Ormai raccapezzarsi all'interno dei cinecomic marvel non è un'impresa facile. Come se non bastasse, con Doctor Strange, uscito in Italia il 26 ottobre, si aggiunge un nuovo tassello al complesso mosaico dei supereroi cinematografici.
Il film riprende fedelmente la storia del fumetto, concentrandosi sulla nascita dello stregone supremo Stephen Strange (personaggio creato da Steve Ditko nel 1963.). Brillante e affermato neurochirurgo, Strange (interpretato da un magistrale Benedict Cumberbatch) perde l'uso delle mani a causa di un incidente stradale. Sul baratro della disperazione a causa della carriera distrutta, si reca in Nepal per cercare di guarire. Contro ogni sua aspettativa, si troverà ad aver a che fare con una congrega di potenti stregoni. Aiutato dall'Antico (una sempre camaleontica Tilda Swinton) e da Karl Mordo (Chiwetel Ejiofor, già candidato all'Oscar per il suo ruolo da protagonista nel bellissimo 12 anni schiavo), Strange imparerà le vie della magia, salvando (come da copione, ormai) il mondo dall'ennesima minaccia soprannaturale e diventando lo Stregone Supremo.
I film Marvel ormai hanno abituato lo spettatore ad un certo modo ben preciso di fare cinema d'intrattenimento. E Doctor Strange non fa eccezione: una trama semplice ma godibile e non troppo scontata, un ritmo incalzante e una buona dose di ironia. Questa volta, molto del fascino del film è dovuto all'interpretazione di Cumberbatch: l'attore britannico è perfetto nella parte di Stephen Strange, chirurgo geniale e infallibile ma borioso e sicuro di sé, un po' Tony Stark e un po' Gregory House. Dispiace un po' non poter godere della versione originale per riuscire a gustarne appieno l'interpretazione (così come quella di Mads Mikkelsen nella parte del cattivo di turno).
In un cameo nel film Stan Lee legge su un autobus le Porte della percezione di Aldous Huxley. Non è una scelta casuale, ma una sorta di dichiarazione d'intenti: Dr Strange si inserisce in un universo nuovo. Abbandonate per un attimo le ambientazioni tecnologiche e futuristiche l'universo Marvel scopre la magia. Il nuovo tema permette alcune trovate visive davvero impressionanti: edifici che si ripiegano su se stessi e si trasformano dando vita ad architetture che ricordano le opere di Escher e strizzano l'occhio ad Inception; armi che compaiono dal nulla e viaggi astrali. Da questo punto di vista il film è riuscitissimo, e sicuramente l'esperienza 3D aggiunge qualcosa in più (finalmente!) alla pellicola. Un po' raffazzonata forse è la descrizione del percorso di crescita del protagonista. Il razionale e cinico dottore in carriera, dopo un'iniziale diffidenza, abbraccia senza troppi problemi il mondo magico, senza farsi tante domande sull'origine dei suoi poteri e sulle varie pillole zen che vengono snocciolate durante il film. Esigenze di sceneggiatura, certo, ma peccato non aver approfondito di più l'argomento.
C'è chi ha scritto che Doctor Strange rappresenta un nuovo inizio per il cinema supereroistico. Sensazionalismi a parte, sicuramente è un film divertente che si distacca per ambientazioni e temi dai suoi predecessori. Le classiche scene dopo i titoli di coda a cui la Marvel ci ha ormai abituato (stavolta ben due) spianano già la strada per un sequel.
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Marzo 2023
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