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1/3/2020

Hunters

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di Federica Gaspari
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​Paese: Stati Uniti
Anno: 2020
Formato: serie TV
Genere: drammatico, thriller
Stagione: 1
Puntate: 10
Regia: Alfonso Gomez-Rejon, Wayne Yip, Nelson McCormick, Dennie Gordon, Millicent Shelton, Michael Uppendhal
Sceneggiatura: David Weil, Nikki Toscano, Mark Bianculli, David J. Rosen, Zakiyyah Alexander, Eduardo Javier Canto, Ryan Maldonado
Produzione: Monkeypaw Productions, Sonar Entertainment, Big Indie, Governor’s Court, Amazon Studios
Cast: Logan Lerman, Al Pacino, Jerrika Hinton, Lena Olin, Saul Rubinek, Carol Kane, Josh Radnor

​La memoria e la riflessione sugli eventi più tragici del passato recente – e non solo – sono cardini di una società consapevole in grado di comprendere se stessa e le proprie dinamiche. Spesso i processi che rendono possibile questa presa di coscienza – mai scontata – avanzano grazie all’elaborazione di tematiche complesse nel mondo dell’intrattenimento. Non mancano, infatti, illustri produzioni sul piccolo e grande schermo che in tempi più e meno vicini hanno saputo trattare la storia dell’Olocausto con diversi livelli di efficacia. Alcuni titoli hanno scelto di avvicinarsi a questo difficile argomento con la vocazione o necessità della verità. Altri, invece, hanno preferito avventurarsi tra le sue pieghe immaginando storie e svolte alternative con personaggi reali o fittizi, affidandosi così all’esplosività di una narrazione d’impatto che non rinuncia alla sua origine di intrattenimento come coinvolgimento.
 
L’ultima discussa produzione di Amazon Studios scegli tra mille polemiche la seconda strada senza mai ambire a ricercare la verità oppure a narrare eventi realmente accaduti. La serie Hunters, tuttavia, riesce a intrecciare comunque realtà e fantasia con abilità e grande sicurezza, regalando al pubblico di appassionati e non del piccolo schermo un prodotto estremamente interessante, capace di osare e rischiare fino alla fine.
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​Lo show ideato da David Weil si articola in dieci episodi che seguono la storia di Jonah Heidelbaum (Logan Lerman), giovane ebreo rimasto orfano e privo di riferimenti nella caotica New York dei riottosi anni Settanta. L’incontro inaspettato con Meyer Hofferman (Al Pacino), un anziano misterioso amico della nonna di Jonah, mostrerà agli occhi del protagonista avvenimenti e segreti mai svelati che sono il motore di una terribile e cruda operazione senza esclusioni di colpi avviata al termine della Seconda Guerra Mondiale: la caccia ai nazisti nascosti negli Stati Uniti.
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​Irriverente, tagliente e senza filtri: Hunters non ha paura di nascondere la sua natura. La narrazione si sviluppa a partire da più storie, racconti e personaggi reali ma rielabora il materiale di partenza con originalità e grande coraggio, senza paura di critiche e, soprattutto, senza avere la presunzione di raccontare la verità. Con questo obiettivo limpido e scevro da ogni tipo di ambiguità, lo show guidato da un cast eterogeneo, coeso e in gran forma sfrutta un tono tutt’altro che serioso. Sfondando ripetutamente la quarta parete, la serie riesce in breve tempo a creare un legame irresistibile con il suo pubblico. In questo modo riesce a reggere i contraccolpi nella seconda parte di una sceneggiatura a più mani grazie alla sua capacità narrativa e tematica di appropriarsi di un’estetica anni Settanta che deve molto all’immaginario pop e sociale del blaxploitation – genere dai risvolti che non sono mai stati un’esclusiva della rielaborazione tipicamente tarantiniana. Meglio, infatti, non dimenticare che dietro alla produzione si nasconde il nome di un grande cultore ed esperto del genere come Jordan Peele, artefice di grandi successi come Get Out e Noi.
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Le incertezze degli ultimi episodi, quindi, non intaccano uno show motivato e potente nonostante la sua vena d’intrattenimento. Il più grande pregio – un’arma a doppio taglio per molti critici e spettatori scettici davanti alla squadra di Al Pacino – è la scelta di non cercare compromessi, la volontà da premiare e non da reprimere di trovare una propria voce per raccontare una storia che andando fuori dagli schemi tratteggia riflessioni non banali sul ruolo della vendetta e la percezione di bene e male. Tutto questo è scomodo e spesso non mette a proprio agio. Chi, tuttavia, ha mai stabilito che una storia memorabile debba essere accomodante?
  
Immagini tratte da:
www.imdb.com
www.amazon.com

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