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25/12/2016

Ritals e intervista a Svevo Moltrasio

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di Maria Luisa Terrizzi
Ritals
Con Federico Iarlori e Svevo Moltrasio
Scritto, diretto e montato da Svevo Moltrasio
Fotografia e grafica Cristian Zanin
Musica Luca Gaigher


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Ritals è un termine dell’argot francese che si riferisce, in modo dispregiativo, ai rifugiati italiani in Francia dopo la seconda guerra mondiale. Ed è anche il nome dell’entusiasmante webserie su Youtube per la regia di Svevo Moltrasio, che ha come protagonisti lo stesso Svevo insieme a Federico Iarlori. Ritals si compone di due stagioni, della seconda serie disponiamo al momento dei primi tre websodi (La rentrée, La cucina, Il cinema).
Una realtà, quella francese, efficiente e funzionale, filtrata dalla sensibilità di due italiani all’estero. Entrambi vivono a Parigi. Federico, abruzzese, colto e aperto al cambiamento; Svevo, romano, emblema dell’italiano medio. Dalla faciloneria al provincialismo, dal tradizionalismo all’approssimazione, dal maschilismo all’essere mammoni: un mix di tratti stereotipati che, conditi dalla parlata romanesca e dall’onnipresente chewing-gum ruminato da Svevo, contrasta con la raffinatezza, l’eleganza e la ricercatezza di Federico. Un effetto chiaroscurale particolarmente riuscito per la coppia in cui le risate non possono che essere garantite!


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Non solo stereotipi e difettucci nostrani, ma anche tanta nostalgia di casa. La lente di ingrandimento sulla realtà francese e sulla percezione che di essa hanno i due italiani mette in luce che a Parigi tutto funziona a meraviglia. Eppure, sembra mancare tutto. Dove sono il sole, il mare, il clima mite, il buon cibo? E soprattutto dov’è il bidet!? Un confronto che innesca una forma di nostalgico campanilismo lontano dalla propria terra. Complice la difficoltà di inserirsi nel nuovo tessuto sociale, unito alla disattesa speranza di lavorare oltralpe, ci si rifugia nella sicurezza di un’overdose di stracchino per combattere gli attacchi di “panichite” (You Tube, Ritals S01-ep. 19) e la nostalgia di ciò che, trasfigurato dal ricordo, appare nella lontananza così irrinunciabile.
L’ironia, la comicità e la leggerezza dei websodi tratteggiano il volto dell’italianità a livello individuale, aprendo alla possibilità di riflettere sulla prospettiva più ampia della socialità italiana, in cui i tratti deteriori del singolo si ripercuotono inevitabilmente su scala macroscopica (traffico, mafia, mancanza di lavoro, solo per citare alcuni dei problemi classicamente italiani). Vivere all’estero diventa l’occasione per guardare se stessi, attraverso il confronto con il diverso (in senso socio-culturale innanzitutto). Una webserie in cui si ride tanto ma che, dietro la patina del luogo comune e dello stereotipo sa fare anche pensare, sempre mantenendo ritmo, brio e frizzantezza che ne fanno - oltre che la Best Italian Series 2016 premiata al Sicily Web Festival di Taormina - una serie amata e seguitissima sul web. 
Abbiamo rivolto alcune domande a Svevo Moltrasio, autore e attore di Ritals.

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1) Come nasce l’idea di descrivere le avventure di due giovani italiani a Parigi?
Da un lato nasce dal desiderio di passare del tempo con gli amici e realizzare qualcosa insieme. A Parigi bisogna darsi dei ritmi e degli impegni precisi altrimenti si finisce per trascurare anche le amicizie. Soprattutto all'inizio ci divertiva molto ritrovarci per girare questi video. Inoltre, conoscendo sempre più a fondo la realtà francese e degli italiani all'estero, ho sentito l'esigenza di raccontare il mio punto di vista, scegliendo un taglio comico ma il più possibile fedele alla realtà, anche quella più stereotipata.
 
2) Per un Italiano all’estero è impensabile non provare nostalgia per il proprio Paese di origine. Cos’è che invece non ti manca per nulla dell’Italia?
In realtà non so se è impensabile in assoluto. Conosco italiani che non hanno nostalgia del proprio paese. Pochi, una minoranza. Va detto poi sono sensazioni che cambiano molto in base agli anni, ai periodi che si attraversano. Una cosa che proprio non mi manca dell'Italia, di Roma in particolare, sarò banale ma sicuramente i trasporti pubblici. Inoltre direi una certa chiusura mentale, un provincialismo, legato al fatto che l'Italia è stata tagliata fuori dallo sviluppo economico e sociale degli ultimi decenni. Questo però per certi aspetti è anche uno dei suoi punti forti.
 
3) Immagina di poter attribuire ad un francese una caratteristica italiana e ad un italiano una caratteristica francese. Quali tratti sceglieresti?
 
Essendo italiano, inevitabilmente avrei molte caratteristiche nostre che regalerei volentieri ai francesi. Se ne dovessi scegliere per forza una sola, forse direi la nostra ironia e autoironia. Agli italiani invece, dai francesi, consiglierei di prendere una certa propensione ad interessarsi alle cose con un punto di vista meno limitato e autoreferenziale. 
 
4) Parlaci un po’ di te. Cosa facevi prima di diventare Svevo dei Ritals?
Ero già Svevo, lo sono tutt'ora d'altronde. In Italia ho sempre lavorato in ambito cinematografico, ho girato molti cortometraggi da regista che hanno poco a che fare con i toni di Ritals. Spesso drammatici o piuttosto intellettuali, per non dire "pipparoli" (me lo sono sentito ripetere spesso durante la mia carriera). Poi venendo a Parigi, nel 2009, ho piano piano chiuso con questo mondo e mi sono rimesso completamente in questione. Ho fatto lavoretti di tutti i tipi (compreso il call center dove ho incontrato Federico) e, quasi casualmente, mi sono ritrovato di nuovo nello stesso ambito.
 
5) Ti senti più a tuo agio in veste di regista, di attore o in entrambi?
Mi sento più a mio agio in vesti di sceneggiatore e montatore. Non amo particolarmente il set soprattutto nelle condizioni attuali in cui lavoriamo per Ritals. Nel senso che vado ben oltre la regia, faccio anche la pre-produzione, l'organizzazione ecc. Mi occupo di trovare gli attori, le location, faccio i piani di lavorazione, tengo tutti i contatti, insomma un lavoro che di solito è distribuito, anche nelle produzioni più amatoriali, su 3 o 5 persone minimo. Per ora viste le disponibilità economiche e di tempo, siamo costretti a lavorare così.

6) Cosa vuol dire per te essere italiano? E soprattutto, ora che vivi a Parigi, dove ti senti a casa?
Esser italiano vuol dire esser nato in Italia, il paese con il patrimonio storico e culturale più duraturo e ricco nel mondo, paragonabile forse solo alla Cina, l'Iran e la Turchia. Sentirsi a casa può voler dire cose diverse. Sul piano materiale, casa mia è il mio appartamento a Parigi. Però come esco per la strada, incrocio la gente, i boulevards parigini, i palazzi grigi come il cielo, non mi sento per niente a casa. Quando invece sono a Roma, mi basta vedere il sole, l'architettura e i colori dei palazzi e mi sento a casa.
 
7) Ritals è arrivata alla seconda stagione. Hai in mente di proseguire oltre? Ti piacerebbe realizzarne un film o un adattamento per la tv o trovi che ne snaturerebbero l’essenza prettamente web-seriale?
Ritals sono i due personaggi Svevo e Federico, sono i lunghi dialoghi, l'alternanza tra riferimenti più alti e colti (letterali, cinematografici o sociologici) e quelli più bassi e volgari (parolacce e rutti vari). Tutto questo è sposabile, più o meno bene, con il linguaggio web, televisivo o cinematografico. Non ho idea di quanto e come proseguirà tutto questo. Viviamo alla giornata in base anche alle proposte che ci arrivano. Siamo aperti a tutto ma possiamo anche chiudere baracca e burattini e tornare al call center.

La cucina, il secondo websodio della seconda serie:



Immagine 1: ilcapitolo.com
Immagine 2: laRepubblica.it
Immagine 3: unamilaneseaparigi.com

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Roberto
17/11/2020 21:56:56

ForzaAbruzzo

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