Il film più visionario e creepy della Marvel, sorprendente, imprevedibile. Raimi torna a dirigere un cinecomic senza dimenticare il suo stile. di Salvatore Amoroso ![]() Genere: Avventura, azione Anno: 2022 Regia: Sam Raimi Durata: 126 min. Sceneggiatura: Michael Waldron Fotografia: John Mathieson Musica: Danny Elfman Montaggio: Bob Murawski, Tia Nolan Distribuzione: Walt Disney Studios Paese: USA Cast: Benedict Cumberbatch (Doctor Strange); Elizabeth Olsen (Wanda Maximoff); Benedict Wong (Wong); Xochitl Gomez (America Chavez); Rachel McAdams (Christine Palmer).
La rivoluzione narrativa e cinematografica della Marvel non accenna ad arrestarsi. Anzi, si eleva e sconfina verso territori inesplorati. Kevin Feige voleva Sam Raimi alla regia e il regista statunitense non vedeva l’ora di poter girare un film Marvel. Matrimonio che per molti sarebbe stato alquanto complicato e invece il connubio tra i due mondi è decisamente riuscito, evolvendosi in una nuova dimensione che, badate bene, non snatura minimamente le identità dei due freschi sposi. Che piaccia o meno, come dimostra Doctor Strange nel Multiverso della Follia, il viaggio è ancora lungo. Anzi, non si può nemmeno più parlare di viaggio, Feige e gli studios hanno dato vita a un’epopea mastodontica e ramificata che fa dei dettagli quell’arma vincente in grado, ancora una volta, di farci sobbalzare dalla poltrona del cinema. Perché sì, anche questo è cinema; cinema che si sofferma sull’impossibile, sull’estasi, sulla sorpresa.
Film marvel numero ventotto, dove la follia regna sovrana e il tanto atteso Sam Raimi non delude le aspettative e addirittura sorprende tutti auto-citandosi e portando il suo mondo oscuro e comico all’interno dell’universo Marvel. Raimi cita La Casa, l’Armata delle tenebre, insomma tutto il franchise Horror che calza perfettamente con il personaggio del Dottor Strange, interpretato meravigliosamente da un Benedict Cumberbatch in stato di grazia e sempre più a suo agio nei panni dell’oscuro.
Davanti alle prime scene del film la sensazione di avere totalmente a che fare con un opera di Raimi è molto chiara e Cumberbatch ci dimostra subito di aver fatto suo il ruolo e segue il flusso ‘’pazzerello’’ del regista, che è riuscito a far prevalere la propria impronta in un modo semplice e conciso, vincendo nettamente il confronto con i colleghi Taika Waititi e James Gunn. Le preziose trame tessute da Feige nei quasi quindici anni non vengono affatto stravolte, ma semmai rinvigorite e piegate alla visione di Raimi che adopera come perno la sceneggiatura composta da Michael Waldron per esprimere composizioni e atmosfere piene zeppe di fantasia. Sceneggiatura oltretutto parecchio solida (oro colato rispetto al debole Spider Man: No Way Home), qui il fan-service è dosato e le sorprese vengono svelate con i giusti toni. Forse un po’ caotico il collegamento con le serie Tv Marvel, frangente interessante che potrebbe causare un effetto boomerang: lo spettatore incauto potrebbe non capire determinati collegamenti ma soprattutto la caratterizzazione di Wanda Maximoff, (interpretata da Elizabeth Olsen) quindi non si può fare a meno di vedere la miniserie WandaVision.
Il vero asso nella manica del film è l'uso "emotivo" del multiverso. Non solo un pretesto narrativo per allargare gli orizzonti e le possibilità del Marvel Cinematic Universe, ma un modo per mettere i due protagonisti Strange e Scarlet Witch (la vera e propria coprotagonista) davanti a uno specchio rotto. È solo grazie al riflesso distorto del multiverso che lo stregone e la strega vedono quello che sono attraverso, che sarebbero potuti essere o potrebbero diventare. Una consapevolezza dolorosa, che passa dal rimorso e da una serie di "se" e di "ma" che feriscono parecchio. I due eroi di Endgame cercano di trovarsi dentro le proprie varianti, è questa forse la vera grande missione: affrontare se stessi e le proprie debolezze. I portali che riesce ad aprire il nuovo volto del film ovvero America Chavez, non sono solo dei semplici passaggi ma il mezzo per poterci guardare dentro ed esplorare le proprie coscienze. La grande metafora che Raimi ci vuole donare è che la realtà è incontrollabile, siamo in balia del caos e dell’inaspettato. Sulla propria pelle, lo Stregone Strange comprende quanto sia dannoso voler controllare tutto, finendo per scendere in un incubo che farà a pezzi il suo Ego. Un ennesimo step per la Marvel, che riesce a parlare sia ai più piccoli che ai grandi, più che mai confusi in questi anni incerti e nebulosi.
Immagini tratte da: Immagine 1 - Wired Italia Immagine 2 - Team World Immagine 3 - Gazzetta dello Sport Locandina - LegaNerd
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Giugno 2023
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