di Matelda Giachi
“I’m Woman, Hear Me Roar”: sono una donna, sentimi ruggire, è come comincia una famosa canzone del 1971 di Helen Reddy ed è come il personaggio di Crudelia si presenta al pubblico, quando si appresta a raccontare la sua storia. Una citazione per nulla casuale in un film in cui la colonna sonora meravigliosamente rock, in parte originale ma in massima parte vintage, è tra gli elementi portanti e più potenti della narrazione.
Cruella, Crudelia per noi in Italia, non necessita di molte presentazioni, dal momento che si ricollega al classico Disney del 1961, La Carica dei !01, rispetto alla cui storia si va a collocare temporalmente prima, come prequel, raccontando le origini della sua diabolica cattiva così come già avvenuto con Maleficent rispetto a La Bella Addormentata nel Bosco. La giovane Crudelia in carne, ossa e capelli in bianco e nero, è una lanciatissima e carismatica Emma Stone, alla massima espressione del suo talento attoriale. Una giovane donna con un passato traumatico, una forte personalità, anticonformista e piena di intelligenza e talento; ancora molto lontana dall’ossessionata cacciatrice di dalmata del cartone. E’ proprio quest’evoluzione del personaggio che il film vorrebbe raccontare, ma la sua scrittura fallisce: non riesce a trovare una spiegazione degna e la sceneggiatura si perde non tanto nella, se vogliamo, banalità della scelta della svolta narrativa, quanto piuttosto nelle numerose incoerenze della trama date dal voler giustificare a tutti i costi la cattiveria di Crudelia, perché nessuno nasce cattivo. O così vuole mamma Disney. Si cuce addosso alla protagonista uno sdoppiamento di personalità psicotico che in realtà non c’è; semplicemente dominata da rabbia e delusione, sceglie di far prevalere il suo lato più oscuro. La vendetta e non il perdono. Così come Crudelia, in fin dei conti, non è poi così cattiva, allo stesso modo Orazio e Gaspare tanto scemi non sono ma piuttosto i fratelli che uno vorrebbe sempre avere nella vita. Per non parlare del fatto che, dopo tanta fatica per spiegare l’odio nei confronti dei dalmata, sul finale sembra quasi nascere invece un rapporto d’amore con la specie. E vissero tutti felici e confusi.
Se la trama mostra segni di debolezza, Emma Stone ed Emma Thompson sono le rocce che reggono tutto il film con la loro bravura. Crudelia è un lavoro mastodontico sul piano della recitazione ma anche su quello della scenografia e ancor più dei costumi, la cui autrice, Jenny Beavan, non ci si stupisce sia già due volte premio Oscar (per Camera con Vista e Mad Max: Fury Road). Stride l’uso della computer grafica in diversi punti, troppo palesemente finti e sono invece un tripudio le scene che si lasciano guidare e si sviluppano sulla musica (letteralmente: la musica è stata diffusa sul set, lasciando che servisse da ispirazione).
Un film che, con una sceneggiatura forte, avrebbe potuto essere una bomba. Sicuramente non per bambini, nonostante l’ipocrisia disneyana del fumo messo a bando da tutti i suoi film, che ha costretto alla riscrittura di uno dei suoi personaggi più famosi e che rasenta l’inutilità almeno quanto la scena post credit forzatamente inclusiva. Una curiosità: Crudelia aveva già avuto un volto umano, in quello che potremmo definire come l’antesignano dei live action Disney, ed era quello di Glenn Close, il cui nome figura qui tra i produttori esecutivi
Voto: 6/7 Immagini tratte da: www.mymovies.it www.radiotimes.com www.cinematographe.it www.insidethemagic.net www.imdb.com [foto 5] Trailer:
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Marzo 2023
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