Latin Lover (2015) è il titolo del penultimo film di Cristina Comencini, per il quale la regista è stata insignita di un Nastro d’argento Speciale. Pellicola corale, Latin Lover è un film popolato da un microcosmo tutto al femminile, animato dal ricordo di un’unica figura maschile, Saverio Crispo (Francesco Scianna), star del cinema ed inguaribile latin lover.
Omaggio al cinema del passato e ai suoi grandi protagonisti (da Mastroianni a Gasmann, passando per Vittorio De Sica e Alberto Sordi, fino a Gian Maria Volontè, ma l’elenco potrebbe continuare), la pellicola ruota intorno alla celebrazione per l’anniversario di morte del divo, in occasione della quale l’esercito di figlie sparse in giro per il mondo si riuniscono tutte nella casa del padre, in Puglia, dove si incontrano pure la prima moglie Rita (una indimenticabile Virna Lisi nell’ultima apparizione, morirà pochi mesi dopo la fine delle riprese) e la moglie spagnola Ramona (Marisa Paredes).
L'incontro tra sorelle è occasione per misurarsi col ricordo di un padre mitizzato e idealizzato, presente in modo diverso nella memoria femminile. Non mancano i colpi di scena per un racconto imbastito come un’opera teatrale, con dialoghi asciutti in cui spesso il senso è affidato al non-detto e alla eloquente espressività mimica del cast.
Saverio è un divo. E come tale, fa parlare di sé anche da morto. La sua lunga vita infatti riserva non poche sorprese. Figlie biologiche o no, tutte e cinque le donne recano traccia dell’ingombrante memoria paterna e di un rapporto mai a tutto tondo col genitore, che si ripercuote inevitabilmente sulla relazione con l’altro sesso. Tutte allo stesso modo gelose delle attenzioni di Saverio, in vita come in morte. Chi riunisce le tessere di un puzzle frammentario è Pedro, lo stuntman (Lluis Homar), al quale Saverio era legato da un rapporto molto più profondo di una semplice amicizia. La celebrazione a dieci anni dalla sua morte permette di intessere un dialogo senza filtri con il ricordo del latin lover, tanto voglioso di stare sotto i riflettori in vita ma altrettanto capace di mantenere oscure e mai svelate zone d’ombra.
L’analisi esistenziale attorno alla figura del divo si accorda poi con l’elogio al cinema del passato. La lunga e luminosa carriera di Saverio diventa efficace metafora delle stagioni del cinema tout court. Una riflessione metacinematografica che si snoda attraverso la commedia all’italiana, i film impegnati, i francesi, i western, Hollywood e i conflitti metafisici del cinema svedese. Generi e musiche che hanno fatto storia e riecheggiano nelle splendide immagini, ognuna tinta dalla propria indimenticabile patina. La vita del latin lover come allegoria dello stesso cinema, con le sue dive e i suoi dive, gli scandali, i flirt, i successi e le cadute.
Splendida la fotografia che regala immagini di un Francesco Scianna trasformato in star, con chiare allusioni a pellicole realmente esistenti, firmate da registi acclamati, da De Sica a Lelouch, passando per Leone. Un film che racchiude al suo interno temi anche forti, illuminati da un tocco ironico e aggraziato, che si chiude con l’allegra leggerezza di un nostalgico finale in musica.
Immagini tratte da:
game-ost.com amica.it velvetcinema.it nuovocinemalocatelli.com
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Dicembre 2022
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