di Maria Luisa Terrizzi
Non è la prima volta che il narcotrafficante colombiano Pablo Escobar è protagonista di pellicole o serie: era il non lontano 2014 quando Benicio del Toro interpretava i suoi panni nel biopic Escobar: Paradise Lost di A. Di Stefano. E ancora, un anno dopo usciva la serie Narcos (2015), preceduta qualche anno prima da Pablo Escobar: el patrón del mal (2012). Una figura, quella del criminale latino che, a distanza di tempo, continua a destare interesse con la sua carica di fascino perverso e oscuro. Presentato in anteprima fuori concorso alla 74ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, la pellicola, di cui Fernando León de Aranoa firma la regia, è il racconto dell’ascesa del criminale all’interno dei circuiti della malavita organizzata colombiana e statunitense negli anni Ottanta, della breve parentesi politica come senatore nel Parlamento di Bogotà, fino alla morte avvenuta in uno scontro a fuoco con le forze armate nel 1993. Ispirato al bestseller Loving Pablo, Hating Escobar della giornalista, nonché amante Virginia Vallejo, il film è un ritratto dell’uomo e del criminale, raccontato dal punto di vista privilegiato della donna che gli è rimasta accanto –nonostante il legame ufficiale con la moglie Maria Victoria- negli anni d’oro. Nei panni del protagonista, questa volta non Benicio del Toro ma Javier Bardem, visibilmente ingrassato per interpretare il personaggio di cui risulta molto somigliante. L’attore è accompagnato dalla propria compagna nella vita, Penelope Cruz, che presta il proprio volto a Virginia, ambiziosa e sensuale, custode di segreti scomodi. Il racconto si apre con la fuga della donna dal proprio Paese nel cuore della notte e prosegue con un lungo flashback in cui vengono toccati i momenti salienti dell’ascesa e della caduta del narcotrafficante. Un racconto di donna che coglie, tra gli eventi e le mostruosità che si susseguono, le sfumature e l’ambiguità della personalità di Pablo. Virginia è affascinata da un uomo dal duplice volto: seduttore e criminale, imbolsito ma carismatico, spietato ma irresistibile nella propria determinatezza. Un sogno, quello della passione col criminale, che pian piano rivelerà l’annunciato volto raccapricciante. Assaporate le lusinghe del denaro e della bella vita, Virginia si ridesta quando è già troppo tardi, svegliata dall’odore acre del sangue delle uccisioni, della guerriglia urbana, delle sparatorie e dal timore di perdere la propria stessa vita. Un film dalla regia asciutta, in cui non vengono fatti sconti a Escobar e ai delitti efferati commessi, nonostante ne tratteggi la figura una donna che lo ha anche amato, responsabile tra l’altro del successo mediatico del primo Escobar. Una pellicola che non annoia e che non si disperde banalmente nella storia d’amore romantica che è invece presentata, più verosimilmente, come passione erotica. La pellicola è una sorta di memoria storica particolare in cui la scelta registica ha cercato di conciliare l’oggettività del racconto con la testimonianza della donna, forse sbilanciandosi troppo nei confronti di una narrazione che si configura come un susseguirsi di fatti già saputi, che non restituisce nulla a chi già conosce la storia. Immagini tratte da: http://www.ondacinema.it/film/recensione/escobar-il-fascino-del-male.html https://www.culturamente.it/cinema/escobar-il-fascino-del-male-film-recensione/ https://www.comingsoon.it/film/escobar-il-fascino-del-male/54055/foto/ https://www.radiorioja.es/2018/03/16/escuchar-programa-hoy-hoy-16-3-18-tramo-1300-1400/loving-pablo/
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Maggio 2023
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