di Maria Luisa Terrizzi ![]() Data uscita: 22 febbraio 2018 Genere: Drammatico, Sentimentale Anno: 2017 Regia: Paul Thomas Anderson Cast: Daniel Day-Lewis, Lesley Manville, Vicky Krieps, Camilla Rutherford, Bern Collaço, Richard Graham, Jane Perry, Ingrid Sophie Schram, Sarah Lamesch, Pip Phillips, Kelly Schembri Paese: USA Durata: 130’ Distribuzione: Universal Pictures Ultima apparizione sullo schermo di Daniel Day-Lewis che troviamo nei panni dell’indiscusso protagonista del Il filo nascosto di P. T. Anderson. La pellicola è un affascinante melò che si tinge di venature gialle e di un’atmosfera sinistra che fa da sfondo alla complessità di personalità inquiete che si intrecciano in trame malate. Londra, anni ’50. Reynold Woodwood (Day-Lewis) è un affermato sarto che confeziona, all’interno dell’azienda che gestisce insieme alla sorella Cyril (Lesley Manville), abiti per l’alta moda. Attorniato da stoffe eleganti, corsetti e modelle algide ed eleganti, Reynold è uno scapolo impenitente, dedito al lavoro e a un’esistenza in cui nulla sfugge a un controllo quasi maniacale. Tutto scorre regolare fino a quando, in una locanda poco distante dalla propria abitazione al mare, incontra Alma (Vicky Krieps), giovane cameriera, destinata a rimanere più a lungo delle altre donne al suo fianco. Fin qui, Il filo nascosto potrebbe dare l’idea di un banale film d’amore, magari un amore difficile o tormentato. In realtà, la pellicola si tinge fin da subito di un’aura oscura, funerea: la martellante presenza del ricordo della madre scomparsa del sarto, la cui sagoma appare addirittura allo stesso Reynods in un momento di delirio. Un filone, quello delle presenze sovra-sensoriali, scarsamente sviluppato - lo diciamo con una punta di dispiacere - all’interno del prosieguo del film, ricco di spunti interessanti che vengono talora solo schizzati leggermente e poi subito abbandonati, per consentire all’intreccio di insinuarsi tra le pieghe del rapporto disturbato tra Alma e il sarto. Il fantasma della madre e lo strano rapporto con l’onnipresente sorella non sono gli unici elementi che trasformano una pellicola essenzialmente drammatica in un film che sceglie di aprirsi al perturbante: un gioco perverso di dipendenza vittima - carnefice permette ai due di legarsi vicendevolmente, in una relazione di esaltazione - sottomissione senza possibilità di uscita, in cui appaiono - negli sguardi e nelle espressioni appena accennate dagli attori - venature di insofferenza, sadismo e indifferenza. Una parentesi a parte per i costumi di scena, dapprima abbozzati sommariamente su un quaderno, poi diventati vivi: seta, pizzo, ricami e forme che fasciano modelle e donne della borghesia e della nobiltà, non tutte peraltro considerate dall’artista degne di indossare le proprie creazioni, investite di un valore quasi sacrale. Sono queste ultime che hanno permesso al film di incassare l’ambito Premio Oscar 2018 per i Migliori costumi. Una cura estrema nei dettagli, inquadrature e angolature molto affascinanti per un film dall’andamento molto lento, quasi funereo, lugubre, in cui la vivacità della giovinezza di Alma è sopita dal grigiore di Reynolds, personaggio di cui apprezziamo i tocchi di luce dell’artista che crea e l’oscurità di un’anima nera cui fa eco quella di Alma, musa, vittima e insieme carceriere. Immagini tratte da: https://www.comingsoon.it/film/il-filo-nascosto/54456/scheda/ http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/02/22/news/_il_filo_nascosto_-189474012/ https://www.cinematographe.it/rubriche-cinema/il-filo-nascosto-moda-religione-mistero/ http://www.vogue.it/moda/tendenze/2018/02/21/oscar-2018-filo-nascosto-anderson-glamour-della-moda-anni-50/
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Maggio 2023
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