di Federica Gaspari ![]() Genere: drammatico, biografico Anno: 2021 Regia: George Clooney Cast: Tye Sheridan, Daniel Ranieri, Ben Affleck, Christopher Lloyd, Lily Rabe, Ron Livingston, Max Martini, Rhenzy Feliz, Max Casella Sceneggiatura: William Monahan Fotografia: Martin Ruhe Montaggio: Tanya M. Swerling Produzione: Big Indie Pictures, Smokehouse Pictures Paese: Stati Uniti Durata: 106 min A un anno dal deludente riscontro ottenuto da The Midnight Sky, George Clooney torna alla regia ma cambiando radicalmente toni e… piattaforma! Dopo Netflix, infatti, la star americana due volte premio Oscar sceglie Prime Video per il suo ultimo film The Tender Bar, distribuito in Italia anche con il titolo Il bar delle grandi speranze. Presentata in anteprima al BFI London Film Festival lo scorso autunno, l’adattamento del romanzo autobiografico di J.R. Moehringer ha fatto molto parlare di sé alla vigilia dei Golden Globes, ottenendo inaspettatamente una candidatura per Ben Affleck come migliore attore non protagonista. Con un cast di grandi nomi guidato dalla regia di Clooney – che in passato ha saputo regalare prodotti interessanti seppur con alti e bassi –, questa produzione sembra aver saputo convincere buona parte della critica americana lasciando, tuttavia, qualche dubbio sulla sua effettiva efficacia nel cuore di una stagione cinematografica ricca di grandi titoli. Abbandonato dal padre in tenera età, JR (interpretato da Daniel Ranieri da bambino e da Tye Sheridan da ragazzo) cerca nella quotidianità una figura paterna di riferimento, qualcuno che riesca a essere più presente di quella “Voce” distante e fredda del padre che cerca sempre di ascoltare alla radio. Dopo essere tornato insieme alla madre nella casa dei nonni, il bambino – poi ragazzo dalla grandi speranze - lega con suo zio Charlie (Ben Affleck) e con gli avventori del bar di quest’ultimo a Long Island. Lo zio è un individuo carismatico e tutti i suoi amici sono ansiosi di iniziare JR ai loro rituali. Tramite i racconti e i consigli di questa compagnia guidata da Charlie, JR si prepara a tracciare la strada del suo futuro, tra studi, passioni e sogni. Nel corso di un’intervista promozionale, Ben Affleck ha sottolineato quanto sia stato importante per lui riuscire a farsi portavoce di una storia “che potesse essere buona in un mondo tosto e difficile come quello attuale” tra buoni sentimenti conditi da un pizzico di delusioni per crescere. Sotto questo punto di vista, il film funziona molto bene soprattutto nella sua prima parte, con una regia solida che trova vigore in un cast di supporto in gran forma capitanato da Ben Affleck ma reso accogliente anche dall’esuberanza di Christopher “Doc” Lloyd. Con i toni colorati e teneri tipici dei racconti di formazione, il piccolo JR si avventura nella narrazione con naturalezza scandita da una travolgente colonna sonora anni Settanta. Un’introduzione convincente animata da un cast affiatato, tuttavia, lascia spazio a una seconda parte segnata da evidenti problemi di sceneggiatura e talvolta anche di montaggio. In particolare, una scrittura discontinua non riesce a valorizzare l’entrata in scena a pieno regime del protagonista adulto, interpretato da un sempre valido Tye Sheridan che fa il possibile per reggere il film fino al finale senza purtroppo riuscire nell’intento. L’alternarsi di episodi abbozzati spesso fini a loro stessi e l’ingresso nella storia di fin troppi personaggi secondari sottolineano numerose problematiche legate probabilmente all’adattare un materiale di partenza denso di racconti. Non riuscendo a gestire ed equilibrare questo libero flusso di ricordi nemmeno attraverso le inquadrature, il film si avvia allora verso un finale che fa tirare un sospiro di sollievo non per le sorti del protagonista, bensì per una agognata conclusione che pone fine a un deludente svolgimento di iniziali buone intenzioni e premesse.
Immagini tratte da: www.themoviedb.org www.movieplayer.it Di Federica Gaspari ![]() Genere: drammatico, sportivo, biografico Anno: 2021 Regia: Reinaldo Marcus Green Cast: Will Smith, Aunjanue Ellis, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Tony Goldwyn, Jon Bernthal, Andy Bean, Kevin Dunn, Craig Tate, Dylan McDermott, Susie Abromeit, Noah Bean Sceneggiatura: Zach Baylin Fotografia: Robert Elswit Montaggio: Pamela Martin Produzione: Star Thrower Entertainment, Warner Bros., Westbrook Studios Paese: Stati Uniti Durata: 144 min Dagli inizi di settembre serpeggia nell’aria la sensazione che questa Award Season avrà un grande protagonista, un attore che è considerato come una delle grandi star degli anni Duemila che da tempo cerca la definitiva affermazione anche nel “cinema dei premi”. L’ultima edizione del Telluride Film Festival ha infatti portato al centro della scena Will Smith che, a giudicare dall’accoglienza riservata al suo ultimo lavoro, King Richard, sembra finalmente avere tutte le carte in regola per conquistare un Oscar dopo le candidature a vuoto per Alì nel 2001 e La ricerca della felicità nel 2006. Una nuova interpretazione di una figura realmente esistita riuscirà finalmente a spezzare la maledizione delle statuette mancate? Richard Williams (Will Smith) è più che determinato a rendere immortali i nomi delle sue due figlie, Venus (Saniyya Sidney) e Serena (Demi Singleton). Prima ancora della loro nascita, infatti, l’uomo, tra testardaggine e ossessione, ha scritto un piano per loro, pianificando ogni singolo dettaglio per la scalata al successo nel mondo del tennis. Allenandosi sui campi della periferia di Compton, Richard plasma l'impegno irremovibile e la preparazione mentale delle ragazze. Insieme, la famiglia Williams sfida ogni ostacolo, confrontandosi con un universo pronto a essere rivoluzionate. Tennis come metafora di vita e società, con le sue discriminazioni sistemiche sotto gli occhi di tutti dall’alba dei tempi (anche nella recente attualità): King Richard, pur senza una sceneggiatura o una regia particolarmente esaltante, riesce a mettere in luce tutte queste contraddizioni come mai prima d’ora – Battle of Sexes si accartocciava su se stesso proprio quando poteva affondare il colpo decisivo – e trova una delle migliori interpretazioni di Will Smith, imbolsito, viscerale e allo stesso tempo terrificante nelle sue ossessioni mai nascoste nel corso del film. Il suo Richard Williams, tra caricatura e personaggio problematico, è il riflesso di una cieca ossessione che, intelligentemente, non viene costantemente ritratta con banalità, come puro amore per il futuro delle figlie. Al contrario, invece, il film pone sapientemente l’accento su alcune scene che si interrogano su quali siano, in realtà, i veri sogni delle due figli. Nella figura di questo padre sempre presente sui campi durante gli allenamenti o in secondo piano in ogni prova delle figlie è racchiusa tutta l’ambiguità del desiderio di riscatto, della cieca voglia di rivalsa anche su un sistema e un ambiente che non ha mai dato possibilità a chi già in precedenza ne faceva parte. La semplice bellezza di un film come quello diretto da Reinaldo Marcus Green non è però da ricercare nelle sue singole parti bensì nell’armonia della sua intera composizione finale. Nel suo essere d’ispirazione, vivace e luminoso, King Richard trova anche sfumature di un illustre feel-good movie come Little Miss Sunshine, rielaborandone le dinamiche familiari in un contesto ancora più ampio che include riflessioni proprio sul significato che l’affermazione di due giovani ragazze, Venus prima e Serena poi, ha avuto per un’intera comunità. A sorreggere il gran finale che sottolinea proprio questo aspetto si presenta, infine, lo splendido brano originale Be Alive firmato e interpretato da Beyonce che dovrebbe assicurarsi una meritata candidatura in ogni cerimonia dell’Award Season.
In un crescendo di emozioni, la durata apparentemente eccessiva del film scorre invece gradevolmente, regalando a fine visione la sensazione di aver vissuto – almeno per un paio d’ore – un pizzico della storia delle sorelle Williams a pochi passi dal campo da gioco, assaporandone soprattutto la tenacia e la determinazione indubbiamente legata anche all’eccentricità delle scelte del padre. Immagini tratte da: www.themoviedb.org www.polygon.com www.vanityfair.com di Matelda Giachi ![]()
Genere: evento speciale
Anno: 2021 Durata: 1h 39 min Regia: Eran Creevy, Joelpearlman, Giorgio Testi Cast: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Helena Bonham Carter, Ralph Fiennes, Jason Isaacs, Robbie Coltrane, Tom Felton, Imelda Staunton, Gary Oldman, Evanna Lynch, James e Oliver Phelps, Bonnie Wright, Matthew Lewis, Alfred Enoch, Chris Columbus, Alfonso Cuaron, Mike Newell, David Yates. Produzione: HBO Distribuzione: Sky, Nowtv Paese: USA
“Cosa misteriosa, il Tempo”. Albus Silente
Una letterina scritta con calligrafia elegante e chiusa con un sigillo in ceralacca, la stessa che abbiamo sperato per anni ci venisse consegnata da un gufo. Un invito a partecipare a un pranzo di famiglia speciale. Si sale sul treno dei ricordi, al binario 9 e ¾. La meta è un mondo magico, allestito in quegli studi che sono stati il set de film ed oggi un famoso parco Warner Bros. Sono presenti Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint, con anche Gary Oldman, Helena Boham Carter, Tom Felton, Oscar Isaac Robbie Coltrane e molti altri membri del cast con anche i quattro registi Chris Columbus, Alfonso Cuaron, Mike Newell e David Yates e il produttore. Grande assente è la donna che ha creato tutto questo, J. K. Rowling, probabilmente a seguito delle polemiche scatenate dalla sua attività su Twitter.
Sono passati 20 anni da quel dicembre del 2001 che vide l’uscita nelle sale di Harry Potter e la Pietra Filosofale, l’inizio di una delle saghe cinematografiche più amate di sempre. Il 1 gennaio è arrivata sul canale dedicato Sky Cinema Harry Potter e nowtv, in contemporanea con gli Stati Uniti, la speciale Reunion del cast. Articolato in quattro capitoli (The Boy Who Lived, Coming of Age, The Light and the Dark Within, Something Worth Fighting For), lo speciale ripercorre le tappe salienti di ciascun film dentro e fuori dal set; quello che hanno vissuto i personaggi insieme a quello che contemporaneamente hanno vissuto coloro che gli davano vita. Estratti del film corrispondono ad altrettanti ricordi, molti divertenti, come le varie cotte nate sul set, altri dolci di supporto reciproco, alti ancora velati di malinconia, come tutti quelli legati ai meravigliosi membri del cast scomparsi negli anni, a cui viene dedicata una sezione in memoriam, la più commovente della reunion,
Perché vale la pena vedere questo speciale? Perché è come ritrovare gli amici di sempre, quelli con cui hai condiviso giochi, risate, cambiamenti e anche incomprensioni e sfogliare insieme l’album dei ricordi, pieno di fotografie bellissime. E’ scoprire dai loro racconti che, per noi come per loro, Hogwarts è stata una casa del cuore, il luogo che ci ha insegnato tanto e fatto crescere, in cui ogni tanto fa bene tornare. E’ un modo per rivivere emozioni sepolte, sorridere e piangere di commozione con addosso quella sensazione di un tempo che “sembra ieri e un secolo fa contemporaneamente”. Perché, al di là del lato commerciale, dura il giusto, è ben strutturato e, soprattutto, è pervaso da un generale e palpabile sentimento di profondo affetto gli uni per gli altri e per la storia del “bambino che è sopravvissuto”.
Voto: 8 |
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Giugno 2023
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