IL TERMOPOLIO
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo

28/5/2017

Twin Peaks 3, il film di 18 ore di David Lynch

0 Commenti

Read Now
 
di Enrico Esposito
Foto

David Lynch ha detto addio al cinema con l'ultima pellicola "Inland Empire" (2006). Ma, seppur Twin Peaks sia da sempre stata pensata e realizzata per la televisione (nello specifico il canale Showtime), il suo ritorno a oltre venticinque anni di distanza per i tempi e i modi in cui si svolge non rispetta i parametri canonici del genere della serie Tv. Chi conosce Lynch e le prime due stagioni di Twin Peaks, o anche abbia visto soltanto uno dei suoi film, non rimane stupito più di tanto dall'ennesima carismatica sperimentazione da parte di un artista a tutto tondo, che anche nella musica e nella fotografia ha affondato un'impronta personale e "artigianale".
Per riprendere il filo di un discorso lasciato in sospeso nei primi anni '90 al termine di due stagioni (perfetta la prima, esagerata tanto nei tempi quanto nei contenuti la seconda), all'alba del suo settimo decennio il regista compone in 90' minuti di riprese un mosaico tra passato e presente, tra recupero di tasselli dei suoi lavori passati e omaggi a opere altrui. In tale direzione, ritroviamo all'interno dei due episodi di apertura di Twin Peaks 3 intitolati per l'appunto "The Return" l'agente speciale Dale Cooper e Laura Palmer all'interno della stanza dalle tende rosse della Loggia Nera. Incontriamo di nuovo, tra le colline e i boschi della cittadina al confine col Canada, il vice-sceriffo Hawk, la segretaria Lucy e il marito Handy. Non mancano neanche Benny Horne e il fratello, e soprattutto Shelly e James di sera al Bang Bang Bar in uno scambio di sguardi neppure così shockante per entrambi. Nella scena del locale notturno infatti, al termine della seconda puntata, si compie con successo un incontro tra il vecchio e il nuovo, cementificato da giovani che accompagnano Shelly e James, e dalla performance sul palco della bionda cantante dei Chromatics, gruppo di tendenza attuale, che eredita il pesante scettro di Julee Cruise, rimettendo in circolazione esclusive atmosfere mai sopite. Le medesime che la storica sigla dipinta dal nostro Angelo Badalamenti ripropone a inizio puntata, ma non più scorrendo calma da sottofondo alla panoramica delle bellezze naturali e dei luoghi cardine di Twin Peaks e della sua trama. Lynch stavolta da spazio soltanto a una distesa d'acqua e cielo liscia e continua, in un connubio di lentezza e monocromaticità che aumenta l'attesa per quanto succederà.

Detto della ricomparsa di alcuni personaggi storici, l'aspetto più rilevante trasmesso da Lynch all'esordio consiste nella soluzione della lotta tra l'agente Cooper e il potentissimo spirito BOB con cui il 1991 si concludeva e innescava maledizioni da parte di una generazione. BOB impossessatosi di Cooper nel mondo reale, e venti anni dopo ancora lì, nel corpo di un Cooper coi capelli lunghi e l'abbigliamento da motociclista, di mestiere killer. Il vero Cooper ancora intrappolato tra le secrete della Loggia Nera, a colloquio con il gigante e Laura Palmer e il loro disturbante linguaggio al contrario. Il vero Cooper che riceve da Laura la notizia di poter tornare al mondo reale, quasi dopo aver scontato la pena di aver voluto affrontare troppo ingenuamente un'altra dimensione. Ma non sembrano ancora esserci le condizioni per andare, anche perchè BOB non ha alcuna intenzione di intraprendere il percorso opposto.
Foto

Accennato alle novità, in termini di personaggi, di trame, di ambientazioni. New York City. Notte, una passerella al di sopra dei grattacieli della Grande Mela, il dettaglio all'interno di un grattacielo qualunque. Un ragazzo seduto su un elegante divano che fissa una scatola di vetro grande e singolare. Singolare perchè al centro della scatola si trova un buco che si affaccia direttamente sullo sfondo della città. Un'apertura da cui un altro "custode" precedente ha visto fuoriuscire qualcosa di assolutamente spaventoso, di poco comprensibile, di terribile se di fronte a sè avverte il profumo di proibito. Una visione nera, un fumo nero alla "Lost", nel quale taluni hanno individuato una donna. Non è possibile stabilire con precisione cosa si sia inventato Lynch, cosa gli sia saltato in mente, quando per mano di questa "cosa" viene consumato uno dei delitti più efferati che egli abbia mai costruito.
Foto

South Dakota
. In un contesto che ricorda tanto "Fargo" dei Fratelli Coen, una smemorata signora grassottella chiama la polizia perchè non vede da tre giorni la sua vicina. E soprattutto perchè sente una puzza nauseabonda arrivare dalla sua porta. La proprietaria, la bibliotecaria Ruth Rosenthal, giace infatti morta tra le lenzuola. Ma non ha il corpo intatto, non è solo Ruth Rosenthal a occupare il letto, e le mura della sua camera da letto sono piene delle impronte del popolare preside Bill Hastings. Che sostiene di non aver mai messo piede in quella stanza, ma di aver sognato il giorno prima di ammazzare la bibliotecaria. Un rewind di Leland che posseduto da BOB uccideva sua figlia Laura Palmer. Alcuni incastri che cominciano a quadrare. Ma anche l'apparizione occulta di un demone col volto di un "Bronzo di Riace" in una cella accanto a quella del malcapitato Hastings.
Foto

Dubbi, ancora sospensione di giudizio. Fili che si annodano, altri che si dividono, o vanno per proprio conto. Chissà se i 18 episodi che comporanno la serie daranno tutte le risposte necessarie. Oppure ci sarà bisogno di aspettare, di ricorrere a un libro come "Le Vite Segrete di Twin Peaks", tra le cui pagine il co-sceneggiatore Mark Frost ha svelato numerosi enigmi irrisolti al termine della seconda stagione. "Un film di 18 ore", il testamento di David Lynch?


Immagini tratte da
- ilpost.it


Share

0 Commenti

28/5/2017

Sicilian Ghost Story

0 Commenti

Read Now
 
Foto

​di Maria Luisa Terrizzi
Foto
DATA USCITA: 18 maggio 2017
GENERE: Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
ATTORI: Julia Jedlikowska, Gaetano Fernandez, Corinne Musallari, Vincenzo Amato, Sabine Timoteo, Andrea Falzone, Federico Finocchiaro, Lorenzo Curcio, Filippo Luna, Nino Prester
SCENEGGIATURA: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
PRODUZIONE: Cristaldi Pictures, Indigo Film, MACT Productions
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Italia, Francia, Svizzera

Scrosci d’acqua. Un bambino beve da una fontana e imbocca un sentiero. I passi incerti di una bambina lo seguono. Eccoci nel bosco, immersi nella vertigine dei suoi alberi maestosi, un luogo incantato che ci inghiotte, fin dalle prime scene, con il suo carico di significati simbolici, di atmosfere, di creature misteriose e pericolose. Giuseppe (Gaetano Fernandez) e Luna (Julia Jedlikowska) sono compagni di scuola e si piacciono. Un amore adolescenziale che ha per sfondo una natura dapprima benevola e illuminata dalla luce del sole, ma che rivela pian piano un volto grifagno, facendo da cassa di risonanza alla drammaticità e allo squallore della vicenda narrata. 
Foto
Sicilian Ghost Story, che ha inaugurato pochi giorni fa la Semaine de la Critique a Cannes, è infatti ispirato alla storia del piccolo Giuseppe, figlio del pentito di mafia Santino Di Matteo, sequestrato nel 1993 per 779 giorni, strangolato e disciolto nell’acido. Piazza e Grassadonia, a distanza di quattro anni da Salvo, rielaborano la vicenda mixando sapientemente teen drama, narrazione fiabesca e atmosfere noir.
Realtà e visioni, vivi che sembrano morti e morti che sembrano vivi, si intrecciano negli occhi dell’appassionata tredicenne Luna, incapace di rassegnarsi a un banco sempre vuoto, a un sorriso perso per sempre. Sicilian Ghost Story è una storia di amore e morte. Un sentimento puro e ribelle che sfida le convenzioni sociali, l’omertà e la morte stessa.
Foto
Il cane nero, la civetta, il lago, la neve, il bosco-labirinto, moduli narrativi e stilemi presi in prestito dal repertorio fiabesco dei fratelli Grimm. Paesaggi cupi, molto lontani da quelli che solitamente mostrano una Sicilia assolata e brillante di luce e colori. Girato tra novembre e dicembre, presso Troina (Enna), sui monti Nebrodi, Piazza e Grassadonia sfruttano la potenza evocativa di una natura ombrosa e distante, indifferente all’amore e alla sofferenza della giovane Luna. Personaggi mortiferi dominano la scena, una tra tutte Saveria, la madre svizzera di Luna, perennemente vestita di nero, che ha un aspetto lugubre e serioso. Quasi un fantasma, avvolta nel dolore, la giovane madre di Giuseppe. La vediamo quasi sparire e dissolversi dietro il vetro della finestra della sua abitazione.
Foto
Un percorso che ci porta alla scoperta della crudezza e della miseria umana, sospeso tra luce e ombra, visione e realtà, che si combina con gli strazianti e angoscianti giorni di morte e prigionia di Giuseppe, in un film denso e toccante, che riesce a dar voce alla poesia di un sentimento giovane e incorrotto, che si destreggia e fa i conti con l’angoscia della fine.
In una vicenda in cui non c’è possibilità di redenzione, Piazza e Grassadonia si ispirano a Un cavaliere bianco (dal libro di Marco Mancassola Non saremo confusi per sempre), intuendo le potenzialità di una storia raccontata da uno sguardo bambino, col suo bagaglio di sogni e desideri che –anche solo per un attimo- squarciano il marcire umido della realtà. 
Foto
Immagini tratte da:
http://www.mymovies.it/film/2016/sicilianghoststory/news/il-poster/
http://www.iodonna.it/personaggi/cinema-tv/2017/05/19/sicilian-ghost-story-storia-di-mafia-e-fantasmi-che-conquista-cannes/
http://www.iodonna.it/personaggi/cinema-tv/2017/05/19/sicilian-ghost-story-storia-di-mafia-e-fantasmi-che-conquista-cannes/ 
http://www.filmtv.it/film/138260/sicilian-ghost-story/recensioni/892579/
http://www.mymovies.it/film/2017/sicilianghoststory/

Share

0 Commenti

21/5/2017

Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare

0 Commenti

Read Now
 
Foto

​di Vanessa Varini 
Il 24 maggio  tornerà al cinema il pirata Jack Sparrow. Oggi vogliamo parlarvi della sua ultima avventura, Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare diretto da Rob Marshall.
Foto
Anno: 2011
Durata: 137 min
Genere: avventura, azione, commedia, fantastico, sentimentale
Regia: Rob Marshall
Distribuzione (Italia)
Walt Disney Pictures
Fotografia: Dariusz Wolski
Musiche: Hans Zimmer
Interpreti e personaggi:
Johnny Depp: Jack Sparrow
Penélope Cruz: Angelica Teach
Ian McShane: Edward "Barbanera" Teach
Geoffrey Rush: Hector Barbossa
Kevin McNally: Joshamee Gibbs
Stephen Graham: Scrum
Sam Claflin: Philip Swift
Àstrid Bergès-Frisbey: Serena
Richard Griffiths: Re Giorgio II
Greg Ellis: Ufficiale Groves
Damian O'Hare: Tenente Gilette
Oscar Jaenada: Lo Spagnolo
Keith Richards: Edward Teague

In questo quarto capitolo, il pirata Jack Sparrow è alla ricerca della celebre fonte della giovinezza. Barbarossa, questa volta corsaro al servizio della Corona inglese, ma in realtà cerca la vendetta su Barbanera, responsabile della gamba di legno che lo invalida, cercherà di mettergli i bastoni tra le ruote. Tuttavia, il nemico principale è il pirata Barbanera, la cui figlia, Angelica, è un’ex fiamma di Sparrow, sedotta e abbandonata dal pirata.
Se, avete già visto i primi tre episodi della saga e vi sono piaciuti, allora questa quarta avventura non vi deluderà. Anche se sono assenti Orlando Bloom (Will Turner) e Keira Knightley (Elizabeth Swann) e anche se il film non è più diretto da Gore Verbinski ma da Rob Marshall (il regista dei musical Nine e Into the Wood). La storia è divertente e avventurosa. Su tutto il cast spicca come sempre Jack Sparrow, interpretato da Johnny Depp, personaggio esilarante, ironico e stralunato, nato dalla mente di Gore Verbinski, degli sceneggiatori Terry Rossio e Ted Elliott e dell'attore stesso, basandosi sulla personalità del chitarrista Keith Richards (che ha interpretato il capitano Edward Teague, il padre del nostro protagonista, nel terzo film della saga). Ottima la prestazione di Barbarossa (Geoffrey Rush) e Gibbs.  Il personaggio di Angelica, interpretato da Penelope Cruz, non convince: è ben lontana dalla battagliera Elizabeth Bennet di Keira Knightley.
Foto
In questo quarto capitolo vengono introdotti due nuovi personaggi: un missionario che cade in tentazione (interpretato dal giovane Sam Claflin) e una sirena (Astrid Bergès-Frisbey) di cui s'innamora, (una storia molto fiabesca e disneyana che ricorda quella de La Sirenetta). Non mancano momenti di paura, come la ciurma zombie e le sirene con i denti aguzzi; il tutto è ambientato negli splendidi paesaggi delle Hawaii, dove i nostri eroi sono alla ricerca della fontana della giovinezza da miscelare con una lacrima di sirena.
Foto
Tra esplosioni e inseguimenti, passerete due ore e venti in allegria, immersi in un 3D ben realizzato, tra ambientazioni dark (grotte, stive, prigioni, paludi di notte) e scenari pirateschi. Non è all'altezza del primo capitolo della saga perchè la formula che ha decretato il successo dei primi tre film è un po' cambiata: la  sceneggiatura è più semplice e manca di inventive; i personaggi soprannaturali sono pochi a eccezione delle sirene (sono assenti gli scheletri animati de La maledizione della Prima Luna); c'è un notevole ridimensionamento dei costi di produzione. Tuttavia, se siete fan della saga, non potete perdervi questo film. È un esperimento quasi riuscito, un film che intrattiene senza però quel guizzo creativo che ha trasformato la saga in un successo cinematografico.

Foto tratte da:
https://mr.comingsoon.it/
 http://www.film.it/
 http://archivio.panorama.it/

Share

0 Commenti

21/5/2017

Personal Shopper

0 Commenti

Read Now
 
Foto

di Fabrizio Matarese


ANNO: 2016 GENERE: Drammatico, Thriller, Fantastico
REGIA: Olivier Assayas
ATTORI:
Kristen Stewart, Lars Eidinger, Anders Danielsen Lie, Nora von Waldstätten, Sigrid Bouaziz
SCENEGGIATURA: Olivier Assayas
FOTOGRAFIA: Yorick Le Saux
MONTAGGIO: Marion Monnier
MUSICHE: Nicolas Moreau PRODUZIONE:
CG Cinéma, Les Films du Loasnge
DISTRIBUZIONE: Academy Two
PAESE: Francia
DURATA: 105 minuti



Foto
Foto

Ci sono alcuni film dei quali, fin dalla prima sequenza, riesci a ipotizzare lo svolgimento, prefigurare lo sviluppo degli eventi, azzardare il destino dei personaggi. Questo tipo di pellicole rassicurano lo spettatore, lo cullano per sentieri già percorsi, e quando il finale non si discosta poi molto da quello immaginato in precedenza l’effetto è quello della conferma liberatoria e riconciliante. Personal Shopper, diretto da Olivier Assayas nel 2016 e insignito del Prix de la mise en scène a Cannes, non rientra in questa categoria. Kristen Stewart è Maureen, una giovane americana che vive a Parigi e svolge la mansione, appunto, di personal shopper per una diva, Kyra, i cui impegni le impediscono di comprarsi i vestiti in prima persona.

Kristen Stewart è la protagonista assoluta del film, straordinaria nel donare anima e corpo (si mostra nuda in più di una sequenza) a un personaggio alienato, dolente, lacerato, con una performance che svaria dall’anaffettività più rigida a un sottile erotismo.

Il mestiere della protagonista consiste quindi nello spostarsi da una boutique d’alta moda all’altra per ampliare il guardaroba della sua capa, scegliendo fra splendidi vestiti griffati e lussuose scarpe che è costretta soltanto ad ammirare senza poter indossare.
Foto
Ma le bizzarrie riguardo Maureen non si fermano qua: oltre a fare un lavoro assurdo ha anche la capacità sovrannaturale di comunicare coi morti, è una medium. Ed è a Parigi perché là è morto suo fratello gemello, Lewis, anch’egli sensitivo. Maureen visita i luoghi abitati dal defunto fratello in attesa di qualche segno rivelatore, cercando di seguire le manifestazioni spettrali per elaborare il lutto.
La protagonista del film non si ferma mai: in treno, in motorino, in macchina, in aereo, è costantemente in movimento, come se il suo affaccendarsi e correre avanti e indietro potesse esorcizzare la sua stasi interiore, la sua incapacità di accettare la mancanza del fratello.
Foto

Personal Shopper è una storia di fantasmi, quindi. Ma non si tratta soltanto di spiriti tormentati: è un film che indaga le manifestazioni dell’immateriale e le sue conseguenze sulla concretezza materiale. Ci sono tre assi tematici, nell’opera di Assayas, che convergono in questa sparizione della materialità: i fantasmi comunemente intesi, la virtualità introdotta dalla tecnologia e l’astrattismo nell’arte.
Foto
Foto
Sia che si tratti di inquietanti presenze vaganti nell’oscurità, di una conversazione in chat con uno sconosciuto (una sequenza magistrale, in cui lo schermo dello smartphone diventa un soggetto drammaturgico potentissimo), sia dei quadri di una pittrice svedese, Hilma af Kint, pioniera dell’astrattismo; ciò che manca, in tutti e tre questi ambiti, è il corpo, la figura umana, la persona.
Assayas filma un’opera complessa, non convenzionale, inquietante e irrisolta; poiché non si possono chiudere definitivamente le questioni relative al negativo della realtà è impossibile comprendere totalmente l’Assenza.

Immagini tratte da:

www.mymovies.it

Share

0 Commenti

14/5/2017

Prometheus

0 Commenti

Read Now
 
Foto

di Federica Gaspari

DATA USCITA: 14 settembre 2012
GENERE: fantascienza, horror
ANNO: 2012
REGIA: Ridley Scott

ATTORI: Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Guy Pearce, Logan Marshall-Green, Sean Harris
SCENEGGIATURA: Jon Spaihts, Damon Lindelof
FOTOGRAFIA: Dariusz Wolski
MONTAGGIO: Pietro Scalia
MUSICHE: Marc Streitenfeld
PRODUZIONE: Brandywine Productions, Dune Enterteinment, Scott Free Productions
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA
DURATA: 124 min
Foto

Lo scorso 11 maggio l’ultimo lavoro del regista Ridley Scott è approdato nelle sale italiane. Alien: Covenant riporta in vita il mito di Alien nato quasi quarant’anni fa e alimentato da una fortunata serie di film capaci di rivoluzionare l’immaginario comune della fantascienza e dell’horror. Questo nuovo capitolo, prequel delle pellicole originali, è tuttavia il sequel di uno dei titoli più discussi nella storia delle grandi saghe cinematografiche: Prometheus. Distribuito nel 2012 e diretto dallo stesso Scott, questo strano esperimento inizialmente si presentava come un’interessante indagine sulle origini del mito, sulla provenienza degli inquietanti alieni xeno-morfi. Dopo la visione, però, il film è diventato oggetto di accese discussioni tra fan, delusi dalla rielaborazione delle tradizioni, e nuovi appassionati, affascinati dalla mitologia svelata in poco più di due ore.

Foto

Il duo Spaiths – Lindelof alla sceneggiatura sceglie di raccontare questa storia, questo nuovo tassello nell’universo Alien, a partire dalla fine del XXI secolo, periodo in cui la determinata coppia di archeologi, Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) e Charlie Holloway (Logan Marshall-Green), riporta alla luce un misterioso e curioso dipinto rupestre raffigurante quella che sembra essere una mappa stellare che potrebbe fare chiarezza sulle origini della vita sulla Terra e rivelare interessanti aspetti sconosciuti dell’universo.

Pochi anni dopo, grazie all’intervento dell’imprenditore Peter Weyland (Guy Pearce), prende il via la missione d’esplorazione spaziale Prometheus, destinata a scoprire molto più di quanto sperato tra imprevisti e spaventose e inaspettate rivelazioni sugli “Ingegneri”, figure antiche che secondo Shaw e Holloway sono i veri artefici della vita sul pianeta azzurro.

Foto

Spesso gli appassionati di una serie come questa vorrebbero conoscere ogni dettaglio, ogni singolo particolare dell’universo di personaggi e luoghi immaginato nel 1979 e arricchito, capitolo dopo capitolo, di risposte a iniziali dubbi ma anche di nuove insistenti e curiose domande. Parallelamente, però, si sviluppa una sorta di timore, una paura di rimanere delusi davanti alle promesse di grandi rivelazioni. Prometheus non nasconde il suo ambizioso obiettivo: fare luce nei punti meno chiari della saga e unire il tutto con riflessioni filosofiche sul significato della creazione. Questo è contemporaneamente un pregio e un difetto di un film ammirevole nei suoi intenti ma fragile nella sua realizzazione, intrappolata nei rigidi canoni imposti dalla tradizione degli alieni più celebri del grande schermo.

Nel cast figurano nomi importanti che in tempi recenti hanno saputo farsi riconoscere in diversi generi. La grande numerosità dei componenti dell’equipaggio Prometheus, però, non facilita l’approfondimento di alcuni personaggi secondari che non riescono a inserirsi perfettamente nel puzzle della narrazione. Noomi Rapace e Michael Fassbender, invece, sono perfettamente a loro agio nei ruoli di protagonisti: la prima è una scienziata mossa da solide convinzioni radicate profondamente nell’infanzia, il secondo è un robot capace di regalare al cinema una nuova e lodevole rappresentazione degli androidi.

Gli effetti speciali, candidati al premio Oscar, nel complesso funzionano ma non riescono a lasciare a bocca aperta, proprio come lo stesso film che, nonostante i numerosi spunti, non convince completamente pur risultando gradevole


Immagini tratte da:


Immagine 1: Locandina – www.avp.wikia.com
Immagine 2: Michael Fassbender – www.independent.co.uk
Immagine 3 Navicella – www.nehovistecose.com

Share

0 Commenti

13/5/2017

The Judge

0 Commenti

Read Now
 
Foto
di Vanessa Varini
Anno: 2014
Durata: 141 min
Genere: drammatico
Regia: David Dobkin
Fotografia: Janusz Kaminski
Musiche: Thomas Newman
Cast:
Robert Downey Jr.: Henry "Hank" Palmer
Robert Duvall: Joseph Palmer
Vera Farmiga: Samantha Powell
Vincent D'Onofrio: Glen Palmer
Billy Bob Thornton: Dwight Dickham
Jeremy Strong: Dale Palmer
Dax Shepard: C.P. Kennedy
Leighton Meester: Carla Powell
Ken Howard: giudice Warren
David Krumholtz: Mike Kattan
Balthazar Getty: Deputato Hanson
Denis O'Hare: Doc Morris
Grace Zabriskie: Mrs. Blackwell
Sarah Lancaster: Lisa Palmer
Emma Tremblay: Lauren Palmer

Foto
Hank Palmer (Robert Downey Jr.) è un avvocato difensore specializzato nel tenere fuori dal carcere i peggiori colpevoli di Chicago. Tempo fa aveva lasciato la sua città natale, Carlinville, nell'Indiana, perdendo ogni contatto con la famiglia di origine, con l'unica eccezione della madre. Quando una telefonata gli annuncia che questa è improvvisamente deceduta, Hank ritorna a Carlinville dove si confronterà con il padre Joseph (Robert Duvall), giudice della contea, uomo severo che non ha mai approvato il carattere ribelle del figlio. Quando Hank sta per tornare a Chicago il fratello maggiore Glen lo avverte che il padre è stato accusato di omicidio. Sarà Hank a difenderlo o Joseph non accetterà il figlio come suo avvocato?
The Judge è un film del 2014 del regista David Dobkin che è stato scelto come film d'apertura del Toronto International Film Festival. È un dramma familiare, non solo per i diverbi tra Hank e Joseph, ma anche per i problemi tra Hank e Glen;  inoltre, i rimorsi con il terzo fratello, Dale, per un errore di gioventù, non permette a nessuno di vivere con felicità la propria vita. The Judge affronta temi molto forti: la morte di un familiare, il difficile legame tra padre e figlio, il passato che ritorna, il processo per omicidio, la malattia di Joseph. La sceneggiatura riesce ad amalgamare il tutto alla perfezione, aggiungendo anche degli sprazzi ironici e simpatici che alleggeriscono le scene drammatiche del film. Inoltre, The judge è sorretto dalla bravura dei due attori protagonisti: Robert Downey Jr. e Robert Duvall, molto convincenti nei ruoli di Hank e Joseph.

Foto
I dialoghi tra i due carismatici attori sono i momenti più belli dell'intera pellicola! Duvall è bravissimo sia nei momenti drammatici che in quelli leggeri e la sua nomination agli Oscar e ai Golden Globe del 2015 è stata più che meritata. Non è facile dare vita a un personaggio burbero ma a tratti dolce e mostrare gli aspetti negativi e più difficili della vecchiaia (vedi scena della doccia) e della malattia in modo vero, convincente e sensibile.  Robert Downey, famoso per aver interpretato personaggi invincibili e geniali come Tony Stark, l'uomo d'acciaio in Iron Man e in The Avengers, e Sherlock in Sherlock Holmes, qui è perfetto nei panni dell'avvocato sbruffone dal passato difficile (come lo stesso attore, ragazzo ribelle che da giovane ha avuto problemi di droga e un brusco rapporto con il padre).

Foto
Bravi anche i coprotagonisti, come Vincent D'Onofrio nei panni di Glen e Vera Farmiga in quelli di Sam, ex fidanzatina di Hank ai tempi della scuola. L'unico difetto di The Judge è la durata del film: la vicenda giudiziaria è molto estesa; tuttavia, il susseguirsi delle deposizioni, delle scelte dei giurati, delle arringhe e degli interrogatori appassionerà gli amanti del genere. Resta un grande film con un cast straordinario: assolutamente da non perdere!

Immagini tratte da:

- https://mr.comingsoon.it/ https://mr.comingsoon.it/
- http://static.panorama.it/
 

Share

0 Commenti

7/5/2017

Aquarius

0 Commenti

Read Now
 
Foto

di Maria Luisa Terrizzi


Foto

DATA USCITA: 15 dicembre 2016
GENERE: Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Kleber Mendonça Filho
ATTORI: Sonia Braga, Irandhir Santos, Maeve Jinkings, Carla Ribas, Julia Bernat
SCENEGGIATURA: Kleber Mendonça Filho
MONTAGGIO: Eduardo Serrano
PRODUZIONE: CinemaScópio Produções, SBS Productions
DISTRIBUZIONE: Teodora
PAESE: Brasile
DURATA: 140 Min

Cartoline in bianco e nero, frammenti di un passato lontano dove a rincorrersi sono visioni di incantevoli spiagge, palme e palazzi panoramici. Il mare. E le onde nella notte, mentre Hoji dei Taiguara risuona nostalgica. Saudade.

Se un brivido scorre lungo la pelle alle prime scene di Aquarius, sì, è probabile si tratti di saudade. E chi meglio di un cineasta brasiliano avrebbe potuto esprimerla?
Foto

Kleber Mendonça Filho, classe 1968, realizza un lungometraggio di circa due ore che è un viaggio delicato e passionale attraverso l’esistenza di donna Clara (Sonia Braga), giornalista e critica musicale, ormai ultima inquilina del disabitato palazzo Aquarius, prospiciente le magnifiche spiagge di Recife.
Foto

Una vita vista mare, sulle note della buona musica brasiliana (da Roberto Carlos passando per Maria Bethania, fino a Gilberto Gil), all’interno di un appartamento sui toni dell’azzurro ammobiliato con gusto e raffinatezza dall’alternativa signora.
Foto

Una donna forte e decisa, temprata dalla battaglia contro una grave malattia in gioventù, che vive la vita assaporandone con intensità ogni momento, pur facendo i conti con le ferite e gli errori del passato.
Foto

Bambina e vecchia insieme, agguerrita e sognatrice, madre e nonna ma anche creatura sensuale, ribelle e anticonformista, Clara si batte nonostante le (non così!) velate minacce e i tentativi di intimidazione, contro l’imprenditoria e la speculazione edilizia. Contro un mondo di relazioni clientelari e corruzione. Un mondo senza valori, per il quale l’imperativo categorico è monetizzare e in cui qualunque ostacolo non rientri o interferisca con la logica del business va legittimamente eliminato.

Diviso in tre capitoli, Aquarius è un film dal ritmo lento ma teso. Grazie all’utilizzo del piano sequenza e alla giustapposizione delle tre parti riesce quasi a sfumare i confini tra narrazione e realtà, permettendo una partecipazione immersiva dello spettatore.
Foto

Candidato alla Palma d’oro a Cannes 69, il film ha scatenato diverse polemiche per via della connotazione politica della vicenda e dello schierarsi apertamente del regista dalla parte della Presidentessa del Brasile Dilma Rousseff, destituita nel maggio del 2016.
Al di là della trappola evitabile di cliché, di facili dicotomie populistiche e di un finale per certi aspetti deludente, la pellicola lascia qualcosa. Un sentore, un che di malinconico e per converso di vitale, si impone attraverso il connubio tra l’espressività insuperabile della Braga e musiche intriganti dal sapore di ieri. Atmosfere che illuminano momenti sparsi qua e là nell’arco dei 140 minuti a colorare il presente narrativo della patina del ricordo. Emozionale sembra l’aggettivo più adatto a descrivere una pellicola dal sapore malinconicamente nostalgico.


 Immagini tratte da:

-Immagine 1 da  http://au.rialtodistribution.com/aquarius.html
-Immagine 2 da http://www.opopular.com.br/editorias/magazine/sonia-braga-endossa-protesto-contra-temer-em-sess%C3%A3o-de-aquarius-em-ny-1.1161077
-Immagine 3 da https://www.timeout.com/london/film/aquarius
-Immagine 4 da  http://movieplayer.it/articoli/aquarius-intervista-a-kleber-mendonca-filho_16863/
-Immagine 5 da http://www.ecodibergamo.it/planner/dettaglio/aquarius_1067384_832/
-Immagine 6 da http://www.opopular.com.br/editorias/magazine/sonia-braga-endossa-protesto-contra-temer-em-sess%C3%A3o-de-aquarius-em-ny-1.1161077

 

Share

0 Commenti

7/5/2017

Taboo – la serie ideata da Tom Hardy e Steven Knight

0 Commenti

Read Now
 
La coppia Hardy/Knight torna dopo il cult movie Locke e lo fa sul piccolo schermo, conquistando i favori di critica e pubblico e ottenendo il rinnovo per una seconda stagione dalle major FX e BBC One. [NO SPOILER]

Foto
di Salvatore Amoroso
Titolo originale: Taboo                  
Paese: Regno Unito
Anno: 2017
Genere: period drama, noir
Stagioni: 1
Episodi: 8
Regia: Kristoffer Nyholm, Anders Engström
Sceneggiatura: Steven Knight, Chips Hardy
Colonna sonora: Max Richter
Fotografia: Mark Patten
Casa di produzione: Scott Free Productions, Hardy Son&Baker
Cast: Tom Hardy (James Keziah Delaney); Leo Bill (Benjamin Wilton); Oona Chaplin (Zilpha Geary); Jessie Buckley (Lorna Bow); Stephen Graham (Atticus); Micheal Kelly (Edgar Dumbarton); Jefferson Hall (Thorne Geary); Jonathan Pryce (Edgar Dumbarton).

Foto
Foto
Siamo nella Londra del 1814 e James Keziah Delaney fa ritorno per il funerale del padre, dopo aver passato molti anni in Africa. È un avventuriero, un commerciante, un ex marinaio della Compagnia delle Indie dilaniato da feroci sensi di colpa provenienti dal suo oscuro passato. Il suo ritorno non viene visto di buon occhio dalla comunità, che vede in lui la stessa follia del defunto padre. In mezzo a una città in decomposizione, consumata dagli inganni e dalla corruzione, Delaney dovrà non solo difendersi dal passato ma dai continui attacchi della Compagnia, della Corona e degli americani, tutti interessati alla baia di Nootka, un lembo di terra che ha ereditato dal padre.
Foto
È l’Inghilterra del primo Ottocento a fare da sfondo a Taboo, la serie tv nata dalla collaborazione fra FX e BBC One e creata da Tom Hardy insieme al padre Edward "Chips" Hardy e a Steven Knight. L’idea che sta alla base di Taboo è venuta all’attore nel 2007 mentre era impegnato nelle riprese della miniserie tv Oliver Twist. In quell’occasione Hardy interpretava il personaggio di Bill Sikes, un feroce criminale. La sceneggiatura della nuova serie, in onda attualmente su Sky Atlantic, è affidata a Steven Knight che con l’attore è giunto alla terza collaborazione, i due hanno ottenuto molto successo con il film Locke.
Foto
Uno degli aspetti più interessanti della serie è la regia, affidata a ben due registi. Un solo “direttore d’orchestra” non sarebbe bastato per conferire a Taboo quell’aria dark che la contraddistingue. Così per il progetto sono stati coinvolti due dei maggiori talenti del genere definito “noir scandinavo”: i primi quattro episodi sono diretti da Kristoffer Nyholm (noto alla tv britannica per l’ottima serie: The Enfield Haunting), mentre dei restanti quattro se ne occupa Anders Engström. Il protagonista di questa serie è un uomo misterioso, avvolto da un oscuro alone di magia mista a brutale sofferenza. A interpretare James Keziah Delaney è lo stesso Tom Hardy, che parlando del suo personaggio in un’intervista all’Indipendent ha dichiarato: “È atroce! Non è solo un cattivo ragazzo su una rombante Harley Davidson che scorrazza in città. Il personaggio di James Delaney ha un’anima dark, un bagaglio che conduce lo spettatore attraverso scenari tutt’altro che piacevoli. Tutto ciò, in realtà, ha un senso, altrimenti perché chiamarlo proprio Taboo?”.
Foto
Nella grande famiglia di Taboo sono almeno due i nomi altisonanti che hanno concorso alla statuetta degli Oscar durante la carriera. Tom Hardy è stato nominato come miglior attore non protagonista per Revenant nel 2016, mentre il produttore esecutivo della serie Ridley Scott ha in attivo quattro nomination (come miglior regista per Thelma & Louise, Il Gladiatore e Black Hawk Down e per il miglior film per Sopravvissuto – The Martian). Nel cast di Taboo non mancano giovani talenti, che muovono i primi passi della carriera, come ad esempio l’eccentrico Scroobius Pip. Al fianco delle novità attoriali possiamo trovare star già note sul piccolo schermo, come Michael Kelly da House of Cards, Jefferson Hall da Vikings, Jonathan Pryce e Oona Chaplin da Game of Thrones.
Nonostante la sceneggiatura un po’ troppo ingessata e incentrata eccessivamente sul personaggio, cucito addosso alla ruvida e imponente fisicità dell’attore Hardy, vi consigliamo questa serie, per la sua cura nei dettagli e le atmosfere coinvolgenti. Taboo non sarà di certo una novità sul mercato, ma si lascia guardare e lo spettatore non si annoia.

Immagini tratte da:
Locandina: Movieplayer.it
Immagine 1: wpolityce.pl
Immagine 2: tbirdstudios.com
Immagine 3: Mtv.com
Immagine 4: Youtube.com


Share

0 Commenti
Details

    Archivi

    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Agosto 2022
    Luglio 2022
    Giugno 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016

    Categorie

    Tutti

    Feed RSS

Contatti:
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo