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7/10/2021

A Chiara: la recensione

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di Salvatore Amoroso
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Jonas Carpignano chiude così la “Trilogia di Gioia Tauro”, iniziata nel 2015 con Mediterraneo e proseguita nel 2017 con A Ciambra, presentato sempre a Cannes nella Quinzaine Des Réalisateurs e vincitore dei David di Donatello per la Miglior regia e il Miglior montaggio.

Foto
Genere: Drammatico
Anno: 2021
Durata: 121 min.
Regia: Jonas Carpignano
Sceneggiatura: Jonas Carpignano
Fotografia: Tim Curtin
Musiche: Benh Zeitlin, Dan Romer
Distribuzione: MK2 films, Lucky Red, Neon.
Paese: Italia, Francia, USA
Cast: Swamy Rotolo (Chiara)
Claudio Rotolo (Claudio)
Grecia Rotolo (Giulia)
Carmela Fumo (Carmela)
Giorgia Rotolo (Giorgia)
Antonio Rotolo (Antonio)
Vincenzo Rotolo (Enzo)​​

Foto
Quattro anni dopo lo splendido A Ciambra, Jonas Carpignano torna alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes con A Chiara, titolo che si aggiudica il premio Europa Cinema Labels e ci catapulta nell’universo parallelo che si cela dietro gli occhi, profondi e puri, della protagonista Swamy Rotolo, giovane e magnetica neo attrice scoperta dal regista, che veste i panni di una ragazza che di punto in bianco scopre che il padre è un membro della ‘ndrangheta.

Nella prima parte del film, quella in cui si rappresenta la tenera unione della famiglia Guerrasio (in realtà a recitare è tutta la famiglia Rotolo), lo sguardo di Carpignano si posa sui rapporto intimo ed emotivo tra tutti i familiari. Quella partecipazione emotiva della messa in scena già presente nei film precedenti prorompe con forse ancora maggior forza in A Chiara, come dimostra in modo eclatante la lunghissima sequenza che ha come centro narrativo per appunto la festa per il diciottesimo compleanno di Giulia, la sorella maggiore della giovane: oltre venti minuti in cui apparentemente si sta solo fotografando un momento di intimità familiare, ma che al contrario rappresenta uno scandaglio di quell’umanità, dei rapporti personali, di quel senso di famiglia che è poi uno dei punti cruciali attorno ai quali ruota l’intera narrazione. Come ci si pone, da adolescenti, di fronte a una famiglia che scopri di conoscere solo in parte? Come si reagisce quando si viene a sapere che il proprio padre è in realtà un latitante, e ha addirittura dei terribili segreti che nasconde dentro casa?
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Se la “famiglia” è un aspetto canonico all’interno delle storie dedicate alla criminalità organizzata, Carpignano cerca di evadere da qualsiasi rappresentazione statica e classica. I Guerrasio sono vivi, pulsanti, in conflitto in principio contro se stessi ed era così in parte anche per Pio, lo splendido protagonista di A Ciambra. Chiara sta cercando un proprio posto nel mondo, è ostile verso una delle sorelle di Pio solo perché rom, ed è dotata di una invidiabile intelligenza. Eppure non può conoscere in profondità la sua famiglia, non le viene concesso. È divorata da mille dubbi e solo la sua ostinazione le farà acquisire una precoce coscienza critica.
Rispetto al film precedente, interamente circoscritto in una zona di Gioia Taura, A Chiara è anche un racconto di spostamenti: Chiara cerca suo padre, si reca anche nella Ciambra, e poi sarà costretta a uno spostamento con fuga verso una nuova terra, che a tratti sembra lontana, quasi appartenesse a un altro continente. La sua necessità è quella di esistere, e quindi di conoscere la (o le) verità. Questo percorso iniziatico, che potrebbe avere le più differenti svolte, è racchiuso tra due compleanni, speculari a loro modo, eppure così profondamente diversi. Due compleanni che non si parlano né per senso, né per area geografica, e neppure per attitudine familiare. E che pure continuano a scrutarsi in uno specchio scuro, dov’è chiusa l’anima delle persone, il loro dolore più intimo, la loro verità più inconfessabile.
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L’utilizzo sistematico della camera a mano, l’illuminazione naturale, sonoro in presa diretta, nessuna concessione al genere e soprattutto nessuna scena costruita che induce lo spettatore a provare forzate emozioni, rendono questo film un piccolo gioiello. Jonas Carpignano si riconferma uno dei talenti più cristallini del nostro ‘’nuovo cinema italiano’’, sceglie un approccio realistico ed estremamente personale, carico di umanità e significato. Per questo non possiamo che invitarvi il 7 Ottobre in sala a vedere A Chiara, a supportare un film diverso, diretto ma soprattutto vero.
Link Immagini:
Locadina: Coming Soon.it
Immagine1: Sky Tg24
Immagine2: MyMovies
Immagine3: Coming Soon.it

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