di Matelda Giachi
Esordio alla regia per il più volte candidato premio Oscar Viggo Mortensen, che sceglie di raccontare la storia del difficile rapporto tra un padre e un figlio. Il primo (Lance Henriksen), ormai anziano, conservatore, e affetto dalle prime manifestazioni di demenza senile, si vede costretto a lasciare la propria fattoria per trasferirsi in California, dove il figlio John (Viggo Mortensen) vive con il marito e la figlia. Due realtà, due mentalità opposte che si trovano costrette al confronto da una convivenza forzata. Il rapporto tra i due non è mai stato idilliaco e numerosi flashback ripercorrono i momenti salienti del loro rapporto, le radici dei litigi odierni.
Viggo Mortensen, dopo anni di sceneggiature scritte e di finanziamenti non ottenuti, finalmente riesce a portare su grande schermo una delle sue storie. Falling non è un racconto autobiografico ma è comunque molto intimo, personale e, come Mortensen ha portato qualcosa di sé nella sua opera, forse anche ciascuno degli spettatori vi potrà trovare un pezzo della propria, di quelle incomprensioni inevitabili in un rapporto tra genitori e figli, nessuno dei quali corrisponde mai alla visione ideale dell’altro. Mentre i fatti raccontati vanno rapportati ad una vasta e complicata realtà americana, completamente lontana dal nostro immaginario incompleto del continente USA, che si adatta giusto a new York e a poche altre grandi città, ma che soprattutto è lontana dalla realtà europea, le dinamiche di incomunicabilità reciproca sono quasi universali. E’ la seconda volta in breve tempo che il cinema porta sullo schermo la fragilità della vecchiaia e la conseguente inversione del ruolo padre – figlio. Soltanto pochi mesi fa, la sua straordinaria interpretazione in The Father ha valso un Oscar come miglior attore a Antony Hopkins. Dato il tema doloroso, ci si aspetterebbe un film di una certa pesantezza ma Mortensen riesce ad avere un approccio estremamente equilibrato, bilanciando il giusto contenuto di dolcezza e durezza; lo sguardo che si percepisce dietro la macchina da presa è quasi tenero ma soprattutto maturo. E’ un film estremamente curato nei dettagli, con un forte senso per l’estetica, impreziosito da una fotografia naturalistica che richiama Terrence Malick e, sopra di ogni altra cosa, amato da chi lo ha diretto e recitato. Falling conferma Viggo Mortensen come grande attore lo incorona come promessa della regia. Voto: 7/8
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Giugno 2023
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