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GENERE: Biografico
ANNO: 2017 REGIA: Lisa Azuelos ATTORI: Sveva Alviti, Riccardo Scamarcio, Jean-Paul Rouve, Alessandro Borghi, Patrick Timsit, Vincent Perez, Nicolas Duvauchelle, Niels Schneider, Brenno Placido SCENEGGIATURA: Lisa Azuelos FOTOGRAFIA: Antoine Sanier MONTAGGIO: Baptiste Druot MUSICHE: Jean-Claude Petit PRODUZIONE: Bethsabée Mucho, Pathé Production, TF1 Films Production, Universal Music Group PAESE: Francia, Italia, Marocco DURATA: 124’
Una diva affascinante ed eclettica, magnetica e intensa, quella tratteggiata da Lisa Azuelos intorno alla figura di Jolanda Gigliotti, al secolo Dalida (S. Alviti). Sono passati trenta anni dalla sua tragica scomparsa nel 1987 ma la personalità divistica della cantante continua a far parlare di sé: questa volta lo fa attraverso il biopic omonimo, una produzione italo-francese, distribuita in Italia direttamente per il piccolo schermo su RaiUno.
Un’esistenza inquieta e appassionata in cui, procedendo negli anni, emerge un contrasto destinato ad approfondirsi: quello tra la diva affermata e irresistibile e la donna, bisognosa di un nucleo familiare stabile e sicuro. Talentuosa, conturbante e sensuale, non altrettanto fortunata con gli uomini. Tanti i suoi amori, nessuno dei quali a lieto fine: dal marito e produttore discografico Lucien Morisse (J-P. Rouve), al bohémien pittore polacco Jean Sobiesky (N. Schneider), passando per lo studente italiano Lucio (B. Placido), fino al mantenuto Richard Chanfray (N. Duvauchelle), con cui intratterrà la relazione più lunga della sua vita, durata circa nove anni. Al centro, come uno spartiacque, l’incontro, a Sanremo 1967, con Luigi Tenco (A. Borghi), l’inquieto cantautore genovese, appassionato lettore di Heidegger e aspramente critico nei confronti dello star system di quegli anni e degli interessi della nascente industria discografica.
L’amore per Tenco e il suicidio del cantante sono eventi destinati a lasciare una traccia profonda nell’animo di Dalida, già provato da un’infanzia difficile così come sarà per la drammatica fine di Lucien e per la conclusione della relazione con il giovanissimo studente italiano. Dopo una serie di sfortunati eventi, una nuova stagione professionale tra la tv e i teatri, la porterà a 46 anni, a raggiungere il successo anche in America, al ritmo della disco-music. Ma neanche questo basterà a placare un male di vivere che la divora.
Una lunghissima carriera costellata di riconoscimenti, fama, successo e altrettante delusioni personali, per una donna che, dismessi abiti di scena, lustrini e paillettes, finirà per incontrare sempre e solo la propria solitudine.
Un personaggio iconico e contraddittorio, condannato al male di vivere e al senso di colpa (tre dei suoi amanti - Tenco, Morisse e Chanfray - finirono infatti per suicidarsi). A interpretarla l’algida e ammaliante Sveva Alviti, molto somigliante alla diva. Peccato che, poco realisticamente, il suo volto rimanga pressoché inalterato col passare degli anni all’interno della pellicola. Il film mette in luce chiaramente il contrasto tra il carisma, la potenza espressiva sul palcoscenico e la fragilità della donna che sta dietro la diva. Spesso Azuelos rimane sulla superficie dei fatti, abbozzando gli eventi con poche scene che fanno leva sulla capacità evocativa delle immagini e soprattutto delle canzoni. Da Bambino a Je suis malade passando per Pour te dire je t’aime, da Il venait d’avoir 18ans a Histoire d’un amour fino a Laissez moi dancer, le canzoni raccontano con pathos la storia di una diva tormentata. Il sipario cala su una musica che, come per Tenco, continua ancora oggi a suonare. Un biopic classico e non molto innovativo che riesce, complice il personaggio di cui racconta la storia, a destare curiosità e interesse.
Immagini tratte da: http://movies.beiruting.com/2017/dalida/ http://velvetcinema.it/2017/02/08/dalida-arriva-il-film-il-15-febbraio-su-rai-1-video/ http://cinedogs.gr/whatson/dalida/#sthash.dXxHR6Yg.dpbs
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Aprile 2021
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