L’installazione di una base militare permanente in Gibuti è un fatto nuovo e significativo
Il cosiddetto “corno d’Africa” è la zona a est del continente africano con la forma di un grande corno d’animale. Comprende stati come l’Eritrea, la Somalia e l’Etiopia e fu in larga parte sotto il controllo italiano alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso. Se guardiamo una mappa della cosiddetta Africa Orientale Italiana, tuttavia, notiamo la presenza, ai tempi, di due lembi di terra in cui gli italiani non avevano alcun potere: la “Somalia francese” e la “Somalia britannica”. Lembi di terra, certamente, ma di importanza economica e strategica ben superiore a tutto il resto della regione, perché permettevano – e permettono tutt’ora – il controllo del golfo di Aden e il passaggio delle navi commerciali nelle due direzioni tra Oceano Indiano e Mar Mediterraneo. Evidentemente francesi e inglesi avevano fatto i propri calcoli, al contrario degli italiani.
Torniamo al 2017. Sono passati più di ottant’anni dalla «riapparizione dell’impero sui colli fatali di Roma», e il corno d’Africa è formalmente indipendente. Al posto della Somalia britannica c’è il cosiddetto Somaliland, stato non riconosciuto di cui parleremo in un prossimo articolo; la Somalia francese ha assunto il nome di Gibuti (o Djibouti), che riprende quello della capitale. Gibuti è uno stato povero (al 172° posto dell’ Indice di Sviluppo Umano del 2015) ma in una posizione che rimane strategica ancora oggi. Nel 2001, il Gibuti ha concesso una vecchia base militare francese, Camp Lemonnier, al governo americano, per accogliere una forza permanente che oggi prende il nome di AFRICOM (“United States Africa Command”).
Fin qui, niente di nuovo. Gli Stati Uniti hanno basi in tutto il mondo – ricordate la storia delle atomiche italiane? - ed è evidente che abbiano sfruttato la debolezza economica e strategica del Gibuti per ottenere il controllo di un’area di rilevanza strategica. La notizia è che il governo cinese ha fatto praticamente la stessa cosa, spiazzando gli americani e allarmando la comunità internazionale. A partire dalla seconda decade di luglio 2017, infatti, la Repubblica Popolare Cinese ha organizzato il trasferimento in Gibuti delle attrezzature per l’installazione della prima base militare permanente in terra africana. Proprio nello stesso stato che accoglie gli americani. I cinesi hanno dichiarato che si tratta di una scelta “a difesa dei propri interessi commerciali”, in cui dunque non ci sono volontà di espandere la propria influenza politica. Il golfo di Aden è solcato da innumerevoli navi cinesi, ed è al contempo infestato dai pirati.
Eppure, non occorre una grande conoscenza dell’economia politica per rendersi conto che questa nuova base rappresenta una svolta nella politica estera cinese. Da un lato, la già notevole penetrazione economica in terra africana si traduce per la prima volta in una presenza militare. In secondo luogo, la rincorsa agli americani non è più solo sul piano economico (la Cina è oggi la seconda economia al mondo), ma anche su quello della supremazia militare. Mentre l’Unione Europea non ha ancora capito cosa farà da grande (pur essendo già ben cresciuta), la Cina intende proporsi come superpotenza, con tanto di programma spaziale. ![]()
Prima di salutarci, torniamo a parlare di Cina per segnalare la scomparsa di Liu Xiaobo, scrittore e attivista per i diritti umani e la libertà d’espressione, noto per la partecipazione alle proteste di Piazza Tienanmen (1989) e per aver ricevuto il premio Nobel per la pace (2010). Xiaobo, 61enne, aveva un tumore al fegato in stato terminale, ma il governo cinese non aveva accolto nessuna proposta internazionale per sottoporlo a cure palliative, in quanto riteneva il trasferimento “troppo dannoso per un malato terminale”. Di fatto, lo scrittore era in carcere da anni per il reato di sovversione, in quanto sottoscrittore del manifesto “Charta ‘08” a favore della democratizzazione del sistema politico cinese.
Immagini tartte da:
Immagine di copertina tratta dal sito http://www.cbsnews.com/news/china-deploys-forces-in-djibouti-africa-opens-first-military-base-abroad/. La cartina dell’AOI è tratta da http://storicamente.org/gagliardi_colonie_italiane_africa_fascismo, mentre la mappa di Limes è sulla pagina https://chinageopolitics.wordpress.com/2017/03/14/il-ruolo-della-forze-armate-della-cina-lungo-la-via-marittima-della-seta/. La foto di Liu Xiaobo è tratta da https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/2010/xiaobo-facts.html.
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Novembre 2020
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