Il clima mite e ventoso tipico di una regione che si affaccia sull’Oceano Atlantico accolgono i numerosi turisti che visitano questa zona nel Nord della Spagna, forse la più periferica tra quelle a guida autonomista viste finora. Confinati nella capitale Vigo troviamo i principali istituti e organi che vanno a comporre, dal 1978, il governo galiziano.
E’ infatti dalla riforma costituzionale del 1978 che la Galizia, questi 29.000kmq. di terra vengono riconosciuti come nazione, insieme ai Paesi Baschi e Catalunya, ed è proprio per questo che a questo pezzo di territorio, storicamente parte integrante ma sempre alla periferia, e non solo in senso strettamente geografico, del paese, vengono affidati ampi poteri autonomisti. La Galizia presenta un proprio sistema sanitario, Il Servicio Galego De Saude, gestito dal locale ministero della sanità, presenta un proprio sistema educativo, che annovera anche tre università pubbliche, le quali sono gestite da uno specifico ministero locale.
A partire dall’istituzione della Comunità Galiziana nel 1978, forte è stata la ripresa della lingua locale, il galego, anche se molto notevole è l’utilizzo, non solo nelle scuole (dove comunque si tengono corsi in galiziano), ma anche nella vita privata dello spagnolo comune.
Altro fattore che ha facilitato la spinta autonomistica galiziana contro il potere centrale di Madrid è sicuramente l’ambito dell’informazione e dei media. Nel 1985 infatti è stata fondata la Television De Galicia, TVG, la quale svolge grazie alla sua programmazione un ampio servizio informativo a livello locale. Gli elementi sopraelencati capiamo benissimo che sono apertamente in continuità con quanto osservato in tutte le altre regioni autonome spagnole, sia in Catalunya che nei paesi baschi, quello che però cambia in questa regione è che la necessità di autonomia e il parziale distacco dal potere centrale non hanno particolarmente inficiato su eventuali pressioni indipendentiste regionali. Notando la composizione del parlamento locale, la Xunta De Galizia, in base ai risultati delle elezioni tenutesi nell’ottobre del 2012, è evidente che il sistema partitico sia tendenzialmente in linea con quanto notiamo a livello nazionale, con il Partido Popular e il Partido Obrero Socialista De Espana, PSOE, a contrastarsi nell’ottenimento della maggioranza dei seggi. A differenza delle altre nazioni spagnole, che vedono partiti “locali”, detenere il potere nella regione, nel caso galiziano il primo partito prettamente autonomista si colloca terzo nei risultati elettorali. Parliamo in questo caso dell’Aternativa Galega De Esquerda, mentre il Bloque Nacionalista Galego è finito addirittura quarto.
Andando ad analizzare la debolezza del movimento indipendentista galiziano, non possiamo esimerci dal considerare la relativa debolezza economica della regione.
Mentre nel caso basco e catalano, la ricchezza a livello locale, in termini di investimenti, industria e fiscalità, superava nettamente quella del resto del paese, mettendoli in una posizione di primo piano, nel caso galiziano un’economia tipicamente basata sulla pesca e sulla manifattura, settori sicuramente non di traino nell’economia del XXI secolo, hanno determinato la necessità da parte della popolazione locale di non distaccarsi eccessivamente e bruscamente dal governo di Madrid, visto tendenzialmente come una sorta di porto sicuro. Nel complesso, la situazione galiziana è piuttosto tranquilla in termini politici, e non sono da considerarsi strappi o colpi di mano, tali da minacciare l’unità dello stato spagnolo, non solo nei prossimi anni, ma probabilmente nemmeno nei prossimi decenni.
Immagini tratte da:
http://esta-pasando.com/wp-content/uploads/Bandera-de-Galicia.jpg http://www.dmc-rtaspain.com/wp-content/uploads/2015/08/dmc-spain-galicia.jpg http://wofspainstage.org/sites/default/files/images/6927349.jpg
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Novembre 2020
Categorie |