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11/9/2016

IlTermopolio Speciale Biennale di Venezia 2016 ( III parte )

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Anche se non siete potuti andare al Lido per respirare la meravigliosa aria carica di Cinema che solo la Biennale sa offrirvi, IlTermopolio vi offre la possibilità di rimediare con un ampio reportage. In questo terzo appuntamento vi racconteremo il festival a partire da Mercoledì 7 sino ad arrivare alla giornata di Venerdì 9...
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​di Salvatore Amoroso
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Cari lettori continua l’approfondimento de IlTermopolio sulla 73’ mostra d’arte cinematografica del festival di Venezia e ripartiamo senza perder tempo dalla giornata di Mercoledì 7. Assoluta protagonista di questo giorno è senza dubbio la grande attrice e ormai diva Natalie Portman che veste i panni dell’icona americana Jackie Kennedy, nel film in concorso del regista cileno Pablo Larrain: Jackie.
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Il quarantenne Pablo è uno degli autori più influenti del cinema contemporaneo e ci tiene a sottolineare che il suo film non è affatto un Biopic sulla donna più discussa d’America, ha deciso appunto di soffermarsi sui quattro giorni vissuti dalla First Lady tra l’assassinio di Dallas e il funerale nella cattedrale di St.Matthews a Washingtown D.C. Nella sua opera ci offre  il suo punto di vista sulla sofferenza e l’orgoglio di una donna che in pochi giorni si è ritrovata gli occhi di tutto il mondo puntati addosso e per rendere ancora più profonda la pellicola ha scelto un’attrice completa e dalla somiglianza disarmante, ovvero la bella e piena di talento Portman che dalla critica è stata letteralmente osannata, dopo la visione del film al festival.
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L’attesa attorno all’opera di Larraìn era tanta e ha diviso un po il giudizio della stampa cinematografica, molti hanno visto ben poco del cinema del regista cileno, altri invece hanno apprezzato che proprio lui abbia scelto di dirigere questa pellicola, sfidando il giudizio dell’America intera, che tanto ha odiato e amato l’affascinante personaggio di Jacky. Senza dubbio possiamo dire che il film riscuoterà tanto successo e pare già scontato che finirà nella lista dei dieci titoli destinati all’Oscar. Altro film in concorso da tenere d’occhio e che tutti stavano aspettando con ansia è quello del regista Terrence Malick ovvero: Voyage of  Time: Life’s Journey.
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Chi altri se non il colto e fantasioso Malick poteva portare sul grande schermo un film-documentario sulla storia della nascita della Terra, con effetti visivi mozzafiato diretti da Dan Glass e la voce fuori campo dell’attrice Cate Blanchett. Il regista promette che: <<Lo spettatore verrà immerso nella vastità degli eoni per esplorare quasi quattordici miliardi di anni del nostro universo per poi porsi degli interrogativi>>. Lo aspettiamo con ansia perchè per realizzare quest’opera Malick ha impiegato più di trent’anni e critica e pubblico sono sempre fortemente incuriositi dagli esperimenti, innovativi e profondi del cineasta statunitense. Concludiamo la giornata di Mercoledì segnalandovi le pellicole entrambe fuori concorso: The Journey di Nick Hamm e Robinù di Michele Santoro.
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La prima racconta l’incontro su un jet privato dei due politici, nonchè nemici giurati irlandesi Martin McGuinness e Ian Paisley e di come siano potuti giungere, ipotizza il regista, a un compromesso epocale che segnerà la storia travagliata dell’Irlanda del Nord.
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La seconda opera è invece diretta dal nostro Michele Santoro, un docu-film interessante in cui il giornalista salernitano parla e denuncia il fenomeno dei baby boss della camorra senza mezze misure, intervistando e dando la parola proprio a quei ragazzi che vivono quotidianamente una realtà oscura. Giungiamo alla giornata di Giovedì 8 dove troviamo il terzo film italiano in concorso: Questi Giorni di Giuseppe Piccioni.
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Il regista di Ascoli Piceno sbarca per la settima volta al Lido con una pellicola che racconta il viaggio tra adolescenza e maturità di quattro amiche, interpretate da Maria Roveran, Marta Gastini, Laura Adriani e Caterina Le Casselle. Il regista spiega che la storia di questo film nasce da un racconto inedito di Marta Bertini e da una poesia di Ada Negri, intitolata Mia Giovinezza. La critica dopo la visione della pellicola non è rimasta molto soddisfatta, chiedendosi se realmente questo è il tipo di cinema italiano ‘’innovativo’’ di cui abbiamo bisogno. Da segnalare l’ottima prova dell’attrice Margherita Buy, che interpreta la mamma di una delle ragazze, al suo sesto film con il regista Piccioni. Sempre in concorso troviamo la pellicola del regista Andrej Konchalovsky: Paradise. Vincitore proprio a Venezia nel 2014 del Leone d’Argento con il film Le notti bianche di un postino, il regista russo quest’anno arriva con un film drammatico in cui racconta le storie di tre individui che devono sopravvivere alla terribile seconda guerra mondiale.
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Tra orrori bellici e campi di concentramento rivivremo, come ci assicura la stampa della Biennale, un periodo storico molto buio attraverso l’occhio esperto di un cineasta del livello di Konchalovsky, che in oltre cinquant’anni di carriera ci ha abituati a pellicole di grande qualità. Alcuni spettatori dicono di essere rimasti folgorati dalla scena in cui la meravigliosa attrice Julia Vysotskaya s’incammina nel forno crematorio ‘’graffiando’’ parole su una una pietra. E infine per concludere questo Giovedì veneziano vi raccontiamo il grande arrivo della leggenda ‘’Bebel’’, soprannome del divo senza tempo, Jean Paul Belmondo.
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Il volto del cinema della Nouvelle Vague sbarca al lido per ritirare il Leone d’Oro alla carriera e lo fa in grande stile, non inchinandosi all’età e percorrendo un tratto del red carpet accompagnato solo dal suo bastone. Nel 2011 un’ischemia celebrale sembrava averlo messo K.O. ma l’attore diretto da registi del calibro di Jean Luc Godard, Truffaut e Vittorio de Sica torna a ruggire ancora, facendoci assaporare quel cinema d’altri tempi, in cui col suo ammaliante sorriso riusciva a far breccia nel cuore di tante donne. E siamo arrivati alla giornata di Venerdì 9 dove dopo trentacinque anni fa il suo ritorno il regista giramondo Emir Kusturica, con la sua pellicola in concorso: On the Milky Road.
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Il cineasta serbo più anarchico e imprevedibile di sempre si presenta con un’opera ispirata da un racconto, tratto dalla sua raccolta Lungo la Via Lattea. Il regista descrive la sua opera come una fiaba moderna e ci tiene a sottolineare come si sia concentrato molto sulla regia, cercando di cogliere sfumature e effetti visivi particolari da tutti gli esterni dove ha girato. Insieme a lui nel cast troviamo la musa ispiratrice di questa pellicola, stiamo parlando della bellissima Monica Bellucci, che interpreta una misteriosa donna che sconvolge la vita del personaggio interpretato dal regista, il povero lattaio Kosta. La giornata continua e sempre in concorso troviamo una pellicola dalla durata di 226 minuti, poco meno di quattro ore, stiamo parlando dell’opera del regista filippino Lavrente Indico Diaz che presenta The Woman Who Left.
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Il cineasta della provincia di Maguindanao ci ha abituati a pellicole ben più lunghe ma per lui il concetto di durata è solo un’opinione, preferisce cogliere gli infiniti spunti dello spazio e della natura. In quest’opera s’ispira a uno dei racconti per contadini di Tolstoj e descrive le vicende che accaddero a Manila nel’97, che divenne la capitale asiatica dei rapimenti. Una vera esperienza per lo spettatore che assiste alla magnificenza del cinema di Diaz, che magari all’inizio può risultare molto ostico ma non appena ci entri dentro ha la capacità di coinvolgere con la profondità e la bellezza delle sue immagini. I critici e gli spettatori che l’hanno visto assicurano che sarà il vincitore del Leone d’Oro, staremo a vedere. La giornata di Venerdì finisce con il film di Lav Diaz ma non finisce di certo lo speciale de IlTermopolio sulla Biennale di Venezia. Torneremo infatti eccezionalmente di Lunedì per raccontarvi cos’è accaduto durante la cerimonia di chiusura del festival. Non parleremo solo dei vincitori ma anche delle ultime pellicole fuori concorso, come la difficile sfida che attende il regista statunitense Antoine Fuqua con il suo remake de I Magnifici Sette.
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Possiamo anticiparvi prima di salutarvi che la rosa dei papabili vincitori al Leone d’Oro è davvero ristretta quest’anno e che purtroppo stando al gradimento di pubblico e critica non dovrebbero esserci film italiani premiati. Vi auguriamo come sempre un buon Cinema e ci rivediamo prestissimo, Lunedì 12 infatti conosceremo i nomi dei vincitori della 73’ edizione del festival di Venezia, buon proseguimento con gli altri articoli de IlTermopolio. 
Immagini tratte da:
Immagine copertina: www.cinefilos.it
Immagine 1: www.vertigo24.net
Immagine 2: www.sentieriselvaggi.it
Immagine 3: www.sentireascoltare.com
Immagine 4: www.independent.co.Uk
Immagine 5: www.sentieriselvaggi.it
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Immagine 8: www.ansa.it
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