Un viaggio lungo 6000 kilometri conduce il giovane broker Lockart (D. DeHann) in un centro benessere in una non precisata località sulle vette delle Alpi svizzere, famosa per le cure a base d’acqua. Qui dovrà cercare Roland Pembroke, amministratore delegato della propria azienda, e convincerlo a tornare in America per firmare gli accordi di fusione con un’altra società. Ma il soggiorno di Lockart durerà più a lungo del previsto.
Gore Verbinski torna al cinema dopo la saga Pirati dei Caraibi e Rango, confezionando un horror psicologico sospeso tra il thriller e il mistery, dal sapore distopico che per molti versi ricorda nei temi The Lobster (2015) del greco Lanthimos.
La vicenda ruota attorno la casa di cura: immersa nel verde, è a prima vista un luogo quasi incantato. Il film si inabissa nei meandri dell’edificio, percorsi dal giovane broker che cerca di sondare inestricabili enigmi nello scenario surreale di asettici corridoi e di scantinati polverosi e pieni di strumenti di tortura. Un soggiorno, quello di Lockart, che si tramuterà in un incubo claustrofobico, senza possibilità di ritorno, reso più angosciante dal mistero che aleggia intorno alla villa: una storia incestuosa avvenuta duecento anni prima che fa da sfondo al progetto eugenetico di un potente ricco barone.
Girato quasi interamente presso il castello Hohenzollern, alle pendici delle Alpi sveve, e all’interno dell’ospedale militare per i soldati della Prima Guerra mondiale di Beelitz-Heilstätten, La cura dal benessere alterna una luce brillante nelle scene che si svolgono all’esterno e una oscurità perturbante nei freddi corridoi del centro benessere.
Ricordi e traumi infantili, paure, visioni, allucinazioni e realtà si mescolano continuamente nella mente confusa di Lockart (e, per dirla tutta, anche dello spettatore!), contribuendo alla suggestione di atmosfere stranianti, opprimenti e tese. Sembra stia sempre per accadere qualcosa di misterioso e terrificante. E in effetti, le immagini mostrano una escalation di violenza e torture inferte ai pazienti, nella tradizione dei migliori horror. Tante sono le scene raccapriccianti, dalla estrazione di denti senza anestesia fino all’apnea forzata in una vasca colma di anguille, in un disturbante ritorno della camera da presa su dettagli inquietanti.
Coinvolgente la prima parte, più incline a combinare registro horror e psicologico strizzando l’occhio a pellicole come Shutter island, forse meno accattivante il finale, che vira più verso il surrealismo fantasy. Molto riuscita la creazione dell’opprimente set, vicino in alcuni punti al gusto gotico degli horror anni Settanta. Già sentita la ripetizione di cantilene da parte di candide vocine femminili, inscrivibile alla tradizione del genere. Un film molto lungo che ripropone citazioni e stilemi tipici dell’horror, senza importanti novità. A rincorrersi ancestrali paure e tabù, angoscia di morte, progetti eugenetici, speranze di immortalità e critiche al frenetico stile di vita occidentale in un magmatico calderone di evocazioni oniriche e paranoiche distorsioni della realtà.
Immagini tratte da:
http://www.mymovies.it/film/2017/acureforwellness/ http://www.ondacinema.it/film/recensione/la-cura-dal-benessere.html https://it.wikipedia.org/wiki/La_cura_dal_benessere https://farefilm.it/persone/fox-si-scusa-le-notizie-false-diffuse-promuovere-la-cura-dal-benessere-9129 http://es.ign.com/la-cura-del-bienestar/116292/feature/critica-de-la-cura-del-bienestar
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Maggio 2023
Categorie |