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Il cinema Arsenale di Pisa ha partecipato lo scorso martedì 7 marzo a un evento in collaborazione con MovieDay e l’Associazione pisana Naturalmente Crescendo.
Per l’occasione è stato trasmesso il documentario Figli della libertà, realizzato da Lucio Basadonne. Una regia leggera ci accompagna in quella che è la vita di Lucio, della moglie Anna, ma soprattutto in quella della loro figlia Gaia. Sì, perché Gaia non va a scuola, non a una scuola classica, paritaria almeno, ma a una scuola libertaria. Cosa significa? Si tratta di un modo diverso di fare scuola, dove non ci sono compiti, voti e punizioni, ma dove i bambini possono esercitare la loro libertà guidati da degli educatori. Possono scegliere cosa imparare e come farlo, gestendo il loro tempo. Gaia ha partecipato con i genitori al primo documentario del padre, Unlearning, anche questo basato su una loro esperienza personale. Per sei mesi, infatti, hanno girato l’Europa senza soldi, utilizzando come forma di scambio quella più antica: il baratto. Questo viaggio è partito dal desiderio di rispondere a una domanda: cosa succederebbe se provassimo a disimparare, appunto “unlearning”, le cose che fanno parte della nostra routine e iniziassimo a vivere e ragionare in un modo diverso? Questa esperienza li ha portati a scoprire nuovi progetti di ecologia sostenibile, ma anche diversi metodi educativi. Di ritorno dal viaggio, Gaia ha frequentato per un anno la scuola pubblica, per poi scegliere di abbandonarla, preferendo studiare come facevano i bambini incontrati durante il viaggio. Già dai primi fotogrammi in cui appare, Gaia ci fa sapere di essere molto felice di aver lasciato la scuola tradizionale in favore della nuova “scuolina”. Ma se la bambina è serena e spensierata, i dubbi dei genitori non mancano: si impara davvero fuori dagli schemi della scuola tradizionale? La bambina faticherà a inserirsi nella società? Verrà vista come un outsider? E quindi, chi cresce libero diventerà comunque schiavo? Tra queste perplessità decidono perciò di partire, alla ricerca di genitori che hanno fatto la loro stessa scelta, persone che sono cresciute senza mai mettere piede in una scuola ed esperti che credono in questo tipo di istruzione. Si imbattono così in altre comunità di educazione alternativa (non solo in Italia, ma anche in Inghilterra dove visitano la Summerhill School), in genitori che seguono un homeschooling duro e puro, facendosi carico dell’istruzione dei figli; anche in questo caso c’è chi ricorre a testi scolastici, chi invece preferisce evitarli. Anna e Lucio incontrano e si confrontano con varie persone: all’inizio del film il regista e scrittore Silvano Agosti incoraggia Lucio a portare avanti la scelta di non mandare a scuola la figlia, mentre in seguito trovano conferma alle loro idee nelle parole di Paolo Mottana (professore di Filosofia dell’educazione della Bicocca di Milano), Daniele Novara (pedagogista), Paolo Sarti (pediatra), André Stern (compositore e musicista mai andato a scuola, figlio dell’educatore Arno Stern).
Alcuni scatti della serata al cinema Arsenale di Pisa
Senza mettere in dubbio l’importanza che pone il documentario a quella che è una fase cruciale della formazione di ogni persona, ovvero l’infanzia, forse potremmo porre come appunto il fatto che sullo schermo sono poche le figure che si schierano “contro” questo metodo di educazione alternativa. Ci sono sì la figura della nonna paterna e anche quella della preside della prima scuola pubblica frequentata da Gaia, ma lo spessore dei loro interventi è marginale per importanza e motivazioni. Inoltre, si pone l’accento sulla differenza generazionale: la nonna, anziana, legata agli schemi “classici”; il regista, giovane e indipendente, che invece vuole sconvolgerli. In altre parole il film aiuta a far conoscere un metodo alternativo, senza dubbio poco noto in Italia, ma non per questo da demonizzare totalmente; però non mette abbastanza a confronto i due tipi di educazione, non permettendo così allo spettatore di avere una visione d’insieme.
In ogni caso è comunque coraggioso il proposito del film di Basadonne, il quale aveva già affermato di non voler portare in scena una verità assoluta, bensì “mostrare un altro immaginario di scuola”. Molte le domande che questo documentario muove, anche se forse alcune non troveranno mai una risposta univoca. Per esempio, è giusto ricercare la nostra libertà al di fuori, nella società? È giusto sobbarcare di questo impegno solo la scuola? Probabilmente, in accordo con quanto detto durante il dibattito dalla dott.ssa Ornella Piccini, la libertà va cercata soprattutto dentro di noi, educando alla democrazia e al rispetto degli altri. Link per approfondire: https://figlidellaliberta.starteed.com/it/partecipa Foto tratte da: - https://figlidellaliberta.starteed.com/it/partecipa - Foto dell’autore
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Giugno 2023
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