Paese di produzione: Italia
Anno: 2017 Durata: 114’ Genere: biografico Regia: Michael Radford Soggetto: Andrea Bocelli Sceneggiatura: Anna Pavignano, Michael Radford Produttore: Roberto Sessa Produttore esecutivo: Monika Bacardi, Andrea Iervolino Casa di produzione: AMBI Pictures, Rai Fiction Fotografia: Stefano Falivene Musiche: Gabriele Roberto Scenografia: Francesco Frigeri Costumi: Paola Marchesin Interpreti e personaggi: Toby Sebastian: Amos Bardi (adulto); Jordi Mollà (Alessandro, papà di Amos); Luisa Ranieri (Edi, mamma di Amos); Ennio Fantastichini (Zio Giovanni); Francesco Salvi (Ettore); Antonio Banderas (maestro); Nadir Caselli (Elena); Alessandro Sperduti (Adriano); Andrea Bocelli (Se stesso); Zucchero Fornaciari (Se stesso). Amos Bardi (alter ego di Andrea Bocelli) nasce nelle campagne toscane con una voce potente e bellissima ma fin dalla nascita soffre di un glaucoma congenito, l'inizio della malattia che lo porterà alla cecità. Questa malattia lo costringe ad affrontare tanti interventi chirurgici, fino a entrare in un istituto per non vedenti e imparare l'alfabeto Braille. Un giorno, in seguito a una pallonata che lo colpisce alla testa, Amos diventa completamente cieco ma il ragazzo non si arrende: il sogno della sua vita é cantare. Il suo percorso sarà costellato da gioie e delusioni ma grazie al sostegno di amici, familiari, del maestro di canto e di sua moglie Elena, la sua carriera conoscerà il successo internazionale, con la consacrazione sul palco insieme a Zucchero dove interpreta Miserere. Non è mai facile realizzare un film biografico ed è ancora più difficile se il personaggio è vivo e vegeto e ancora in piena attività. Ma il regista Michael Radford ha saputo arginare il problema collaborando con lo stesso personaggio a cui è dedicato il biopic cioè Andrea Bocelli, qui in qualità di collaboratore alla sceneggiatura, come presenza e voce narrante e interpretativa di alcuni brani del film. Infatti, il biopic si apre con un cameo di Andrea Bocelli, in bianco e nero, che scrive la propria autobiografia. A conclusione del film lo vediamo partecipare a Sanremo, mentre canta opere liriche, e quando riceve la stella sulla Walk of Fame. Addirittura, battezza con il nome Amos che ha dato al suo primogenito, il suo alter ego cinematografico.
La musica del silenzio non è una storia autocelebrativa ma quella di un bambino che, sin da piccolo, ha conosciuto il dolore dovuto alla malattia che lo ha privato della vista (la disperazione della mamma alla notizia della cecità è la scena più drammatica del film) e che ha lottato duramente per emergere e per trasformare la passione per il canto in un lavoro. Il titolo è tratto dal libro autobiografico, già pubblicato da Bocelli, da cui è liberamente ispirato il film: Andrea/Amos ha imparato che è proprio l'attenzione al silenzio a consentirgli di sviluppare al massimo la sua splendida voce e l'interpretazione di Toby Sebastian, noto per il ruolo di Trystane Martell ne Il trono di spade, è impressionante (sia per la somiglianza fisica con Bocelli che per le movenze.)
Lodevoli anche le interpretazioni di Jordi Mollà, che interpreta il padre di Bocelli, Luisa Ranieri, la madre ed Ennio Fantastichini nei panni dello zio, che avrà un ruolo importante nel successo di Bocelli. Compare anche Antonio Banderas nei panni del maestro di canto di Amos. La sua interpretazione é un po' esagerata ma aggiunge un tono ironico al film.
Tra canti e storia biografica, La musica del silenzio scorre piacevolmente per quasi due ore e non annoia. La visione del film è adatta a tutti anche per chi non è appassionato di musica lirica.
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Marzo 2023
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