di Matelda Giachi
Emma Thompson è Katherine Newbury, pluripremiata conduttrice di un talk show notturno. Quando viene accusata di odiare le donne, il suo show comincia a perdere ascolti e lei stessa rischia di essere rimpiazzata, ordina al suo staff di assumere una rappresentante del genere femminile per salvare le apparenze, ma la questione si rivelerà più complessa del previsto.
Additato come il nuovo Il Diavolo Veste Prada, E poi c’è Katherine, del celebre film con Meryl Streep, Anne Hathaway ed Emily Blunt, ha, fortunatamente, solo la struttura di base. Ovvero una donna carismatica, di successo e dispotica che, per ragioni del tutto opportunistiche, assume una apparente sfigatella che le cambierà la vita. Il maggior pregio di questa piacevole commedia è quello di porre al suo centro il tema della diversità e di farlo senza denunce e polemiche ma con positività e soprattutto propositività. In un mondo in cui appare evidente il dominio di disparità di genere, di formazione, di razza, di età, queste non si traducono in lamentele fini a se stesse ma vengono sfidate e vinte. Un messaggio semplice e finalmente positivo. Non ci si fa scappare neanche la possibilità di una velata stoccata alle influencers in favore di una celebrazione dell’essere sull’apparire. La sceneggiatura è della sua stessa interprete Mindy Kaling, comica conosciuta soprattutto per il suo ruolo (Kelly Kapoor) nella sit-com The Office, di cui ha fatto parte non solo come attrice ma anche come autrice di molti episodi. Un lavoro ben pensato ma purtroppo incompleto, per certi versi superficiale, in cui i personaggi si evolvono in maniera coerente ma troppo repentina, soprattutto per ciò che riguarda le reciproche interazioni e relazioni.
Emma Thompson è eccezionale. Costruisce una protagonista di fortissima personalità e che, giustamente, non ha niente a che vedere con la Miranda Priestly della Streep, con un’interpretazione brillante, comica ma anche intensa, che buca lo schermo. Con questo ruolo ci ricorda il suo immenso talento, mette ben in chiaro la sua posizione di donna che, a sessanta anni, è sempre bellissima, grintosa e ha ancora molto da dire e da dare.
Complice anche il lavoro di costumisti e stylist, che hanno saputo ideare un look al passo coi tempi, sensuale e capace di esaltare carattere e femminilità senza mai essere fuori luogo rispetto all’età anagrafica. Girl Power. Quello potente. Quello vero. Voto: 7 Immagini tratte da: www.ansa.it www.cinematographe.it www.stardust.it www.coomingsoon.it
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Marzo 2023
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