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3/9/2017

Dunkirk: la recensione

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Christopher Nolan ci regala uno dei war-movie più emozionanti e sconvolgenti dell’ultimo decennio. Opera unica nel suo genere, impreziosita dalla sontusa colonna sonora del maestro Hans Zimmer.

di Salvatore Amoroso
Titolo originale: Dunkirk                                  
Paese di produzione: Regno Unito, USA, Francia, Paesi Bassi
Anno: 2017
Durata: 106 min.
Genere: drammatico, storico
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Christopher Nolan
Produttore: Christopher Nolan, Emma Thomas
Distribuzione (Italia): Warner Bros. Pictures
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Montaggio: Lee Smith
Effetti speciali: Paul Corbould, Ian Corbould
Musiche: Hans Zimmer
Costumi: Jeffrey Kurland

Foto
Un silenzio assordante accompagna una curiosa pioggia di volantini. Un rumore innocuo che stride con le tre parole stampate a lettere cubitali sul foglio: “vi circondiamo”. I tedeschi hanno appena invaso la Polonia e da lì si sono mossi fino ad arrivare in Francia. Il nemico è come un’ombra, silenzioso e sfuggente, nella pellicola non vedremo mai il suo volto, solo pallottole velocissime sulle truppe inglesi.

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Dunkirk racconta lo sgombero delle truppe britanniche dalla città portuale francese. Nolan vola basso, non ha intenzione di celebrare nessuna vittoria, piuttosto dal primo all’ultimo minuto del film ci narra le vicende adrenaliniche di un gruppo di uomini abbandonato a se stesso. “Ma da qui signore riusciamo a scorgere casa”, sono queste le parole di un ufficiale a un glaciale Kenneth Branagh. Dunkirk è un film in continuo movimento, non si ha il tempo di stare fermi, non si ha la possibilità di rifiatare, lo spettatore si ritrova immerso totalmente su quella spiaggia e quasi riesce a sentire l’odore delle alghe che la marea continua a riportare sulla riva.

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Nolan ci narra con maestria i fatti accaduti durante quella settimana del 1940 (l’Italia doveva ancora scendere in guerra) attraverso tre linee narrative, con durate diverse che s’intrecciano alla perfezione in un unico racconto. La storia parte con quello che accade sulla spiaggia di Dunkirk: un soldato seppellisce il corpo di un uomo ormai deceduto, le truppe schierate continuano a rompere i ranghi per ripararsi dai continui attacchi aerei. I loro visi pallidi e scavati li rendono praticamente irriconoscibili, la sopravvivenza è il loro unico obiettivo e l’umanità è ormai un flebile ricordo. Contemporaneamente ci ritroviamo su una barca civile che, assieme a tante altre, salpa dalle coste inglesi per cercare di portare a casa quanti più soldati possibili, un padre e un figlio, eroi per un giorno, viaggiano spediti senza paura perchè sanno che in guerra ogni secondo è prezioso. Poi arriva l’elemento più nobile, quello che ogni uomo sogna di esplorare fin dalla più tenera età: il cielo, l’elemento più ricco di emozioni che vi terrà con il fiato sospeso. I lineamenti dei signori dell’aria sono quasi celestiali: capelli biondi ed espressioni fiere, i piloti dei potenti Spitfire sono i protettori delle povere pedine che aspettanno di essere imbarcate. Nel cielo ritroviamo il ruvido Tom Hardy che ancora una volta recita con una maschera sul volto, come il Bane del Cavaliere Oscuro.

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La guerra di Christopher Nolan, quella di Dunkirk, è fatta da gente senza nome che vuole solo scappare, portare a casa la pelle, che di tornare indietro ad aiutare gli altri non ci pensa nemmeno, non vi è alcuna traccia di retorica, di eroismo, di gloria: non esiste la vittoria, ma solo il contenimento di una sconfitta. Nolan ci racconta una storia di sopravvivenza e le parole finali dell’ennesimo personaggio anonimo riassumono perfettamente il significato della pellicola: “surviving is enough” – “sopravvivere è abbastanza”. I veri protagonisti di questa sontuosa e affascinante pellicola sono gli elementi naturali che ci circondano: quando l’uomo combatte il suo stesso fratello compie uno degli atti più atroci e imperdonabili; ed è proprio allora che inizia a essere piccolo e insignificante; Nolan si serve proprio degli elementi naturali per ricordarcelo. Ci troviamo di fronte a un cineasta maturo che speriamo abbia intrapreso un percorso nuovo e ricco di consapevolezza. Cristopher ci sorprende poi con la scelta del maestro Hans Zimmer: non potevamo dimenticarci della maestosa colonna sonora che ci accompagna durante il film e che scandisce i ritmi come il ticchettio perfetto di un orologio svizzero. Il connubio tra Nolan e Zimmer è stupendo e alla fine del film, vi posso assicurare, tornerete a casa con il suono di quelle musiche ancora in testa. Dunkirk trasuda cinema da tutti i pori e vi consigliamo caldamente di andarlo a vedere.

Immagini tratte da:
Locandina: ScreenWeek.com
Immagine 1: Wikipedia
Immagine 2: Giornale Pop
Immagine 3: NerdPlanet.com
 
 

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