Go Home – A Casa Loro, presentato ad Alice nella città, è uno zombie movie politico che nasce con le migliori intenzioni ma delude sotto diversi punti di vista.
di Salvatore Amoroso ![]()
Paese: Italia
Anno: 2018 Durata: 84 min. Genere: horror, dramma. Regia: Luna Gualano Sceneggiatura: Luna Gualano, Emiliano Rubbi Fotografia: Sandro Chessa Musiche: Emiliano Rubbi, Eugenio Vicedomini, Franck Marrelli Montaggio: Luna Gualano Trucco: Giulia Giorgi Baburka Factory Cast: Antonio Bannò (Enrico); Sidy Diop (Ibrahim); Shiek Dauda (Fahran); Cyril Dorand Nzeugang Domche (Victor); Pape Momar Diop (Alì); Mounis Firwana (Khaled).
Chi scrive è convinto che, per nobile che sia l’esercizio dell’analisi critica, quelli che profondono le proprie forze nella realizzazione di una pellicola fosse anche solo per la grandissima mole di lavoro, la passione, e l’ampio numero di professionalità che questa richiede avranno sempre e comunque più dignità di chi si ‘limita’ a spiegare e giudicare quel lavoro dietro la trincea di una tastiera. Se però è vero che tutti i cineasti, e ancor più quelli alle prime opere, meritano grandissima comprensione e rispetto da parte della critica, è altresì vero che quello stesso rispetto è dovuto allo spettatore, e che alcuni lavori sono confezionati con una trascuratezza tanto disarmante da trasformarsi in un insulto verso chi il cinema lo prende come una cosa seria. Ahimè è proprio questo il caso di Go Home – A Casa Loro, secondo lungometraggio di finzione di Luna Gualano, che viene presentato in anteprima ad Alice nella Città nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, nella sottosezione Panorama Italia. Go Home, fatta salva la bellissima locandina siglata da Zerocalcare, la colonna sonora e la lodevole iniziativa di inclusione sociale da cui nasce, è un fallimento su quasi ogni fronte; un lavoro davanti al quale verrebbe quasi da pensare che la regista e lo sceneggiatore non abbiano mai visto un film in vita loro. Eppure Luna Gualano non è affatto una sprovveduta: ha dimostrato in molte occasioni un vivo talento nel videoclip materia di cui è anche insegnante in una nota scuola romana e con la sua pellicola precedente ha pure meritato due premi al ToHorror Film Festival; motivi per i quali questo ‘incidente di percorso’ è ancora più sorprendente.
All’autore Emiliano Rubbi va riconosciuto il merito di quello che in potenza è uno dei più geniali soggetti nei quali ci sia capitato di imbatterci negli ultimi anni. Infatti Go Home – A Casa Loro si colloca concettualmente nel solco dei migliori horror di George Romero, nei quali la componente visionaria e orrorifica diventava una piattaforma per un fortissimo messaggio politico. Mentre un gruppo di militanti di estrema destra manifesta rumorosamente al di fuori di un centro d’accoglienza per immigrati, un’improvvisa ‘apocalisse zombie’ li stermina e costringe l’unico superstite tra i fascisti (ben interpretato da Antonio Bannò) a dissimulare la propria appartenenza politica e a rifugiarsi tra quegli africani che tanto ripudia. La permanenza coatta con gli ospiti e i lavoratori del centro metterà il protagonista a stretto contatto con un mondo di solidarietà e accoglienza che è lontanissimo dal suo, fino a un finale che darà un senso profondo (e inaspettato) all’idea di partenza. Il concept alla base del film non è solo un’intuizione brillantissima, ma è anche lo specchio di quell’impegno sociale che è sempre più assente nel cinema italiano e del quale invece ci sarebbe un grande bisogno. Il messaggio della pellicola è infatti chiaro e tutt’altro che retorico, e quindi onore al merito della Gualano e di Rubbi per aver sfruttato la propria posizione di artisti e autori per lanciare un segnale di apertura e inclusione mai così necessario. Il ricorso al cinema di genere per compiere tale operazione, poi, è un altro aspetto particolarmente meritevole dei loro sforzi.
Le registe donne sono così poche e si muovono su un terreno così ostile che ci dispiace con tutto il cuore di non poter supportare proprio il film di una ragazza che in passato ha già dimostrato di avere determinazione, visione e talento. Non sappiamo cosa, nel processo produttivo e realizzativo, abbia comportato un risultato così deludente, ma è ovvio che nel rapporto tra l’artista e la sua pellicola qualcosa di importante si è rotto, e che nella confezione del film ci sono state troppe distrazioni (guai a dare la colpa solo al budget modesto). Go Home – A Casa Loro rappresenta una grande e meritoria iniziativa che coinvolge una moltitudine di forze eterogenee e che, partendo dal basso, include nella macchina produttiva anche coloro cui difficilmente viene data voce in coerenza con l’operato dell’associazione della regista, Il ponte sullo schermo, che mira a insegnare il linguaggio cinematografico alle categorie deboli e a rischio. Nel momento in cui il risultato viene inspiegabilmente incluso in un cartellone festivaliero di opere dai connotati marcatamente più professionali, però, anche la più benevola indulgenza viene messa alla prova. A Luna Gualano ed Emiliano Rubbi riconosciamo la grande intuizione iniziale, l’importanza dell’impegno politico, la determinazione di essere ricorsi in parte a un finanziamento in crowdfunding e il coraggio di fare cinema impegnato passando per il genere. Purtroppo il risultato non è quello che ci saremmo aspettati, ma siamo certi che Go Home sia solo un passo falso e che entrambi avranno ancora molte occasioni per far fruttare al meglio il proprio talento.
Immagini tratte da: Locandina: MyMovies Immagine1: Reti Solidali.it Immagine2: ScreenWeek.it Immagine3: Vimeo.com
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Giugno 2023
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