Con grande piacere abbiamo assistito quest’anno a una rinascita del cinema italiano e oltre ai meravigliosi ‘’Lo chiamavano Jeeg Robot’’ e ‘’Veloce come il vento’’ è doveroso segnalarvi la pellicola dell’interessante regista Claudio Giovannesi ovvero: ‘’Fiore’’. Il film è ambientato nel carcere minorile di Casal del Marmo a Roma, la struttura è divisa in due enormi ale, una ospita i ragazzi e l’altra le ragazze. Nella struttura femminile è detenuta la giovane Daphne, ragazza dall’indole ribelle con una famiglia assente alle spalle che nonostante viva una quotidianità dura e feroce possiede un’anima dolce e gentile, capace di profonda compassione e di quella solidarietà umana che nei suoi confronti è quasi sempre mancata. Proprio tra le fredde mura del carcere Daphne riconosce la sua ‘’anima gemella’’, il giovane Josh, detenuto nell’area maschile.
Tra i due inizia una relazione difficile data l’impossibilità di incontrarsi ma la voglia di abbattere quelle barriere che li dividono è forte in entrambi i protagonisti e tra lettere clandestine , fugaci sguardi da dietro le sbarre e dolci e furtive conversazioni i due impareranno a conoscersi e chissà a sperare in un futuro migliore da poter condividere. Il film è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs dell’ultima edizione del Festival di Cannes ed è stato accolto con grande successo da parte della critica e dello stesso pubblico. Subito saltano agli occhi le ottime interpretazioni dei due giovani protagonisti, incredibile ma vero non attori professionisti: Daphne Scoccia e Josciua Algeri. La prima afferma il regista è stata scoperta in una trattoria di Roma mentre serviva ai tavoli, mentre Algeri è stato ‘’scovato’’ durante delle interpretazioni teatrali organizzate nel carcere di Beccaria a Milano. Ai giovani attori sono stati affiancati veterani del calibro di Valerio Mastandrea, che interpreta il papà della ragazza e regala allo spettatore un’interpretazione vera e convincente, forse una delle più memorabili dell’attore romano.
Il regista conduce molto bene la regia e torna a raccontare ‘’gli ultimi’’ dopo lo struggente ‘’ Alì ha gli occhi azzurri’’. Stavolta e lo si nota subito dalla sceneggiatura, non si lascia coinvolgere dalla retorica e dal buonismo ma si concentra attentamente sui giovani innamorati e fornisce allo spettatore una visione fresca e mai banale. Vuole raccontarci un rapporto vero e sincero, per questo si serve di due interpreti non ancora ‘’contaminati’’ dalle severe leggi cinematografiche e lo fa in luogo molto particolare, quello del carcere, che non è inteso solo come privazione della libertà ma anche di mancanza d’amore. Quell’amore appunto che disperatamente cerca la nostra Daphne, sfidando ogni barriera e ogni tipo di legge.
Unico punto debole della pellicola di Giovannesi è la trama, già vista purtroppo molto spesso nel mondo della settima arte. Nonstante qualche piccola imperfezione vi invitiamo a vedere il film, che colpisce dritto all’anima, strappandoti più di qualche lacrima. Inoltre in questo caso il cinema assume dei contorni educativi facendoci entrare nel mondo delle carceri minorili, esperienza molto forte come lo stesso regista ammette e che fa subito riflettere sulle condizioni di questi ragazzi. Minori che vengono trattati come adulti, a cui viene tolto tutto come nei carceri dei grandi, l’unica differenza è che i poliziotti non indossano le divise.
Visto la non ‘’sempre soddisfacente’’ programmazione estiva IlTermopolio vi consiglia di approfittare delle vacanze per vedere piccoli capolavori italiani come questo, il nostro cinema sta risorgendo e ora più che mai ha bisogno del nostro grande supporto. Vi auguriamo un buon proseguimento e una buona estate, a presto da tutta la redazione.
Immagini tratte da:
Locandina: www.Movieplayer.it Immagine 1: www.quinlan.it Immagine 2: www.ilmessaggero.it Immagine 3: www.funweek.it Immagine 4: www.corriere.it
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Marzo 2023
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