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26/11/2017

Quel che resta di Srebrenica

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Il 22 novembre il Tribunale penale internazionale per l’Ex-Jugoslavia ha condannato Ratko Mladic per genocidio e crimini contro l’umanità. Un passo avanti è stato fatto
Di Vanessa Gloria
La mattina del 12 luglio 1995 il generale serbo Ratko Mladic rassicurava la gente di Srebrenica, con parole che non lasciavano presagire quello che invece sarebbe accaduto poco dopo: tutte le persone di sesso maschile dai 12 ai 77 anni separate dalle donne, dai bambini, dagli anziani. Dicevano che li avrebbero giusto interrogati; invece vennero tutti uccisi, per poi essere abbandonati nell’oblio delle fosse comuni. Tutto difronte all’immobilità e alla confusione dei caschi blu olandesi e della comunità internazionale.                                                                                                           
Sino a quel momento di vite umane nella guerra serbo-bosniaca ne erano state spezzate già tantissime, ma Srebrenica era una città strategica. I territori a maggioranza serba erano costellati da comunità musulmane e l’obiettivo finale era una capillare pulizia etnica di queste minoranze.  Ultimo ostacolo alla realizzazione del sanguinoso progetto erano Srebrenica e i paesi della Valle della Drina. Così pulizia fu fatta.
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Sono ancora tante le domande senza risposta ripetute per più di venticinque anni, numerose le incongruenze. È impossibile però negare che il massacro di Srebrenica sia stato il più cruento della storia d’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
​Finalmente, il 22 novembre scorso, il Tribunale penale internazionale per i crimini nella Ex-Jugoslavia in Olanda ha posto una pietra miliare lungo il cammino dei Balcani e dell’integrazione europea nel suo complesso: Ratko Mladic è stato condannato all’ergastolo per genocidio e per aver perpetrato crimini contro l’umanità. Il percorso è stato lungo, la sentenza del 22 novembre probabilmente è stata l’ultima per il Tribunale con sede all’Aja che dovrebbe cessare definitivamente di operare; e, ancora oggi, all’esultanza per la condanna da parte dell’associazione delle madri di Srebrenica fanno seguito le reazioni contrastanti in Bosnia – Erzegovina di chi appartiene ad etnie differenti. Tanto che alcuni manifestanti, marciando per le strade di Sarajevo, sostenevano ancora il proprio “eroe” Mladic.                                                  
Quello che resta è che la condanna pronunciata non solo risponde a un’esigenza di giustizia nel territorio dei Balcani, ma mette un punto certo in Europa. È una riaffermazione di valori condivisi che vanno dal rispetto della dignità umana allo stato di diritto, dalla lotta a qualsiasi forma di discriminazione e violenza ai principi democratici, valori a fondamento del modello europeo. Modello che di certo non ha mancato di vacillare negli ultimi tempi.
La condanna di Mladic non è solo una svolta nella storia dei Balcani ma, riecheggiando al di fuori delle mura della Tribunale, dei confini di quei paesi colpiti negli anni Novanta, e di cui ancora adesso sono visibili le ferite, è una dichiarazione di giustizia che in anni pieni di fragilità, smarrimento e perdita di fiducia nei confronti del mondo internazionale, delle Istituzioni, viene proprio da un Tribunale internazionale.
Una sentenza che dovrebbe ricordare che il passato non è poi così passato, che ancora brucia e segna il presente di un’Europa preoccupata dai nazionalismi, e dalle divisioni. Una decisione che, pur non potendo lavare colpe e coscienze per fatti avvenuti a due passi dai nostri confini, dovrebbe servire per ricordare all’opinione internazionale che, piuttosto che agire solo di forza, bisognerebbe agire anche di giustizia.
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​Fonti:
http://www.lastampa.it/2017/11/23/cultura/opinioni/editoriali/i-valori-delleuropa-nella-forza-del-diritto-38haA31tsMrDcgot26SfYJ/pagina.html
http://www.huffingtonpost.it/marco-perduca/mladic-non-e-lultimo-criminale-la-giustizia-internazionale-resta-un-grosso-problema-politico_a_23286515/?utm_hp_ref=it-homepage
http://www.ilpost.it/2015/07/11/massacro-srebrenica/
Immagini:
https://plaggastory.files.wordpress.com/2015/11/mappa.gif
http://www.lastampa.it/rf/image_lowres/Pub/p4/2017/09/08/Esteri/Foto/RitagliWeb/AP_691027165984-kr0G-U1101612311604-1024x576%40LaStampa.it.jpg

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