di Matelda Giachi
Secondo capitolo della saga creata da J. K. Rowling per il cinema, “Animali Fantastici: i Crimini di Grindelwald” ci riporta nel mondo dei maghi, in tempi in cui neanche Lily e James Potter erano ancora nati, alla fine degli anni ’20.
Dopo un primo film dai toni leggeri, che è stato quasi una parentesi a se stante, con I Crimini di Grindelwald ci si ricollega invece in maniera esplicita agli eventi accennati in Harry Potter e i toni si tingono subito di scuro, immergendo lo spettatore in un’atmosfera dark, vicina a quella degli ultimi capitoli della saga. Un film corale in cui il protagonista non è più il solo Newt Scamander (Eddie Redmayne) ma l’intero panorama di personaggi che si presentano sullo schermo. La regia è ancora una volta di David Yates che, da “l’Ordine della Fenice” sembra aver stretto un inspiegabile patto di sangue con la Rowling e la Warner bros. Inspiegabile perché a Yates riconosciamo un grande merito: quello di essere visivamente incredibile. Riesce a creare delle scene di una bellezza e di una carica emotiva senza pari. Ma come storyteller non riesce mai ad essere esaustivo e si perde tra le stesse trame della propria narrazione. Arriviamo dunque al grande difetto de’ “i Crimini di Grindelwald”: sulla scena si affastellano uno dopo l’altro numerosi personaggi tra vecchie conoscenze, alcune provenienti dalla precedente pellicola, altre che invece avevamo incontrato più in tarda età nel mondo di Harry Potter, e nuovi protagonisti. Ognuno ha la sua storia, il suo ruolo da giocare, ma spuntano come margherite in un prato al primo caldo, in un pullulare di rivelazioni di portata tale che ti aspetti spunti Raffaella Carrà urlando “carramba, che sorpresa!” alternate a momenti di suspance da “Maria apri la busta”. Un incessante susseguirsi di colpi di scena, quando poi di fatto tutto è affrontato in maniera superficiale; lo spessore umano, che è quello che poi ha reso J. K. Rowling grande molto più che tutto il contorno magico, viene a mancare. Una Rowling sempre politica, che sa trovare una spiegazione magica dietro ad ogni fatto reale, in un intreccio di fantasia e storia. Come in ogni prequel che si rispetti, non mancano i momenti nostalgia, quelli che ti fanno vibrare a tradimento tutte le corde più sentimentali. Ed ecco che sulle note della musica tintinnante più famosa, l’inquadratura si sposta sulle mura di Hogwarts, penetra fra le sue aule…ed è subito amore. Eddie Redmayne sempre dolce ed estremamente espressivo. Molta era l’attesa di vedere Jude Law nei panni di Albus Silente e finalmente possiamo dire che li veste con grande classe. Del futuro preside, ha già nello sguardo un discreto bagaglio di esperienze non raccontate. Sicuramente il migliore in campo tra le new entries, ma anche la fiducia di J. K. Rowling in Johnny Depp (interprete del leggendario avversario di Silente, Grindelwald) è stata ben ripagata; la sua interpretazione è efficace, scevra dei soliti fronzoli e promettente per il futuro. Ezra Miller in attesa di rivelarsi completamente nel prossimo film. Tantissima carne al fuoco tra idee molto buone e oserei dire intriganti (mi limito a fare un nome: Nagini) e altre superflue usate per allungare una storia già tanto ricca da riempirci un pensatoio; per un risultato senza infamia e senza lode. Immagini tratte da: www.cineavatar.it www.ew.com www.deejay.it www.wallpapercan.com
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Giugno 2023
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