Di Federica Gaspari
Pochi strumenti riescono ad addentrarsi nelle pieghe contraddittorie della società con la stessa maestria del cinema. Incongruenze, contrasti e ipocrisie trovano tutta la loro forza attraverso le immagini e i suoni della settima arte. Non sempre, tuttavia, il risultato riesce ad essere davvero efficace. Film all’apparenza coraggiosi, quindi, bruciano tutto il loro esplosivo potenziale nella loro semplice intenzione acerba. Solo le pellicole in grado di andare a fondo, di dividere facendo discutere e di prendere una posizione con energia e volontà sanno andare in profondità oltre dei semplici graffi in superficie. Les Miserables di Ladj Ly è il perfetto esempio di questo tipo di cinema. E’ il film giusto presentato al momento giusto in Francia e, in particolare, a Cannes, all’apparenza così distante dalla banlieu parigina con il suo glamour elitario. Presentato nella competizione ufficiale dell’ultima edizione del Festival de Cannes, il lungometraggio del francese Ladj Ly è ispirato dall’omonimo corto pluripremiato realizzato dallo stesso autore nel 2016. IlTermopolio, nell’ambito dell’iniziativa 3 Days in Cannes ha potuto assistere in esclusiva alla proiezione di Les Misérables nella cornice dell’iconico cinema Les Arcades. La camera di Ly danza tra svolazzanti bandiere francesi in festa: la nazionale di calcio ha riconquistato dopo quasi tre decenni l’agognato trofeo del campionato mondiale. Tra le strade della capitale Parigi, i cuori di una pulsante folla multiculturale battono all’unisono al ritmo dell’inno francese e dei cori dell’eroe dell’impresa sportiva, Kylian Mbappé. Le sequenze di festeggiamenti interrompono e lo sguardo si sposta sulla periferia, tra i disordinati palazzi popolari abbandonati al loro destino. Sarà questo il terreno di confronto tra un gruppo di poliziotti e dei ragazzi cresciuti in un clima negativo, in costante conflitto. “Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori.” Con questa frase di Victor Hugo si aprono i titoli di coda del film di Ladj Ly. La dura riflessione sui fatti narrati, così terribilmente vicini agli eventi di cronaca degli ultimi anni in Francia e non solo, è inevitabile. In poco meno di due ore, il cineasta francese, premiato giustamente a Cannes con il riconoscimento della giuria, sferra un colpo dritto nella coscienza dello spettatore ritraendo violenze e scontri da molteplici prospettive che, tuttavia, sembrano sempre supportare un’unica tesi. Attraverso un sapiente montaggio di immagini da camera a mano ma anche da droni indiscreti, Les Misérables cattura quelle piccole crepe di monotoni palazzi non più in grado di contenere rabbia e malcontento. Gli ampi sorrisi di festa e giubilo si induriscono in espressioni contrite, maschere di indomabile ira alimentata da politiche sociali e d’ordine dai tempi e modi sbagliati. La trasformazione si concretizza e diventa tagliente grazie alle incalzanti composizioni musicali di Pink Noise. La Francia, senza troppe ipocrisie, viene allora ritratta in tutti i contrasti di una società erroneamente fiera della sue politiche di integrazione iniziate da generazioni i cui figli faticano a riconoscersi in ideali e motivazioni. Enfants de la Patrie, il giorno di gloria non è arrivato. Immagini tratte da: www.allocine.fr www.bullesdeculture.com Foto scattate in occasione della 72esima edizione del Festival di Cannes
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Marzo 2023
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