di Federica Gaspari ![]() Paese: Stati Uniti d’America Anno: 2021 Genere: fantascienza, drammatico Episodi: 10 Durata: 45-69 min Ideatori: David S. Goyer, Josh Friedman Regia: Rupert Sanders, Andrew Bernstein, Alex Graves, Jennifer Phang, Roxann Dawson Cast: Jared Harris, Lee Pace, Lou Llobell, Leah Harvey, Laura Birn, Terrence Mann Nel maggio del 1942, Isaac Asimov, autore che nei decenni a seguire avrebbe consolidato la sua reputazione come uno dei padri della fantascienza moderna, iniziò a pubblicare sulla rivista Astounding Magazine una serie di racconti brevi, storie di un futuro lontano le cui dinamiche sono decifrate attraverso l’oscura psico-storia. Alcuni anni dopo queste narrazioni sono state raccolte nei volumi del Ciclo della Fondazione, saga fantascientifica che ha influenzato grandissima parte dell’universo letterario, cinematografico e televisivo di genere. Per decenni showrunner e sceneggiatori hanno letteralmente saccheggiato questo immaginario senza mai davvero abbracciarlo, rivendicandone l’eredità. I pochi coraggiosi – o, per alcuni, sciagurati – che hanno dichiaratamente riadattato opere di Asimov si sono dovuti invece confrontare con risultati disastrosi. Con queste premesse, è stato quindi inevitabile non rimanere sorpresi davanti all’annuncio di Apple di adattare il più celebre tra i lavori di Asimov nella serie Foundation. Con l’approvazione degli eredi e uno dei budget più importanti visti per il piccolo schermo, la prima stagione ha debuttato sulla piattaforma di Apple TV+ a Settembre garantendosi già a Ottobre un rinnovo per una seconda stagione. La strada aperta dall’ideatore David S. Goyer, tuttavia, sembra essere diversa da quella promessa… In un futuro lontano, l’Impero Galattico domina l’intera e sterminata galassia esercitando il suo potere anche grazie alla conservazione di una dinastia che si rinnova attraverso una rituale clonazione generazionale. Hari Seldon (Jared Harris), all’ombra di un governo sempre più preoccupato di mantenere lo status quo, esplora i possibili sviluppi futuri della storia dell’umanità attraverso i suoi studi sulla psicostoria che lo porteranno a condividere una terribile previsione: l’Impero crollerà e l’unico modo per ricostruire una nuova società prevede la creazione di una Fondazione dedita alla raccolta delle più grandi conoscenze in un’Enciclopedia. Chiunque abbia avuto la fortuna o il piacere di avventurarsi tra le parole di Asimov può comprendere la complessità di un adattamento fedele. Il primo libro del ciclo, in particolare, oltre a essere denso di riflessioni e riferimenti, trova buona parte della sua bellezza nei salti temporali dei suoi capitoli che vedono susseguirsi generazioni di personaggi su diversi pianeti. Come può, quindi, una struttura così fortemente antologica tradursi in un prodotto fantascientifico in grado di essere d’attrazione per il pubblico del 2021? Al termine della prima stagione è allora impossibile non ritornare su questo interrogativo indissolubilmente legato al peso della definizione di un prodotto basato sui libri di Asimov. Sotto questo puro, semplice e drastico punto di vista, Foundation non è un adattamento fedele: non rispetta i personaggi originali e, soprattutto, sacrifica ben due dei suoi pilastri fondativi – la violenza come ultima scelta e l’assenza di una certa natura di personaggi – in nome di una messa in scena spettacolare, maestosa e talvolta adrenalinica in netto contrasto con i ritmi meditati delle storie di origine. Si riaccende, quindi, una delle questioni più annose nell’ambito dell’adattamento dei prodotti multimediali: fino a che livello deve essere garantita l’assoluta fedeltà alla fonte iniziale? Cosa può essere sacrificabile? Prendendo coscienza dei compromessi fatti per l’adattamento e della problematicità di questo tipo di operazione, tuttavia, Foundation si rivela gradualmente come un’esperienza narrativa estremamente coinvolgente nelle sue singole componenti. Pur non potendo vantare ancora una struttura complessiva solida al pari di Game of Thrones, sua evidente ispirazione per le trame politiche, lo show propone riflessioni genuinamente intriganti e attuali come quelle sul ruolo della scienza all’interno della società e delle sue decisioni e quelle invece legate all’umanità in quanto collettività dal destino comune. In questo senso, alcune linee narrative integrate nel passaggio sul piccolo schermo sono un valore aggiunto del prodotto stesso. È impossibile, infatti, non citare la componente narrativa legata alla dinastia imperiale dei Cleon, elemento che diventa sia un supporto delle riflessioni dello show che un ottimo escamotage per la continuità della serie stessa.
In conclusione, Foundation, pur vantando un cast convincente e un comparto tecnico eccellente per una buona prima stagione, sembra non avere ancora trovato la sua giusta dimensione. Le premesse per una seconda stagione in grado di essere davvero eccellente sono tuttavia già state introdotte e potrebbero essere le chiavi di un successo capace di pensare sul lungo termine. Immagini tratte da: www.theguardian.com www.appletvplus.com
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Marzo 2023
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