di Matelda Giachi
“M'è capitata una cosa curiosa settimane fa: ho trovato il diario di una bambina. Io quel diario l'ho tenuto, perché quella vita mi piaceva! Quanto segue è ispirato a una storia vera, la storia vera è ispirata a una storia falsa...la storia falsa non è molto ispirata!”
Ambientato nella periferia romana, Favolacce è vissuto, più che raccontato, da un gruppo di ragazzini in quella fase dal confine indefinito che segna il passaggio dell’infanzia all’adolescenza. Sono bambini infelici, già disillusi e privati anche della più lieve memoria di magia. Si muovono nella vita a tentoni, sperimentando cose perché “va fatto”. Sono il frutto di una generazione di genitori incapaci, disinteressati, emozionalmente vuoti. L’incuria è la grande protagonista sulla scena, il tema dominante. I fratelli D’Innocenzo la mostrano allo spettatore in un lento soffermarsi della macchina da presa sulle case, le tavole, i giardini, l’abbigliamento. Tutto è decadente, sciatto. Un’indifferenza che inghiotte vite come il Nulla inghiotte a poco a poco il regno di Fantàsia ne “la Storia Infinita”. Favolacce è un racconto terribile, a tratti opprimente, di un’umanità che si autodistrugge a partire dall’abbandono delle nuove generazioni, un ritratto di una società che consuma ma non gusta, non gode. Una favola triste, sbagliata, lo fa intuire già il titolo che non ci si può aspettare un contenuto di fate turchine, gnomi e principesse. In fondo, molte fiabe non nascono a lieto fine, basti pensare alla crudezza dei fratelli Grimm. Ma in questo panorama desolato c’è tutta la bellezza del cinema nella sua forma più pura, della sua capacità di raccontare la vita vera quanto quella immaginata. Orso D’argento per la sceneggiatura a Berlino, il film dei fratelli D’Innocenzo segna un altro importante traguardo per un cinema italiano in rimonta, che torna a far parlare di sé e ad essere riconosciuto nel mondo per la sua capacità di scavare a fondo e di eccellere. Ma anche un traguardo personale significativo, nel veder premiata una sceneggiatura nata in realtà nel 2007 e che il cinema aveva rifiutato. Per il loro nuovo film, Fabio e Damiano scelgono il talento di Elio Germano, affiancato da volti nuovi, di cui molti giovanissimi, in quello che appare come un meraviglioso slancio di fiducia nelle nuove generazioni e di voglia di regalare opportunità. Impossibilitato ad uscire nelle sale cinematografiche, da lunedì 11 maggio, Favolacce è disponibile a fare il suo ingresso nelle case di tutti grazie alla modalità on demand di diverse piattaforme di distribuzione Voto: 8
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Giugno 2023
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