di Federica Gaspari
Spionaggio, eleganza, inseguimenti per le strade delle principali capitali europee: tre ingredienti che solitamente vengono associati a un immaginario cinematografico che vede principalmente protagonisti maschili. James Bond, Ethan Hunt, Jason Bourne sono solo alcune tra le spie più celebri. Alcune serie tv, tuttavia, stanno cambiando le regole del gioco, mescolando le carte, dando spazio a nuove figure e sviluppando trame complesse e avvolgenti. Pioniere di questa piccola rivoluzione cinematica è stato lo show The Americans, conclusosi pochi mesi fa dopo sei ottime stagioni. Un’altra serie, direttamente da casa BBC, è pronta a portare avanti questo progetto. Si tratta di Killing Eve, uno dei migliori prodotti televisivi di quest’annata. Tratto dai romanzi di Luke Jennings, questo show nelle otto puntate della prima stagione concentra l’attenzione sulla sfida a colpi di astuzie tra due brillanti donne. Una competizione che mostrerà ogni lato di queste due affascinanti personalità. Da una parte Eve Polastri (Sandra Oh), agente dell’MI6 britannico che non vede l’ora di mettersi in gioco, di dimostrare tutta la sua passione per un lavoro pericoloso quanto adrenalinico: una figura a tratti esuberante che, impegnandosi a pieno sul campo trovo il giusto equilibrio. All’estremo opposto la pericolosissima Vilanelle (Jodie Comer), killer spietata e inarrestabile che lavora per una misteriosa organizzazione: il KGB o qualcosa di ancora più preoccupante? Le strade di questi due personaggi si intrecceranno continuamente, svelando lati inaspettati del loro carattere e riportando alla luce i più lontani ricordi. Non è semplice riuscire a realizzare uno show in otto puntate che riesca a coniugare un ritmo appassionante con un’altissima qualità. Per Killing Eve l’impresa sembrava decisamente impossibile considerando che, per natura, si avventura nell’universo del genere di spionaggio, un terreno piuttosto insidioso per coloro che non lo hanno mai esplorato. Tra inseguimenti e tensioni a distanza poco equilibrati, spesso, queste storie rischiano di perdere il loro grande fascino e mordente. In questo show, fortunatamente, non accade nulla di tutto ciò. L’esperimento è riuscito in modo fuori dall’ordinario ma senza stravolgere la formula originaria né rinunciare ad alcuni suoi aspetti. Cosa rende, allora, questo show uno dei migliori degli ultimi tempi? Semplice quanto complesso. Registi e sceneggiatori sono riusciti a togliere il velo appannato che avvolgeva il genere aggiungendo un tono frizzante, alla moda – nella migliore delle sue accezioni - e incalzante anche nei passaggi più statici della narrazione. Un gruppo estremamente competente è riuscito così a preparare il giusto habitat per due splendide creature della recitazione che, contrapposte una all’altra, hanno saputo regalare performances ineccepibili. Se non è possibile stupirsi davanti al noto talento di Sandra Oh, si può solo applaudire la giovane Jodie Comer che, al suo primo vero grande ruolo di prestigio, costruisce, espressione dopo espressione, un villain spregiudicato, psicopatico e fuori dagli schemi che paradossalmente riesce a entrare nel cuore dello spettatore.
Insomma…tutto questo non vi basta per cliccare play? Immagini tratte da: www.panorama.it www.refinery29.com www.vulture.com
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Marzo 2023
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