di Enrico Esposito
![]() Data di uscita: 17 maggio 2018 Genere: Drammatico Anno: 2018 Durata: 102' Regia: Matteo Garrone Cast: Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Alida Baldari Calabria, Nunzia Schiano, Adamo Dionisi, Francesco Acquaroli Sceneggiatura: Ugo Chiti, Massimo Gaudioso, Matteo Garrone Fotografia: Nicolaj Brüel Montaggio: Marco Spoletini Colonna Sonora: Michele Braga Produzione: Archimede, Rai Cinema, Le Pacte Distribuzione: 01 Distribution Paese: Italia, Francia
Il successo di Dogman non è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Una delle sue fortune è consistita probabilmente nel fatto di essere stato accolto e valutato con calma, e ben presto acclamato da pubblico e critica, con la straordinaria vittoria della Palma d'Oro a Cannes per Marcello Fonte nel ruolo di "Miglior Attore Protagonista" e la selezione a rappresentante delle pellicole italiane nella categoria di "Miglior Film Straniero" ai prossimi Oscar. Uno dei segreti di questo meritato exploit per Matteo Garrone e il suo nuovo film deriva dalla matrice "italiana" della storia, dall'abilità da parte del cineasta romano di scavare a fondo all'interno del sottosuolo delle nostre città, tra le periferie soffocate dal caldo e le catapecchie come in "Gomorra". Oppure l'occhio indagatore nelle botteghe di antiquariato di "L'imbalsamatore" o dietro le porte di storie d'amore solo apparentemente comuni ("Primo Amore"). Uno sguardo "verista", che punta dritto a osservare da distanza ravvicinatissima la vita e la psicologia di persone non appariscenti, protagoniste di atti criminali commessi all'apice di un'ossessione.
"Dogman" porta sul grande schermo ancora una volta un episodio della cronaca italiana, quello riguardante la figura di Pietro De Negri, "Er Canaro", chiamato così dalla sua attività di toelettatore per cani che svolgeva nel negozio di Via della Magliana, nel quartiere capitolino di Portuense. Nella pellicola Pietro diventa Marcello, come lui un uomo del Sud (è interpretato da Marcello Fonte, attore calabrese, mentre De Negri era originario di Caltanissetta), che gestisce la sua piccola attività nel quartiere della Magliana Nuova, zona in cui la vita non è facile. Come De Negri, Marcello è un cocainomane, spaccia e vive un rapporto burrascoso con Simone (Edoardo Pesce), un deliquente del posto mal sopportato da tutti a causa del suo carattere aggressivo e irruento. Simone trascorre le sue giornate a commettere furti per mettere assieme i soldi necessari per comprare le dosi quotidiani di roba e trova nel mite Marcello il miglior complice per poter portare a termine un colpo in una villa. Marcello ha la "colpa" di prestare ascolto e di assecondare, spaventato dalle minacce fisiche di Simone. E come condannarlo? Il suo "amico" è un marcantonio che lo sovrasta, e sarebbe capace di fargli tutto, anche ucciderlo. Per questo motivo accetta, gli fa da autista durante la rapina, e accetta di ricevere pochi spiccioli dal furto. Così facendo non sa che è entrato ormai in un vicolo cieco: Simone continua a sfruttarlo e presto giunge a obbligarlo a fargli da basista per una rapina alla gioielleria adiacente al suo negozio. Il piano è semplice: Simone farà un buco nella parete di cartongesso che unisce i due negozi e Marcello lo coprirà, lasciando libero di compiere il "lavoro" all'interno del suo stabile. Non c'è facoltà di scelta per il canaro, né possibilità di opporsi. Simone ottiene quel che vuole e il mattino successivo, alla scoperta del furto, Marcello viene portato presto in centrale e interrogato per quanto accaduto. In questo momento del film si verifica uno dei punti di svolta dell'intera vicenda: al momento di deporre e accusare Simone, Marcello si dichiara colpevole della rapina e viene condannato a un anno di reclusione. Marcello sconta la pena mentre il suo aguzzino è libero e si concede un regalo: una motocicletta di grossa cilindrata con cui scorrazzare nel quartiere. All'uscita dal carcere, il canaro ritrova l'unica persona alla quale è legato con un rapporto profondo e sentimentale: la sua piccola figlia, avuta da un precedente matrimonio, con la quale trascorre bei momenti in negozio mentre si occupano dei cani, e progetta di intraprendere viaggi alla scoperta delle meraviglie del mare. Marcello torna al quartiere ma ormai è emarginato da tutti gli altri abitanti, coloro con i quali prima pranzava, giocava a calcetto e intratteneva un buon rapporto. Non hanno perdonato l'atto infame di cui si è macchiato ai danni di uno di loro, i suoi amici, e ora lo lasciano da solo, di fronte a Simone. Ma il Marcello reduce da un anno di carcere sembra diverso da quello di prima. Nonostante gli affari vadano male, non si perde d'animo e si rimbocca le mani per risollevare l' attività, proponendosi come dog-sitter e predisponendo un furgone con il quale organizzare una promozione dei suoi servizi. E soprattutto nel rinnovato confronto con Simone le cose cambiano. Marcello non è più succube, cerca vendetta, e si rende conto che grazie all'astuzia può prendersi la rivincita. Ci si approssima così al finale di "Dogman". Un epilogo in pieno stile Garrone, funambolico e forse non atteso, ma che si può considerare ineluttabile esplosione della greve atmosfera che pervade l'intera narrazione. C'è pochissimo spazio per i sorrisi lungo l'arco della pellicola, così come per gli uomini buoni, e per l'azzurro del cielo. L'ambientazione tetra, quasi desolata che contribuisce a trasmettere allo spettatore il senso di sgomento e amarezza vissuto all'ordine del giorno dagli uomini e donne che abitano le zone della periferia italiana in cui la giustizia si fa viva a giochi fatti, quando è troppo tardi, mentre il sopruso e il silenzio ridono sino all'accidente e i poveri cristi a volte si fanno travolgere dalla disperazione. Immagini tratte dalla pagina facebook ufficiale di Matteo Garrone
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Maggio 2023
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