Di Federica Gaspari
La carriera di un regista può spesso vivere vertiginosi alti e bassi, in un costante susseguirsi di film dalle alterne fortune con pubblico e critica. La storia del cinema insegna che quasi tutti i grandi autori sono inciampati in almeno un passo falso, cercando sempre di rialzarsi dimostrando nuovamente il proprio talento. Con le attuali dinamiche del cinema, dominate da oligarchie dell’intrattenimento e regolate da franchise sorretti dagli stessi inguaribili e giudicanti fan, un umano errore, un calcolo sbagliato con un film ricco di aspettative può però determinare la fine di un sogno nella settima arte. Secondo questa visione, in molti hanno archiviato con un pizzico di compiacimento l’esperienza cinematografica di Rian Johnson dopo il tanto discusso e sbilanciato Star Wars: Gli ultimi Jedi. A due anni dalla funesta incursione nella galassia delle grandi produzioni, il regista statunitense torna al cinema con una nuova scommessa inaspettata quanto ordinaria. Johnson, infatti, per la svolta non sceglie un ritorno alle origini indie ma si mette nuovamente alla prova con quello che, sulla carta, ha tutti gli indizi che lo portano a essere un film classico, senza infamia né lode. Con Cena con delitto – Knives Out, tuttavia, il regista si approccia ai temi più tradizionali del genere con verve e toni frizzanti e freschi, sfruttando al meglio un cast di nomi d’eccellenza in una narrazione ammiccante, ammaliante e consapevole dei limiti dettati dal suo immaginario ma soprattutto conscia delle sue potenzialità fuori dal comune. L’improvvisa morte di Harlan Thrombey (Christopher Plummer), scrittore di gialli di grandissima fama, sconvolge i piani di un’intera famiglia abituata agli agi e alle comodità dettate dal successo guadagnato e consolidato negli anni dal patriarca. L’impareggiabile investigatore privato Benoit Blanc (Daniel Craig) viene misteriosamente coinvolto nelle indagini di quello che all’apparenza è un banale suicidio. Le ricerche e gli indizi, tuttavia, porteranno a galla dinamiche e rapporti ben diversi da quelli costruiti artificiosamente per un primo sguardo distratto. Le prime sequenze, i movimenti di camera e le scelte stilistiche operate di Johnson chiariscono sin dal principio i riferimenti, in alcuni passaggi omaggiati esplicitamente, di questo “moderno giallo deduttivo”. Il trailer, con poche ma significative inquadrature, richiamava abilmente il mondo dei romanzi di Agatha Christie, attingendo a piene mani da strutture narrative fortemente segnate da stereotipi e figure sopra le righe. Johnson, con astuzia e maestria, piega alle sue necessità questi canoni costruendo e introducendo gradualmente un gruppo di sospettati vivacemente definiti nelle loro personalità – macro-sfumature di una precisa classe sociale attuale - da gesti, costumi e colori. Questo apparente e massiccio utilizzo degli schemi del giallo tradizionale, tuttavia, rivela anche interessanti sguardi sulla società, sull’ipocrisia dell’upper class e sulla genuinità dei rapporti più semplici e, forse, ingenui. Prendendosi anche qualche irriverente soddisfazione nel tratteggiare anche i suoi haters – chi se non il più giovane tra i Thrombey? -, Johnson si aggira tra le eleganti stanze della dimora della vittima come il miglior giocatore di Cluedo si avventura sulla plancia da gioco. Il regista e sceneggiatore, però, alza la posta in gioco scommettendo su un gruppo di noti attori in ruoli estremamente distanti da quelli con cui sono diventati celebri. È il caso di Daniel Craig, brillante nelle vesti di un eccentrico detective costantemente sopra le righe ben distante dai suoi granitici uomini d’azione. Lo stesso accade con un Chris Evans alle prese con un giovane ereditiere spocchioso e opportunista con la risposta sempre pronta in una ballerina e incalzante sceneggiatura con ogni battuta al punto giusto. Con questo gioco di ribaltamento dei ruoli, Knives Out si rivela vincente e appassionante ben più di un semplice divertissement. Johnson si diverte a ingannare e depistare il pubblico ma senza dubbio è molto chiaro e trasparente su un aspetto: il suo talento nella settima arte deve essere indiscutibile. Immagini tratte da: https://www.torinofilmfest.org
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Giugno 2023
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