di Matelda Giachi
Un soggetto che piace, quello di A Star is Born che è oggi al suo terzo remake. La prima versione risale addirittura al 1937. Si tratta in effetti di un classico di Hollywood, il racconto di una stella nata dal nulla. Jackson Maine (Bradley Cooper) è un musicista di successo ma sempre più divorato dall’abuso di alcol e droghe. Una sera, fermandosi in un locale di drag queens in cerca dell’ennesima bevuta, scopre Ally (Lady Gaga), una ragazza di enorme talento che è però prigioniera di una vita anonima. Due esistenze apparentemente agli antipodi ma con molto in comune, in primis il bisogno e la voglia di raccontarsi. Perché “Tanta gente ha talento, la differenza la fa se hai qualcosa da dire”. Tra i due nasce un grande amore, mentre la carriera di lui è in declino e quella di lei decolla, come se avvenisse una sorta di passaggio di testimone. Presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia come pellicola fuori concorso, è definito da molti come il “film dell’anno”; l’entusiasmo è forse un po’ fuori misura, ma sicuramente A Star is Born ha molto di buono. É un film di prime volte, di collaborazione e fiducia. Di passione e di voglia di sperimentare. Prima volta alla regia per Bradley Cooper, prima volta da attrice protagonista per la cantante Lady Gaga, al secolo Stefani Germanotta. Il film, al di là del canovaccio classico, nasce dalla passione di Cooper per la musica e da quella di Gaga per la recitazione. Ed è così che i due protagonisti si sono affidati l’uno all’altra. Lui si è lasciato guidare nell’ambito musicale, ha accettato che le performances fossero tutte registrate dal vivo, insieme a Lady Gaga ha scritto I testi, facendo un ottimo lavoro. Una colonna sonora che verrà cantata a lungo. Lei, come dichiarato in conferenza stampa al Lido, ha finalmente trovato qualcuno che le desse fiducia, ha accettato di essere messa a nudo nella sua fragilità, sotto la lente di ingrandimento dalla regia indagatoria e amante dei primi piani di Cooper, senza trucco, senza filtri, così come lui la voleva. Una grande ricerca di autenticità da parte di entrambe le star, che si respira per tutto il film e che è uno dei suoi punti forti. Lady Gaga prende il testimone da niente di meno che Barbra Streisand, protagonista nell’edizione del 1974, presta alla sua Ally il proprio carisma, e merita la fiducia del suo regista e co – protagonista. Non si è però improvvisata; facendo un po’ di ricerche si scopre che ha alle sue spalle anni di studio di recitazione, che non si è svegliata una mattina con la presunzione di essere un’attrice. Sulla sua voce, non credo ci fossero dubbi. Anche ne fosse rimasta qualche traccia, vengono spazzati via con l’avvio della prima canzone. Bradley Cooper, direttore di se stesso, ci regala una delle sue performance migliori ma soprattutto, si rivela un inaspettato eccezionale cantante che mai sfigura accanto alla potente vocalità della partner. Più che la storia, raccontata ormai in diversi modi e quindi sempre un po’ diversa ma comunque conosciuta, sono i due protagonisti, con la loro alchimia e umanità a rendere A Star is Born un film assolutamente da vedere. A ciò si aggiunge un forte intento del regista di lanciare messaggi che facciano riflettere, sull’importanza di mostrarsi per chi si è prima di tutto, evidenti nelle inquadrature che cercano continuamente gli occhi dei protagonisti, da sempre specchio dell’anima, quanto anche più direttamente nel testo dei dialoghi. Nel doppiaggio, la voce di Christian Iansante è ormai parte imprescindibile del fascino di Bradley Cooper, qui accompagnato dall’ex allieva Benedetta Degli Innocenti, più acerba, per forza di cose, nel variare più sfumature di pensiero ma brava a seguire ogni respiro del suo personaggio. Un film che ha un’anima forte, che pulsa di una passione vera, umana. Una inaspettata sorpresa. Voto: 7/8 su 10 Immagini tratte da: www.rollingstone.it www.cinematografo.it www.gagadaily.com www.ilpopoloveneto.it
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Marzo 2023
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