Terzo appuntamento con il nostro recap del primo anno al Lido. Emozioni e tanti buon film da condividere con voi lettori. Vi racconteremo le opere in concorso e non solo: curiosità e approfondimenti su Venezia75. di Salvatore Amoroso Nel precedente appuntamento vi avevamo parlato dei due film rivelazione di questa edizione di Venezia75, uno era l’acclamato The Favourite di Yorgos Lanthimos, l’altro il fresco vincitore del Leone d’Oro ROMA di Alfonso Cuarón. Per chiudere in bellezza il giorno trenta agosto manca un titolo che per noi della redazione è stata una sorpresa: L’Heure de la sortie. TRAMA: Un insegnante di scuola superiore si getta dalla finestra davanti agli studenti atterriti. Nonostante la tragedia, sei di essi restano stranamente freddi e impassibili. Pierre, il nuovo supplente, nota che il gruppo, molto unito, ha un atteggiamento ostile. Intelligenti e precoci, i sei adolescenti sembrano impegnati a preparare un piano misterioso. Pierre è ossessionato da loro e viene risucchiato nel loro gioco sinistro. Presto, la sua vita diventa un incubo. L’heure de la sortie (School’s Out il titolo internazionale) è un film del 2018 scritto e diretto da Sébastien Marnier, basato sull’omonimo romanzo di Christophe Dufossé e presentato nella sezione Sconfini. Il regista arricchisce la pellicola di suspense come un thriller, ma allo stesso tempo gli conferisce dei temi molto forti, da vero e proprio film politico, in cui si assiste a una grande tragedia e si sente visceralmente l’inesorabile fallimento del mondo. La domanda che cerca di porre al pubblico Marnier è se dobbiamo necessariamente aspettare che avvenga una catastrofe, prima che la coscienza collettiva prenda forma. Giungiamo alla mattina di giorno trentuno agosto, quando nella Sala Giardino ci godiamo una delle commedie più belle degli ultimi anni: l’irriverente e sagace Mi obra maestra (My Masterpiece) dell’argentino Gastón Duprat. TRAMA: Arturo, un gallerista affascinante, raffinato e spregiudicato, è il titolare di una galleria d’arte nel centro di Buenos Aires, una città che ama molto. Renzo, un pittore cupo, un po’ selvatico e in evidente declino, detesta i rapporti sociali e vive quasi in povertà. Sebbene il gallerista e il pittore siano uniti da un’amicizia di lunga data, si trovano in disaccordo quasi su tutto. I loro mondi e le loro idee sono diametralmente opposti, il che è fonte di gravi tensioni e conflitti tra di loro. Tuttavia, nonostante le differenze abissali, sono grandi amici. La commedia di Duprat è un elogio all’amicizia. Il film racconta la storia di una pericolosa frode nel mondo dell’arte e, parallelamente, la storia di un’amicizia tra i personaggi interpretati da Guillermo Francella e Luis Brandoni. Il tono del film si presta meravigliosamente a questi due grandi attori. Il film è intriso di tensione, dramma, emozione, ma ha anche una profonda vena umoristica. Il cast comprende anche Andrea Frigerio, reduce dell’eccezionale interpretazione di El ciudadano ilustre, e Raúl Arévalo, il grande attore e regista spagnolo. La sceneggiatura di Andrés Duprat (sceneggiatore di El ciudadano ilustre e El hombre de al lado) è straordinaria: un meccanismo perfetto. Il film propone una serie di riflessioni sulle contraddizioni della creazione artistica e sui limiti dell’amicizia. Durate otto settimane, le riprese sono avvenute tra Buenos Aires, Rio de Janeiro e lo spettacolare scenario naturale di Jujuy. Successivamente, nella Sala Grande, dopo aver atteso il nostro turno, con la paura addosso di non farcela a causa della fila chilometrica, siamo miracolosamente riusciti ad assistere al western dei fratelli Coen, The Ballad of Buster Scruggs. TRAMA: The Ballad of Buster Scruggs è un film antologico in sei parti di ambientazione western. Il film si compone di una serie di storie sulla frontiera americana raccontate dalla voce unica e inimitabile di Joel ed Ethan Coen. Ogni capitolo racconta una storia diversa sul West americano. I Coen mostrano la loro passione per i film antologici, in particolare per i film girati in Italia negli anni Sessanta, che mettevano insieme opere di diversi registi incentrate su uno stesso tema. The Ballad of Buster Scruggs è la loro visione del western, di tutto il western e quindi anche quello classico del Grinta, come quello di Sergio Leone, omaggiato nell’episodio in cui un impiegato di banca contrattacca il bandito che lo vuole rapinare usando padelle come giubotto antiproiettile, e tutto quello che ci passa in mezzo ed è venuto dopo, compresi gli speroni e i pistoleri, le carovane e i cercatori d’oro, i banditi e i saloon, i carri con gli spettacoli itineranti e le diligenze. Con la disinvoltura scanzonata e solo in apparenza cialtrona che gli è propria, infatti, i Coen sono riusciti nell’intento di fare di The Ballad of Buster Scruggs un film sulla morte. Sulla morte e, quindi, sulla vita, sulla sua ironia, sul suo senso. Per oggi concludiamo il nostro viaggio a Venezia75 ma abbiamo ancora tanto da raccontarvi e nel prossimo appuntamento vi parleremo di nuovi film da tenere d’occhio per la nuova stagione cinematografica ormai alle porte. Trailer film Venezia75: L’heure de la sortie Mi obra maestra THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS Immagini tratte da: Corriere delle Sport.it La Biennale di Venezia MendozaPost.com EveryEye Cinema.it Potrebbe interessarti anche:
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Marzo 2023
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