di Federica Gaspari PAESE: Stati Uniti d’America ANNO: 2018 GENERE: azione, supereroi, thriller, noir STAGIONE: 2 EPISODI: 13 DURATA: 50-54 min IDEATORI: Melissa Rosenberg REGIA: Anna Foerster, Minkie Spiro, Mairzee Almas, Deborah Chow, Millicent Shelton, Jet Wilkinson, Jennifer Getzinger, Zetna Fuentes, Rosemary Rodriguez, Neasa Hardiman, Jennifer Lynch, Liz Friedlander, Uta Briesewitz SCENEGGIATURA: Melissa Rosenberg, Aida Mashaka Croal, Lisa Randolph, Jack Kenny, Jamie King, Raelle Tucker, Hilly Hicks Jr., Gabe Fonseca, Jenny Klein, ATTORI: Krysten Ritter, Rachael Taylor, Eka Darville, Carrie-Anne Moss, David Tennant, J.R. Ramirez, Terry Chen, PRODUZIONE: Marvel Television, ABC Studios, Tall Girls Productions Tre lunghissimi anni. A tanto ammonta la lunghissima attesa per la seconda stagione di Jessica Jones. Il secondo show frutto della collaborazione tra Marvel Television e Netflix con il suo debutto nel 2015 seppe stupire e appassionare il sempre più vasto ed esigente pubblico del piccolo schermo. Il segreto del successo? Una formula televisiva originale e coinvolgente capace di coniugare in modo innovativo due tra i generi più inflazionati: l’universo dei supereroi e il mondo investigativo. La collisione, brusca ma non per questo distruttiva, tra queste due coniugazioni dell’intrattenimento ha dato vita a un personaggio concreto, ricco di spigoli e sbavature capaci di renderlo credibile e realmente umano. I pilastri dello show, all’avvio del progetto, sono stati indubbiamente Krysten Ritter, il volto della supereroina newyorkese, e David Tennant ovvero Kilgrave, la nemesi dell’investigatrice protagonista. Con il loro incredibile carisma hanno saputo animare la serie, definendone atmosfere e ambizioni. Proprio quest’ultime hanno incrementato le aspettative per una seconda stagione, approdata sul servizio streaming più popolare al mondo solamente dopo tre anni di attesa. Dopo gli eventi di The Defenders come è cambiata la vita sempre in bilico di Jessica? Cosa le riserva il futuro, o meglio, il passato? Non bastano grandi imprese e minacce sventate per entrare nei cuori degli abitanti della grande Mela. Jessica Jones, però, non ha nessuna intenzione di diventare un simbolo, un riferimento capace di garantire sicurezza tra i più cupi vicoli della città. Dopo il confronto finale con gli astuti piani orditi dalla Mano, torna quindi alla normalità, se così si può definire considerando che si tratta sempre della vita di un supereroe neanche troppo in incognito. Tra un bicchiere al bancone del bar e un pedinamento di un cliente, la protagonista si ritrova ad affrontare i nemici più temibili che, da troppo tempo, trascura: quelle sensazioni di indecifrabile vuoto che inevitabilmente riaffiorano ogni volta che il passato si intreccia con le investigazioni. Questa volta, però, potrebbe fare definitivamente luce negli angoli più bui della memoria, rivalutando i pochi legami della Jones con una società che, nonostante i suoi superpoteri, non riesce a decifrare in ogni sua dinamica. Leggendo le caratteristiche tecniche e i dettagli della produzione di questa nuova stagione, si evidenzia subito l’intenzione di questo secondo gruppo di 13 episodi. Un insieme di firme femminili dai background variegati si unisce per celebrare delle donne con le loro più naturali debolezze e le più complesse speranze, condivisibili e non. La seconda stagione di questo show sembra l’inevitabile prodotto di una rivoluzione che, a partire dalle prime denunce, ha portato ai movimenti #MeToo e Time’s Up. Questa molteplicità di voci, espressioni e interpretazioni dell’attualità è, paradossalmente sia la carta vincente che quella perdente di queste ultime puntate che, sin dall’avvio, appaiono più spente e fin troppo meditate rispetto a quelle dell’esordio. La possibilità di dare sfogo a diverse tematiche attraverso più linee narrative, infatti, comporta un’inevitabile sensazione di confusione che accompagna lo spettatore per tutta la visione, mettendo in ombra la visione d’insieme della storia.
La grande qualità non manca con ottime interpretazioni – oltre a quella della protagonista si segnala una brillante Carrie-Ann Moss alla resa dei conti – e con episodi come il settimo e l’undicesimo capaci di raccontare ammirevolmente emozioni e legami senza scadere nel banale. Tuttavia, alcuni sviluppi frettolosi, talvolta involontariamente ridicoli, e eventi forzati da riferimenti nemmeno troppo velati suggeriscono un’inevitabile e irriverente riflessione: il femminismo a tinte mediatiche nato sull’onda del successo di Wonder Woman ha definito nuovi canoni per la rappresentazione di personaggi femminili? Ha dato il via a una valorizzazione oppure ha semplicemente imposto ulteriori strette limitazioni con situazioni imprescindibili? Immagini tratte da: https://www.gamespot.com https://www.theverge.com https://www.recenserie.com
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Luglio 2022
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