di Federica Gaspari ![]() Genere: commedia, drammatico Anno: 2019 Regia: Tyler Taormina Attori: Haley Bodell, Cole Devine, Aaron Shwartz, Lori Beth Denberg, Danny Tamberelli, Clayton Sneyder Sceneggiatura: Tyler Taormina, Eric Berger Fotografia: Carson Lund Montaggio: Kevin Anton Produzione: Tago Clearing Film Studio, Omnes Films Paese: Stati Uniti Durata: 85 min Esordi, opere seconde o terze di registi emergenti provenienti da ogni parte del mondo: i primi passi caratterizzati da uno sguardo personale e unico sono in concorso nella sezione Cineasti del presente del 72esima edizione del Locarno Film Festival. Una selezione variegata e internazionale dona voce alle idee più originali spesso nella loro semplicità. E’ questo il caso di quello che può essere considerato un titolo perfettamente esemplificativo di tutte le intenzioni. Ham on Rye, primo lungometraggio curato dal regista classe 1990 Tyler Taormina, è un viaggio lineare ma non troppo in una realtà sospesa ma non per questo meno concreta. Girato con soli sedici giorni di riprese e un cast di oltre cento persone nella cornice della valle di San Fernando, questa pellicola è sorprendente e coinvolgente nonostante qualche perdonabile ingenuità nei ritmi narrativi. L’abito pronto per l’occasione, il dettaglio al posto giusto e la sveglia puntata sull’orario in cui ogni preparativo avrà inizio: il viaggio che porterà i ragazzi di una piccola cittadina ad un evento cruciale quasi con una processione rituale a cui non si può sfuggire. L’attesa si nutrirà di sogni e speranze che, tuttavia, potrebbero trasformarsi in disillusione e confusione. Tutto culminerà in una festa danzante, tra sorpresa, imbarazzo e decisioni che segneranno il futuro dei protagonisti. Un nutrito cast di giovanissimi attori e soleggiati paesaggi della provincia a stelle e strisce in una calda giornata che apre le porte delle agognate vacanze estive: ogni dettaglio lascia pensare all’ennesimo coming-of-age movie costruito da manuale senza troppa originalità o passione. Cosa può fare allora la differenza in un film di questo tipo? Schemi e strutture inevitabilmente si ripetono, non per questo, tuttavia, l’originalità nei toni e nelle atmosfere deve essere sacrificata. Il lungometraggio di Tyler Taormina, con invidiabile freschezza e surreale delicatezza, trova un’insolita e piacevole combinazione tra le narrazioni sulla giovinezza di Richard Linklater e le ambigue e le oniriche parabole di David Lynch. Lo sguardo di Taormina, nella triplice veste di regista, sceneggiatore e produttore, seguono i preparativi di un inevitabile rito di passaggio per i ragazzi della cittadina. C’è eccitazione, paura, curiosità e profonda inquietudine. Ogni sfumatura della vasta gamma di emozioni adolescenziali trova spazio sulla tela di Ham on Rye. La prima parte del film si concentra proprio su questo, avvolgendo con un’intrigante coltre di mistero l’atteso evento da Monty’s, piccolo locale e punto di ritrovo dell’intera comunità. Riti ironicamente ancestrali e aspettative si incontrano nel “giorno più importante della loro vita”, l’occasione che determinerà il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, cambiando destino ad ogni ragazzo. Dopo balli e feste, allora, ci saranno coloro che troveranno la loro strada, in netto contrasto, in uno straniante universo sospeso, con i ragazzi che, senza meta, rimarranno spaesati nella loro cittadina. Il film diventa così un originale e crudelmente ironico racconto di chi parte e chi resta, di ragazzi divisi tra realtà e desideri in una moderna e surreale versione dell’iconico American Graffiti di George Lucas.
Immagini tratte da: www.locarnofestival.ch Foto scattata in occasione della 72esima edizione del Festival di Cannes
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Maggio 2023
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