Perché una sezione interamente dedicata al punk al Festival del Cinema di Torino? La risposta è facile. Il prossimo 26 novembre (data in cui peraltro si chiuderà la kermesse torinese), saranno trascorsi quaranta anni dall’uscita di Anarchy in the U.K., primo singolo dei Sex Pistols, un manifesto del punk anarchico inglese. Tanti i titoli che arricchiranno lo speciale palinsesto: da The Blank Generation (1976) e Jubilee (1978), passando per Rock’n roll High School (1979) e Suburbia (1983), fino a The Decline of western civilization e Il Ritorno dei morti viventi (entrambi del 1985). Ultimo, ma non per importanza, Sid e Nancy di A. Cox, che risale al 1986. A metà strada tra leggenda e biopic, la pellicola ripercorre la storia d’amore e morte del bello e dannato Sid Vicious (Gary Oldman), una delle icone del punk inglese (nonché inventore del pogo), e della sua compagna, la groupie Nancy Spungen (Chloe Webb).
Al di là dei contenuti, in parte romanzati anche a seguito dell’aggiunta di personaggi non realmente esistiti, il film ci riporta alle atmosfere tipicamente punk: periferie povere e degradate, abbigliamento e acconciature stravaganti e anticonvenzionali, canzoni dure e dai ritmi concitati (che peraltro non appartengono ai Sex Pistols) e naturalmente, agli eccessi delle giovani generazioni in quegli anni. Americana lei, inglese lui. L’incontro avviene a Londra nel ‘77, sotto il segno dell’eroina. Sid è già il bassista dei Sex Pistols. È lui stesso ad intercettare la giovane tossica perché vuole acquistare dell’eroina. Un incontro fatale quello con Nancy che condurrà Sid in un vortice mortale di eccessi. I due si piacciono e si innamorano. Un amore tossico il loro, uniti dal bisogno di farsi, anzi di strafarsi, rigorosamente insieme. Vani sono i tentativi di allontanare Sid dalla pericolosa relazione: non basta nemmeno una tournee di un mese in America per separarli. Anche negli States, Sid continua sulla strada intrapresa a Londra, esibendosi strafatto e addirittura realizzando atti masochistici sul proprio corpo. Insanguinato e barcollante, mostra tagli sul torace che riportano il nome “Nancy”. Svenimenti sul palco, crisi di astinenza, ricoveri in clinica. Sid è un peso e la band, stanca di arginare i suoi eccessi, lo scarica. Più nessun ostacolo separa Sid dal suo amore-dipendenza. Sono anni in cui i due girano varie città, prima Parigi, li vediamo in romantiche scene, innamorati, a spasso per la città; poi New York, dove Nancy, sfruttando qualche conoscenza, riesce a far nuovamente suonare il ragazzo, procacciandogli delle serate. Ma è un flop: il pubblico non lo appezza. Tra tentativi vani di uscire dall’eroina e lo sprofondare sempre più nell’abisso della dipendenza, i due giovani perdono qualunque stimolo e qualsiasi progettualità. I giorni si trascinano stanchi e tutti uguali: senza soldi, senza cibo, senza fare l’amore, senza uscire. Senza sogni. Solo l’eroina e l’esausto degrado di due non-vite. Poi, l’estrema promessa: morire insieme. Ma Sid ci ripensa. Non vuole ancora morire. La ricostruzione romanzata di Cox, mostra quello che probabilmente è accaduto la tragica notte del 12 ottobre del 1978 nella camera d’albergo del Chelsea Hotel di New York. Un violento litigio e una coltellata all’addome di Nancy. Ha solo 20 anni quando realizza il desiderio di lasciare la sua non-vita. Sid, uscito su cauzione dal carcere, sale a bordo di un taxi in cui ad aspettarlo c’è la sua amata Nancy. Questo, l’immaginifico finale pensato da Cox che allude alla fine del ragazzo. Morirà il 2 febbraio del 1978, a soli 22 anni, ucciso dalla droga e dall’amore. Più interessato alla storia d’amore che a delineare un quadro ideologico della controcultura, Sid e Nancy è un film senza fronzoli. Valido monito, ieri come oggi, nei confronti di ogni forma di malessere individuale e sociale e del possibile sfociare, nichilistico, in forme di dipendenza difficili da recuperare. Forte, crudo e provocatorio nel mostrare la stagnazione e fedelissimo alla realtà nel riportare in scena alcuni episodi realmente accaduti (come l’esibizione di My Way, con tanto di sparatoria finale). Azzeccatissimi nei ruoli Gary Oldman (dovette affrontare una drastica dieta per il ruolo) e Chloe Webb (era stata pensata per il ruolo Courtney Love, che tuttavia è presente in un ruolo secondario), capaci di rendere la potenza tragica di un amore estremo, votato all’autodistruzione. Immagini tratte da: Immagine 1 da webspace.youbring.com Immagine 2 da lillielle.blogspot.it Immagine 3 da pinterest.com Immagine 4 da thefilmstage.com Immagine 5 da espalhafactos.com Immagine 6 da altscreen.com
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Giugno 2023
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