Cartoline in bianco e nero, frammenti di un passato lontano dove a rincorrersi sono visioni di incantevoli spiagge, palme e palazzi panoramici. Il mare. E le onde nella notte, mentre Hoji dei Taiguara risuona nostalgica. Saudade.
Se un brivido scorre lungo la pelle alle prime scene di Aquarius, sì, è probabile si tratti di saudade. E chi meglio di un cineasta brasiliano avrebbe potuto esprimerla? Kleber Mendonça Filho, classe 1968, realizza un lungometraggio di circa due ore che è un viaggio delicato e passionale attraverso l’esistenza di donna Clara (Sonia Braga), giornalista e critica musicale, ormai ultima inquilina del disabitato palazzo Aquarius, prospiciente le magnifiche spiagge di Recife. Una vita vista mare, sulle note della buona musica brasiliana (da Roberto Carlos passando per Maria Bethania, fino a Gilberto Gil), all’interno di un appartamento sui toni dell’azzurro ammobiliato con gusto e raffinatezza dall’alternativa signora. Una donna forte e decisa, temprata dalla battaglia contro una grave malattia in gioventù, che vive la vita assaporandone con intensità ogni momento, pur facendo i conti con le ferite e gli errori del passato. Bambina e vecchia insieme, agguerrita e sognatrice, madre e nonna ma anche creatura sensuale, ribelle e anticonformista, Clara si batte nonostante le (non così!) velate minacce e i tentativi di intimidazione, contro l’imprenditoria e la speculazione edilizia. Contro un mondo di relazioni clientelari e corruzione. Un mondo senza valori, per il quale l’imperativo categorico è monetizzare e in cui qualunque ostacolo non rientri o interferisca con la logica del business va legittimamente eliminato. Diviso in tre capitoli, Aquarius è un film dal ritmo lento ma teso. Grazie all’utilizzo del piano sequenza e alla giustapposizione delle tre parti riesce quasi a sfumare i confini tra narrazione e realtà, permettendo una partecipazione immersiva dello spettatore. Candidato alla Palma d’oro a Cannes 69, il film ha scatenato diverse polemiche per via della connotazione politica della vicenda e dello schierarsi apertamente del regista dalla parte della Presidentessa del Brasile Dilma Rousseff, destituita nel maggio del 2016. Al di là della trappola evitabile di cliché, di facili dicotomie populistiche e di un finale per certi aspetti deludente, la pellicola lascia qualcosa. Un sentore, un che di malinconico e per converso di vitale, si impone attraverso il connubio tra l’espressività insuperabile della Braga e musiche intriganti dal sapore di ieri. Atmosfere che illuminano momenti sparsi qua e là nell’arco dei 140 minuti a colorare il presente narrativo della patina del ricordo. Emozionale sembra l’aggettivo più adatto a descrivere una pellicola dal sapore malinconicamente nostalgico. Immagini tratte da: -Immagine 1 da http://au.rialtodistribution.com/aquarius.html -Immagine 2 da http://www.opopular.com.br/editorias/magazine/sonia-braga-endossa-protesto-contra-temer-em-sess%C3%A3o-de-aquarius-em-ny-1.1161077 -Immagine 3 da https://www.timeout.com/london/film/aquarius -Immagine 4 da http://movieplayer.it/articoli/aquarius-intervista-a-kleber-mendonca-filho_16863/ -Immagine 5 da http://www.ecodibergamo.it/planner/dettaglio/aquarius_1067384_832/ -Immagine 6 da http://www.opopular.com.br/editorias/magazine/sonia-braga-endossa-protesto-contra-temer-em-sess%C3%A3o-de-aquarius-em-ny-1.1161077
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Maggio 2023
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