Uno schermo completamente nero. Poi delle luci che iniziano a muoversi, allungandosi. E’ la volta celeste illuminata dalle stelle, il cui movimento, nell’insieme rotatorio, è ripreso dalla circolarità del vinile che vi si sovrappone visivamente, producendo musica orientaleggiante.
Adam (Tom Hiddleston) ed Eve (Tilda Swinton) sono due amanti e sono anche due vampiri. Si sono amati e si amano ancora, attraverso l’eternità. Entrambi hanno deciso di non uccidere umani per nutrirsi, ma di corrompere medici ed avere, in cambio di grosse somme di denaro, del sangue non infetto.
Girato tra la orientale Tangeri e i quartieri periferici e decadenti di Detroit, Solo gli amanti sopravvivono (2013) è un film horror e drammatico, che racconta due modi diversi di vivere oltre la morte attraverso la storia dell’insolita coppia. Adam è un musicista underground, collezionista di chitarre e vinili, solitario e perennemente depresso: ha poca fiducia nell’umanità, composta -a suo dire- da zombie incapaci di apprezzare l’arte e la scienza, prova ne è che i più grandi scienziati della storia siano stati per le loro idee rivoluzionarie ostacolati, uccisi o incarcerati. Eve vive a Tangeri. E’ una bibliofila, colleziona libri di qualunque lingua e vive circondata da oggetti eleganti e stoffe preziose. Esce di notte per incontrare, tra le viuzze della città, il poeta Marlowe che la rifornisce di sangue.
<<...questa tua ossessione è uno spreco di vita che potresti dedicare a tutto ciò che rimane, contemplare la natura, coltivare la gentilezza e le amicizie, e danzare>>, così Eve parla al marito, una volta raggiuntolo a Detroit. Si accorge infatti che è depresso e che ha addirittura acquistato un proiettile di legno per suicidarsi. Restandogli vicino, parlandogli, danzando -in breve- amandolo, lo distoglie dall’intento.
La situazione rimane invariata fino all’arrivo di un’ospite sgradita: l’incontenibile Ava (Mia Wasikowska), sorella di Eve, che causerà non pochi guai ai coniugi, compreso l’uccisione di Ian (Anton Yelchin), unico amico umano di Adam. Dopo alterne vicende, i due decidono di stabilirsi insieme a Tangeri. Una volta giunti nella città marocchina, saranno impossibilitati a nutrirsi e dovranno, per sopravvivere, ricominciare ad uccidere, come facevano un tempo. Inizieranno da una coppia di amanti.
Al di là dei riferimenti alla trama che contiene stilemi classicamente riferibili al genere horror (trance e apparizione dei canini una volta deglutito il sangue, pallore mortifero, proiettile di legno per uccidersi, impossibilità di vedere la luce del sole), il film appare tecnicamente e stilisticamente molto raffinato. Un’accattivante fotografia indugia, staticamente e puntualmente, su dettagli di interni che sottolineano la ricercatezza della personalità dei due affascinanti vampiri: giradischi, stoffe, libri, tappeti. Tutto contribuisce a mettere in evidenza -oggetti, mobilio, musiche e colori- la sensibilità dell’elitaria Eve, una sorta di esteta, una dandy al femminile, attaccata all’eternità e alla bellezza della vita, anche di quella vissuta all’ombra degli onnipresenti occhiali da sole. Le atmosfere nere, cupe e underground sono riferibili invece al marito, un fascinoso artista, con l’aria da maledetto, intrappolato dentro le mura del suo appartamento/sala di registrazione di Detroit.
Tanti sono gli intellettuali che i due hanno frequentato nel corso dei secoli: Shelley, la moglie Mary Woolstonecraft, Lord Byron, Shubert (a cui Adam aveva perfino regalato alcune melodie che poi il compositore aveva spacciato per sue). Appare anche il motivo dell’inautenticità dei sonetti di Shakespeare, avallata da Eve che ritiene appartengano all’amico Marlowe. Film indipendente per la regia di Jim Jarmusch, candidato a Cannes nel 2013, rievoca tematiche relative alla diversità e all’isolamento dell’intellettuale che sdegnosamente si chiude nella torre d’avorio della propria cultura. La pellicola non pecca di banalità – semmai a tratti di lentezza- essendo stato il tema declinato attraverso il registro horror, senza però scadere nelle esagerazioni del genere. Il dettaglio della vita oltre la morte regala atmosfere a tratti lugubri ma piacevolmente insolite per un film sentimentale. Pur se colti, belli e affascinanti si è fragili e si finisce per accartocciarsi su se stessi e sulla propria presunta superiorità intellettuale. E allora, come i debilitati Adam ed Eve per le strade di Tangeri, bisogna farsi forza in due. Per sopravvivere, amandosi. Immagini tratte da: - Immagine 1 da film-cinema.it - Immagine 2 da gretaconsiglia.it - Immagine 3 da notoriusmartagabrieli.blogspot.com - Immagine 4 da arscinema.blogspot.com - Immagine 5 da filmtv.it - Immagine 6 da xl.repubblica.it
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Maggio 2023
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