“The Long Night”, la recensione Di Matelda Giachi Il terzo episodio dell’ottava serie de’ Il Trono di Spade è stato tra i più attesi di sempre nonché tra i più contestati. Certo, vuoi la promessa di uno scontro talmente epico da farci dimenticare quello del Fosso di Helm, vuoi una battaglia mediatica che ha impennato le vendite di xanax, siamo tutti rimasti un po’ delusi o perplessi da un impatto emotivo inferiore alle aspettative. E chi dice il contrario Il Signore degli Anelli non lo ha mai visto o lo ha visto male, ed è bene che vada a colmare le proprie lacune. Ciò detto, alcune cose però potevano anche essere intuite. “The long night”. The “Night King”. Un esercito di morti… L’inverno (quella stagione in cui fa freddo e fa notte alle tre. Se non piove, sennò anche prima) che, non fosse ancora chiaro, ormai è arrivato. Per di più a Winterfell, dove la luce e la temperatura non sono poi così tropicali neanche d’estate (un nome una garanzia)… Però dovevano girare prima del tramonto perché sennò i fan non capiscono chi vive e chi muore. Ora: a nessuno è venuto in mente che, forse, (attenzione, grosso spoiler), la cosa potesse essere voluta? Così da mantenere alte la tensione e la preoccupazione per la sorte dei protagonisti. In aggiunta, il cinema spesso sfrutta la fotografia per immedesimare lo spettatore nella condizione dei personaggi del film. E’ il motivo per cui Gravity, di Alfonso Cuaròn, è nato per essere visto al cinema e in 3D, così da avere un assaggio di cosa voglia dire essere persi nello spazio. Allo stesso modo, in The Long Night, si ha un’idea delle condizioni in cui l’esercito dei vivi si trova a combattere. Dopo le nozze rosse siamo abituati a pensare che al peggio non ci sia mai fine e che quindi il bilancio dello scontro con gli Estranei sia stato, tutto sommato, benevolo e anche poco coraggioso. Effettivamente, chi non ha guardato i titoli di coda pensando: “Poteva andare peggio”? Riflettendo però a mente fredda, per ragioni di trama, le cose potevano andare poco diversamente. Daenerys e Jon erano quasi intoccabili: senza Dany, a fare a cazzotti con la dolce Cersei per il trono di Spade, chi ci andava? Si asserragliavano tutti al nord attorno al cipiglio giudicante di Lady Sansa e buonasera. Fine della serie. Uccidere Jon dopo le rivelazioni fatte sulle sue origini sarebbe stato poi un suicidio drammaturgico. Jaimie? E giocarsi la possibilità di farlo trovare di nuovo faccia a faccia con la sorella? Vederlo voltare le spalle a Cersei e cavalcare verso Grande Inverno è stata forse la più grande soddisfazione in sette serie di GoT. Stesso ragionamento sarà stato fatto per il Mastino. La morte di Sansa e Tyrion, o Gilly, tutti destinati a rimanere nascosti e protetti, avrebbe significato la sconfitta, quindi la morte di tutti e anche la fine della serie con tre puntate di anticipo. Sulla questione della sicurezza delle cripte, quando il tuo nemico è un seriale risvegliatore di morti incazzati e molesti, soprassediamo. Idem con patate se fosse morto Bran Stark, in quanto “memoria dell’umanità”. Giusto perché ci fidiamo delle parole di Sam. Ancora ci stiamo chiedendo cosa diavolo abbia fatto il giovane Stark durante tutta la battaglia. “Devo andare”. Solito svolazzamento di corvi… E quindi? Beh? Eddai, dicci! Nulla. Torna giusto per dare la sua benedizione a Theon “Sono a posto caro, adesso mi salva la sorella, muori pure in pace”. Grazie Bran per le emozioni. La sostanza è che gli sceneggiatori hanno deciso di far uscire di scena quei personaggi il cui cammino era ormai compiuto. Theon ha guadagnato la sua redenzione, Melisandre ha finalmente decifrato correttamente i messaggi nel fuoco e smesso di sacrificare gente a caso, portando a termine la sua missione. Ed ha terminato la sua guardia e Sir Jorah è riuscito a morire non divorato dalla malattia ma proteggendo e salvando la sua amata regina. Alzi la mano chi ha singhiozzato più di Daenerys. Sul fatto di non aver ucciso nessuno dei protagonisti principali, ci troviamo relativamente d’accordo. Arrivati a questo punto, nessuno è davvero marginale, tantomeno la piccola e carismatica Lyanna Mormont, che in poche puntate è riuscita a conquistare lo stesso affetto di chi c’era da sempre e della cui dipartita è impossibile non rimanere turbati. Una puntata che è stata un’alternanza di cose inspiegabili, come l’invio al macello dei poveri Dothraki, visivamente eccezionale ma tatticamente priva di senso, ma anche di attimi quasi poetici, come nel congedo tra Tyrion e Sansa nelle cripte durante i momenti più intensi dello scontro. Come non ricordare, infine, il faccia a faccia tra Arya e Melisandre anni dopo il primo incontro. Quanto è cambiato il destino della piccola Stark in tutto questo tempo? Sarà proprio Melisandre, vicina all’addio definitivo mostrato nell’epilogo della puntata, a spingere la ragazza al confronto definito con il Night King, una delle sequenze più discusse quanto riuscite di questa puntata. Dopo la battaglia con gli Estranei non resta che un solo nemico: Cersei. Il grande scontro per il trono avrà già luogo nella prossima puntata o bisognerà ancora attendere? Questa notte avremo qualche risposta! Immagini tratte da: www.mondofox.com www.denofgeek.com www.hypable.com www.t13.cl www.seriangolo.it
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Giugno 2023
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