La bocciatura della candidatura di Roma ai giochi olimpici del 2024 inasprisce la polemica politica sull’amministrazione capitolina.
Ora è ufficiale. Roma non sarà la quarta città candidata ad ospitare il maggiore evento sportivo internazionale, ovvero le olimpiadi che si terranno nel 2024. Il tutto con buona pace del presidente del CONI Giovanni Malagò e del comitato promotore della candidatura di Roma capeggiato da Luca Cordero di Montezemolo.
Ovviamente questa decisione non ci coglie impreparati, al contrario. Da tempo conosciamo la posizione del sindaco (o forse sarebbe meglio dire del movimento di cui fa parte) in merito a questa candidatura: sin dalla campagna elettorale infatti, la Raggi si è sempre “schierata” per il no ad una candidatura che, a parer suo, sarebbe servita da pretesto per le lobby delle costruzioni e dei poteri forti. Ma allora perché tanto stupore e polemica sulla decisione annunciata? Il motivo è da ricercarsi nelle modalità che stanno alla base di questa bocciatura. Innanzitutto nella conferenza tenuta dal sindaco pentastellato, si è avuta la netta sensazione di riascoltare le stesse parole annunciate qualche giorno prima in un comizio dal capo del movimento Beppe Grillo prima, e da due esponenti del famigerato direttorio, Di Maio (il quale non molto tempo fa sosteneva la candidatura) e Di Battista, poi. Inoltre, il sindaco non si era mai esplicitamente pronunciato, nel tempo intercorso tra la sua elezione e il recente post, in merito al boicottaggio della candidatura. Il tutto dà adito alle supposizioni che vogliono un sindaco non completamente autonomo nell’amministrare.
Il sindaco, nella suddetta conferenza, ha giustificato la “sua” decisione basandosi su dei numeri rilasciati dall’università di Oxford sugli ultimi eventi olimpionici, evidenziando come le città ospitanti abbiano avuto una netta perdita di denaro che ancora oggi fa segnare rosso il loro bilancio, da Atlanta a Londra, passando per l’eclatante caso Atene.
La risposta del presidente Malagò e di chi sosteneva la candidatura non si è fatta certo attendere, evidenziando come lo studio non tenga conto delle nuove disposizioni del CIO (comitato olimpico internazionale), le quali limitano le costruzioni megalomani del passato e finanziano quasi la metà dei costi necessari per le nuove costruzioni e per i servizi. Il rifiuto della candidatura di Roma ha contribuito notevolmente ad esasperare i toni polemici sulla conduzione politica, da parte del Movimento 5 Stelle, di una grande città come la capitale. Questo sul rifiuto è solo l’ultimo attacco, in ordine cronologico, nei confronti di un sindaco che a più di tre mesi dalla sua nomina non è stato capace di creare una giunta (tra nomine bocciate dal direttorio e contraddizioni interne).
Sia ben chiaro, la Raggi ha ereditato un comune al lastrico, ma l’immobilismo di questi tre mesi, addirittura sulla composizione del suo stesso staff, contraddice totalmente quanto paventato in campagna elettorale, facendo nascere il sospetto, nei concittadini, che in realtà sia cambiato ben poco rispetto al passato. Rimanendo in tema campagna elettorale, la Raggi disse che sarebbe stata disposta a indire un referendum per coinvolgere direttamente i cittadini romani sulla candidatura (così come successo ad Amburgo con la vittoria del no), salvo adesso ripensarci e sostenere che la volontà popolare è già stata chiara con la sua elezione.
Alla bocciatura del sindaco hanno fatto seguito una serie di polemiche e danni di natura anche economica. Malagò parla di decisione ingiusta dettata da dati falsi e politiche populiste, Cordero fa riferimento al tradimento nei confronti dei cittadini romani, mentre il premier Renzi coglie la palla al balzo e accusa il movimento di non voler affrontare e risolvere i problemi. A questo si aggiunge la beffa economica. Infatti solo per presentare la candidatura sono stati stanziati 35 milioni di euro di cui 15 già spesi, e proprio questo potrebbe far aprire un contenzioso giudiziario tra CONI e comune di Roma per danno erariale. Al di là delle promesse non mantenute, che sono un classico politico a cui nemmeno i grillini si sottraggono, appaiano evidenti le difficoltà organizzative di un evento dalla portata internazionale e dalla complessità eccezionale come le olimpiadi, in una città dissestata come Roma. Detto questo si può essere o meno contrari a questa candidatura e probabilmente è meglio così, ma appare evidente che la motivazione data dal Movimento non possa essere accettata. Una cosa è sostenere l’impossibilità di sostenere una candidatura per via dei costi e degli oneri che superano di gran lunga quello che può permettersi Roma, un'altra è quella di dire che la capitale è vittima di un cancro che è meglio far finta di notare e quindi non affrontare. Questa doveva essere la sfida di un movimento pronto ad affrontare i problemi e a estirpare un male che il mondo politico classico ha contribuito ad alimentare, ovvero quello delle lobby e dei poteri forti. Quale migliore occasione per far vedere che un'altra politica è possibile, che un'altra Italia è possibile? Ma probabilmente non lo è.
Immagini tratte da
∙ http://roma.fanpage.it/roma-2024-ecco-il-logo-della-candidatura-alle-olimpiadi/ ∙http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/22/olimpiadi-roma-2024-fine-di-un-assedio-mediatico-senza-precedenti/3048062/ ∙http://sport.ilmessaggero.it/altrisport/indagine_ipsos_tre_italiani_su_quattro_favorevoli_ai_giochi_di_roma_2024-1497611.html
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Novembre 2020
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