Tanto per cominciare, dovremmo rispondere ad una sola domanda: quante volte abbiamo ascoltato musica a occhi chiusi? Ci sarà capitato milioni di volte, e sotto le nostre palpebre abbiamo immaginato praticamente di tutto, dalle più belle storie d’amore, alle guerre più feroci, corse, terribili drammi e, ammettiamolo, almeno un’ apocalisse. In sostanza abbiamo girato dei film. Ebbene sì, siamo riusciti ad essere almeno una volta degli ottimi registi di un film tutto nostro, solo grazie a un ingrediente esterno: la musica. O meglio, la colonna sonora del nostro capolavoro immaginario. Quando all’inizio del secolo scorso, all’epoca del muto, il cinema non possedeva ancora il sonoro, si assisteva a una proiezione di immagini in sequenza (fotogrammi) di attori che si muovevano ma non parlavano, di porte che sbattevano ma non emettevano rumori, di treni che passavano senza che le locomotive stridessero sui binari. Insomma sembrava di esser diventati sordi, o di vivere in una campana. Se non fosse che tutto ciò era accompagnato da un’orchestra dal vivo che accompagnasse, appunto, la proiezione di quelle ‘pellicole’ in enormi e nuove immagini in movimento, cercandone attinenza sentimentale, spesso con scarsi risultati. Era il 1927, con Il suonatore di Jazz, quando per la prima volta fu battezzato il sonoro nei film, l’orchestra non comparve più e la musica era inserita (anche se solo parzialmente) direttamente all’interno del film. Nacque così, la prima Colonna Sonora, una composizione di uno o più brani solitamente orchestrali che accompagnano talune scene di un film per arricchirne il contenuto ed enfatizzarne il messaggio. La colonna sonora, chiamata così perché il suono veniva registrato sulla pellicola in senso longitudinale, segnò un vero e proprio salto di qualità per quella che stava diventando ormai una vera e propria industria. Gli spettatori iniziarono ad essere ancora più affascinati da quel mondo lontano che fino ad allora avevano potuto vedere ma non ascoltare, e mai assaporare pienamente in tutta la sua magia. Si ascoltava la voce degli attori, ci si spaventava a un grido improvviso, si rideva allo humor di una battuta… ma sopratutto ci si sentiva immersi completamente in una storia che veniva deliziata dalle note di un violino straziante, o da quelle allegre di un pianoforte ,proprio perché l’orecchio che ascoltava la musica di un film iniziò ad avere un potere di “intuito della scena e sintesi dei sentimenti” molto rapido. La colonna sonora (semplicemente soundtrack in inglese) iniziò a divenire così vera protagonista nel gioco di regia, e con il consolidamento del cinema divenne urgente cercare “addetti ai lavori”, quindi musicisti e/o direttori di orchestra che dedicassero tutta una loro opera al completamento di un film, tanto che nei decenni si sono creati sodalizi celebri tra registi e compositori: Nino Rota per Federico Fellini, Danny Elfman per Tim Burton, John Williams per Steven Spielberg e George Lucas, Nicola Piovani per Roberto Benigni, Angelo Badalamenti per David Lynch e ovviamente per Sergio Leone e Giuseppe Tornatore il grande Ennio Morricone (da poco celebrato con il secondo premio Oscar, dopo quello alla carriera). Grandi opere d’arte nate in questo modo ci hanno permesso di vivere un sogno, catapultandoci a suon di pistole con Clint Eastwood nel lontano west, nei vivaci ’60 con Audrey Hepburn e la sua ‘Colazione da Tiffany’ sulla delicata ‘Moon River’ di Henry Mancini, nella storica Roma di Hans Zimmer in ‘Il Gladiatore’, nel ‘Favoloso mondo di Amèlie’ di Yann Tiersen, sul ring con Bill Conti in ‘Rocky’, e infiniti altri universi che in molti casi hanno fatto di queste sinfonie alcuni veri trionfi nel mercato della musica mondiale, nonostante per alcuni studiosi, quando una musica ‘rimane’ o la canticchiamo uscendo dal cinema, ha svolto solo superficialmente il suo compito poiché non è stata in grado di cucirsi con la trama, quindi non è stata assorbita sufficientemente dal nostro cervello. Tanto che, controtendenza, c’è chi preferisce non utilizzarne. In qualunque caso, eccellenze straordinarie di questo tipo create per il cinema, rimangono e rimarranno probabilmente il veicolo principale per le nostre emozioni in quella sala con poltrone rosse e pop corn, consentendoci di sognare a orecchie drizzate il nostro personalissimo film a occhi chiusi!
Immagini tratte da: Immagine1: http://www.viverejesi.it/upload/2016_04/329598_orchestracinemamutoCopia.jpg Immagine 2: http://biografieonline.it/img/bio/Ennio_Morricone_1.jpg
2 Commenti
leonarda
22/5/2016 19:18:31
Bellissimo ,ragazzi continate così
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Pierfrancesco
25/5/2016 20:54:23
Grazie Grazie e Grazie!
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