Alle ore 8:20 di venerdì 15 settembre un’esplosione ha colpito la stazione della metropolitana di Parson Green. Ventinove i feriti, nessuno in pericolo di vita. Identificato un sospetto.
Londra rivive la paura di un attentato terroristico, il quinto da inizio anno. Venerdì 15 settembre, alle ore 8:20 locali, un’esplosione ha colpito la stazione della metropolitana di Parson Green, vicino a Fulham, zona ovest della città.
Secondo gli accertamenti da parte dell’antiterrorismo britannico, si tratta di un ordigno artigianale, costruito in casa e attivato a distanza attraverso un timer e risulta, inoltre, che sia esploso solo in parte, evitando così la tragedia. Ventinove è il numero dei feriti, nessuno in pericolo di vita. Alcuni di questi sarebbero rimasti lesi a causa delle furia della folla terrorizzata che ha cominciato a “correre per la loro vita”, come viene citato in uno dei tweet simbolo della giornata di ieri. Bisogna tener conto anche del fatto che la deflagrazione è avvenuta nell’ora di punta, quando il treno (con una capienza di più di 800 persone) era affollato da pendolari e bambini che si stavano recando a scuola.
È stato chiaro sin dal primo momento che si trattasse di un attentato terroristico, viste le dinamiche con cui è avvenuta l’esplosione. Ciò nonostante Scotland Yard, alle 8:51 (ora locale), ha voluto precisare attraverso un tweet: “Siamo a conoscenza di quanto si scrive sui social media a proposito di Parson Grenn. Diffonderemo una nota appena possibile. Le nostre informazioni devono essere precise”. La conferma è poi arrivata nella serata, quando Isis ha rivendicato il gesto attraverso un comunicato diffuso su Amaq, l’agenzia di propaganda dello Stato islamico.
La polizia londinese avrebbe identificato un sospetto, grazie all’ausilio delle numerose telecamere a circuito chiuso presenti nella stazione. Anche se al momento non è stato annunciato nessun arresto né tanto meno nessun nominativo, il sindaco di Londra Sadiq Khan ha annunciato che è già in corso la “caccia all’uomo”, senza specificare, per ragioni di sicurezza, se si tratti di una o più persone. Il governo di Londra ha da subito elevato il livello di allerta da grave a critico, a indicare la possibilità che vi sia “un attacco imminente”. Numerose le forze di sicurezza scese in campo sin dalla mattina di ieri.
È arrivata da tutto il mondo la vicinanza ai feriti dell’attentato terroristico e a tutti i londinesi in generale, costretti a vivere in uno stato di costante paura.
La premier britannica Theresa May, oltre a esprimere solidarietà ai feriti, ha lodato la bravura e la velocità di reazione delle forze di sicurezza e ha convocato, per le ore 11 della stessa mattina, una riunione d'emergenza del Cobra, il comitato di crisi del governo. Oltre alle varie forme di sostegno non sono mancate anche le tante critiche e polemiche che si vengono solitamente a creare in queste occasioni. Prima tra tutte è stata la voce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che su Twitter ha accusato l'intelligence britannica: "Un altro attacco, a Londra, di un terrorista sbandato. Queste sono persone malate e dementi già nel mirino di Scotland Yard. Bisogna stare sull'attenti". Pronta la risposta della premier May: “Fare speculazioni non aiuta nessuno”. Anche in questo caso i londinesi hanno tenuto un comportamento esemplare dimostrando che nemmeno attacchi di questo tipo li spingeranno a rinunciare alle loro vite. Certo, la paura è tanta, molti hanno rivissuto lo stesso terrore del 7 luglio del 2005, quando l’intero sistema di trasporti pubblici londinesi fu duramente colpito, causando 52 vittime. E sono proprio le parole del sindaco Sadiq Kahn che mostrano nella loro completezza lo spirito combattivo dei londinesi: “Come Londra ha dimostrato più volte, non saremo mai intimiditi o sconfitti dal terrorismo”.
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Novembre 2020
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