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GENERE: Biografico
ANNO: 2018 REGIA: Luca Facchini CAST: Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich, Davide Iacopini, Gianluca Gobbi, Ennio Fantastichini SCENEGGIATURA: Francesca Serafini, Giordano Meacci FOTOGRAFIA: Gogò Bianchi MONTAGGIO: Clelio Benevento, Valentina Girodo PRODUZIONE: Rai Fiction, Bibi Film DISTRIBUZIONE: Nexo Digital DURATA: 200’ PAESE: Italia
Il 23 e il 24 gennaio è stato distribuito in un evento cinematografico unico il film prodotto da Rai Cinema e Bibi film, Fabrizio De André - Principe Libero, che approderà sulla RAI in due puntate il 13 e 14 febbraio.
Diretto da Luca Facchini, quest’opera che sta a metà tra il piccolo e il grande schermo è un tentativo di raccontare l’uomo De Andrè al di là dell’artista, infondendo il racconto con la poetica delle sue canzoni. A prestare il volto a Faber è Luca Marinelli, uno dei giovani attori più talentuosi della nuova generazione, che affronta la sfida senza volerlo imitare (“l’ho rappresentato, non interpretato”, ha affermato l’attore in un’intervista), ma fornendo anzi una prova da grande attore. La somiglianza anche mimetica è a tratti spiazzante e pazienza se non è stata rispettata la cadenza ligure, anzi c’è da rimanere stupiti di fronte alle performances canore dell’attore romano (chi non ricorda la fantastica scena del canto in Lo chiamavano Jeeg Robot?) che esegue con naturalezza le canzoni dell’artista genovese.
Il film scorre piacevolmente, nonostante le tre ore e un quarto di durata, narrandoci una parte della vita di De Andrè: le sue prime esperienze giovanili, il conflitto col padre, odiato e poi profondamente amato, le scorribande nei vicoli chiaroscurali di una città misteriosa, le serate passate da un bordello a un bar, in compagnia degli amici Paolo Villaggio (impressionante l’interpretazione di Gianluca Gobbi, per verve comica e somiglianza fisiognomica al comico che ha creato Fantozzi) e Luigi Tenco, tutti figli di una Genova febbrile e feconda.
Le prime esibizioni in teatro, le amicizie, gli amori e i drammi, la solitudine e la gioia della condivisione, la paternità e la musica: tutte le vicende mostrate sono pervase dalla stessa vena poetica che fa splendere ancora le canzoni di De Andrè.
Un capitolo importante della vita dell’artista, e quindi nell’economia del film, è rappresentato dai due grandi amori della sua vita: la prima moglie Puny e poi l’innamoramento e le nuove nozze con la cantante Dori Ghezzi (che dalla morte del marito gestisce il suo patrimonio artistico e che ha supervisionato questo progetto filmico).
Oltre agli amori, pieni di passione e di malinconia, vengono svelati al pubblico lati inediti del mito: da un lato la passione per le donne, la goliardia leggiadra e ironica, dall’altro le sue debolezze e ossessioni, come il consumo smisurato di tabacco e alcol, la soggezione filiale nei confronti di un padre autorevole, la sua perenne inquietudine, un rapporto complicato col figlio Cristiano e il timore del palco.
Il titolo, Principe Libero, è tratto da uno dei suoi ultimi album Le Nuvole (1990), ed è a sua volta una citazione del pirata settecentesco Samuel Bellamy, quasi ad esprimere sinteticamente i suoi ideali anarchici, che nella sua opera, sono sorprendentemente in accordo con gli insegnamenti di Gesù Cristo. La complessità di un Autore, forse il più grande della moderna canzone italiana, è riflettuta sul piano filmico da un montaggio di episodi chiave che mostrano i tratti salienti di una vita giocata sempre sulla libertà e sull’amore, due elementi irrinunciabili nella visione di De Andrè.
Così, grande rilevanza ha acquisito la tragica vicenda del sequestro dell’artista e della compagna Dori Ghezzi, avvenuta nel 1979 in Sardegna. I due furono tenuti prigionieri per quattro mesi e liberati in seguito al pagamento del riscatto. Questo episodio, che quasi apre e chiude gli eventi narrati sullo schermo, dimostra la sorprendente umanità di De Andrè che nelle privazioni e negli stenti della prigionia riesce a immedesimarsi nei rapitori, che perdonerà subito dopo la liberazione.
Fabrizio De André - Principe Libero è un bel film, godibile e curato, con un cast brillante e bilanciato, una ricostruzione storica (bellissimi i costumi e le scenografie) ben fatta, dei dialoghi interessanti e mai banali che raccontano bene i vari personaggi. Sebbene il rischio di flop era alto, la visione lascia soddisfatti e ognuno può godersi il racconto nella sua autonomia ma anche come occasione di entrare in contatto con un artista e una persona unica nella cultura italiana.
2 Commenti
Teresa limatola
15/2/2018 11:29:14
Critica chiara ,esauriente e fresca che entra nei particolari Senza dilungarsi più del necessario
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Fabrizio
15/2/2018 19:26:30
Grazie mille!
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Giugno 2023
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