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18/12/2016

Il labirinto di Westworld

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​di Stefano Pipi
Westworld è una delle serie più interessanti degli ultimi anni, e sicuramente la migliore del 2016. Ideata da Jonathan Nolan (fratello del regista Christopher), sceneggiatore di film come Memento e The Prestige, e basato sul film omonimo del 1973, Westworld è un prodotto difficile da classificare: una fusione fra Blade Runner, Jurassic Park e Inception.
Innanzitutto, due parole sulla trama. Westworld racconta di una parco a tema d'ambientazione western, popolato da robot senzienti chiamati Attrazioni, simili in tutto e per tutto agli esseri umani. In Westworld i visitatori sono liberi di fare qualunque cosa, scatenando i loro istinti più aggressivi e violenti. I robot sono programmati per non danneggiare i ''nuovi arrivati''. La memoria delle Attrazioni viene continuamente cancellata, in modo che non abbiano alcun ricordo delle violenze subite, e, soprattutto, non mettano mai in dubbio la loro realtà. Dopo un ultimo aggiornamento, però, alcune attrazioni iniziano a comportarsi in modo strano, scavalcando la loro programmazione e rivivendo alcune delle loro esperienze precedenti.
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Westworld è qualcosa di incredibilmente stratificato, un labirinto narrativo in cui convivono e si intersecano vari livelli di lettura. C'è quello, più profondo ma più ''superficiale'' (perché più immediato da cogliere), sul tema dell'identità. I robot di Westworld sanguinano, provano (o simulano?) emozioni, ed steriormente è impossibile distinguerli dai visitatori. Le attrazioni stesse sono convinte di essere uomini a tutti gli effetti. Cos'è, allora, che li rende diversi da loro? Si tratta di uno dei temi classici della buona fantascienza: in Blade Runner gli androidi erano diversi dagli umani perché condannati a vivere solo pochi anni; in Westworld, invece, la differenza tra visitatori e attrazioni sta nel fatto che queste ultime sono imprigionate in un loop, in una rete di falsi ricordi e di azioni preimpostate. La serie suggerisce che la risposta stia nella memoria, come mezzo per costruire una propria identità (se non si hanno ricordi come si può imparare dai propri errori?). Gli umani hanno un passato, una storia; i falsi ricordi che vengono inseriti nelle attrazioni invece sono semplici background utili a sviluppare la loro personalità, ingabbiandoli ancora di più nella loro routine preprogrammata.
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Se i ricordi possono essere costruiti, se il nostro modo di agire è il risultato di un codice informatico e di una serie di parametri, se il passato si mischia continuamente al presente (ed è questa una delle trovate più belle della sceneggiatura della serie), allora come si può non mettere in discussione tutto? Ad un certo punto della serie lo spettatore si ritrova spaesato, chiedendosi continuamente se i personaggi che considerava umani siano in realtà attrazioni o viceversa.
Ma, più a fondo, la serie ideata da Jonathan Nolan è una specie di parabola sulla narrativa. L'intero parco è organizzato in miriadi di quelle che i gestori chiamano ''narrazioni''. Ogni personaggio è programmato in modo da far parte di una di queste narrazioni. L'uomo in nero, uno dei visitatori, visita il parco da 30 anni per scoprire tutte le trame di Westworld: una volta iniziato un buon libro non si riesce a chiuderlo prima di arrivare alla fine. Robert Ford, il creatore delle attrazioni (interpretato da Anthony Hopkins), è ossessionato dall'idea di raccontare storie. Come un demiurgo moderno Ford blocca con un cenno della mano interi settori del parco e ne rivoluziona la morfologia per creare il palcoscenico giusto per le proprie narrazioni. Con lo stesso metodo di cui si servirebbe un buon narratore crea (questa volta letteralmente) i personaggi, li inserisce in un'ambientazione e aspetta di vedere come si evolvono le loro storie, riscrivendo ogni tanto gli eventi per sviluppare quelle più interessanti. Tutto è programmato, tutto è costruito in modo da incastrarsi perfettamente e portare ad un finale preciso: d'altronde, Ford stesso lo dice più volte durante la serie, citando Shakespeare: These violent delight have violent ends.
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Immagini tratte da:​
  • http://movieplayer.it/articoli/westworld-tutte-le-teorie-i-misteri-e-le-ipotesi-sulla-nuova-serie-hbo_16498/
  • http://www.hbocanada.com/westworld
  • ​http://www.theverge.com/2016/10/18/13317958/westworld-theories-predictions-spoilers-hbo

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