo. Ancora più duro è stato il commento del presidente del consiglio Tusk che non solo ha ribadito che a perderci saranno i britannici, ma ha sottolineato come non ci saranno negoziazioni di nessun genere. L'uscita della Gran Bretagna sarà totale, neanche la sicurezza sarà moneta di scambio e, soprattutto, dovrà rispettare gli impegni finanziari presi fino a oggi con tutti i 27 paesi dell'UE. Il premier May sembra aver percepito una certa ostilità di Bruxelles da parte dell'ex partner e ha anche ribadito che la Gran Bretagna non farà parte del mercato comune perché con il referendum sulla Brexit il regno si è riaggiudicato il pieno controllo sui confini e la piena sovranità. Intanto è proprio su queste ultime tematiche che la Scozia, per voce del suo premier Nicola Sturgeon, è tornata a richiedere a gran voce e ufficialmente un nuovo referendum per l'indipendenza dalla Corona britannica. Ricorderete che nel 2014 ci fu già un referendum in Scozia dove si votò per la permanenza, ma oggi, dopo la Brexit, le condizioni sono cambiate per il premier scozzese. In effetti nella regione scozzese il no alla Brexit fu piuttosto netto e ora, in nome di quella piena sovranità che ha portato la Gran Bretagna all'uscita dall'UE, la Scozia pretende di avere la stessa opportunità.
Questa ondata scozzese di europeismo è comunque in netto contrasto con quello che succede in tutta Europa. Se da una parte in Olanda la vittoria del liberale europeista Rutte nei confronti del populista e antieuropeista Wilders ha dato ossigeno all'UE, dall'altra i prossimi appuntamenti elettorali rischiano di minare seriamente la credibilità della stessa. Le elezioni, prima in Francia poi in Germania e, chissà, magari anche in Italia, ci diranno molto sull'effetto che la Brexit ha avuto sull'intera Europa.
Immagini tratte da: -http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/2017/03/28/brexit-may-e-un-momento-storico.-scozia-chiede-referendum-bis-su-indipendenza_5bf3663a-e90d-4c6b-85f5-b29f68604629.html -http://www.repubblica.it/esteri/2017/03/31/news/brexit_tusk_sicurezza_non_sara_moneta_di_scambio_-161859241/
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