Toni Collette regala una performance terrificante e ipnotica nei panni di una madre tormentata che affronta il male della famiglia nel debutto horror di Ari Aster presentato al Sundance Film Festival.
di Salvatore Amoroso
Hereditary ha la capacità di triplicare il battito cardiaco, ha il potere di paralizzarti, tenerti con il fiato sospeso e praticamente terrorizzarti. Era la prima volta che sentivo qualcuno in sala gridare o balzare in piedi dalla poltrona imprecando. Il debutto horror dello statunitense Ari Aster è stato descritto come Un Esorcista che punta alla nuova generazione, il che non è affatto giusto. Ari Aster, regista e sceneggiatore per la prima volta, ha attinto da altre ispirazioni: Do not Look Now e Rosemary's Baby, nei loro presentimenti e cospirazioni di orrore e di terrore. La regia, le riprese e la colonna sonora sono tutte brillanti, ma sarebbe stato tutto vano senza la straordinaria performance di Toni Collette, il suo volto è una maschera di paura e rabbia, una spaventosa Medea moderna che vive una situazione estrema. Sicuramente questa magnifica attrice otterrà la nomination in vista di febbraio.
Toni Collette interpreta Annie Graham, una donna profondamente turbata che ha una certa fama come artista contemporanea. Durante la preparazione del suo nuovo spettacolo, ovvero la creazione di una casa delle bambole in miniatura, all’artista sembra accadere qualcosa di strano. Quelle stanze minuscole illuminate con figure umane lillipuziane, gli infissi e gli arredi realizzati con dettagli e cura fanatici, provocano in Annie un forte disturbo emotivo. La brama di controllo di Annie libera la sua vena artistica frenetica, scatenando una serie di eventi violenti. Forse la sua grande disfunzione è stata ereditata dall’anziana madre, una donna violenta la cui influenza maligna ha avvelenato le vite della protagonista, del suo tranquillo marito Steve (Gabriel Byrne) e i loro figli adolescenti Peter (Alex Wolff) e Charlie (Milly Shapiro). La nonna ha insistito per prendere Charlie sotto la sua ala e ora che è morta, il suo fantasma sta perseguitando la piccola per cercare di farle rilasciare il male che è codificato nel DNA della famiglia.
La colonna sonora di Colin Stetson crea un impeto di paura, accentuando il fastidioso ma innovativo stratagemma del film che consiste nel passare dal giorno alla notte in esterni con un singolo battito percussivo, come accendere o spegnere la luce del giorno con un interruttore. Il design delle scenografie di Grace Yun e la fotografia di Pawel Pogorzelski creano una luce solare da sogno per le scene all'aperto, e al chiuso, le inquadrature serrate ma minuziose rendono le stanze incredibilmente simili alle repliche della casa delle bambole e per tutta la durata del film lo spettatore ha la sgradevole sensazione che gli esseri umani che stiamo guardando siano in realtà dei piccoli manichini animati in un'installazione satanica.
Come ogni film horror anche in questo caso riusciamo a cogliere una spiccata vena satirica. In Hereditary riguarda in parte una paura segreta e il disprezzo per gli anziani che fioriscono nella mezza età: la paura di diventare vecchi, la paura del messaggio genetico di debolezza che ci hanno lasciato, su cui non possiamo fare nulla, il successo sembra l’unica via per fuggire dai fantasmi del passato. Ma Hereditary è fondamentalmente una macchina geniale creata sapientemente per spaventarci e la performance operistica e ipnotica di Toni Collette è senza dubbio l’elemento centrale che porta la pellicola ad alti livelli. Da segnalare anche l’ottima performance di Alex Wolff, molto bravo come adolescente cool che regredisce in un ragazzino spaventato. Se state cercando un horror non convenzionale Hereditary fa decisamente al caso vostro.
Immagini tratte da: Cineblog.it Rogerebert.com SlashFilm.com ComingSoon
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Marzo 2023
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