Di Federica Gaspari ![]() Genere: drammatico Anno: 2019 Regia: Koji Fukada Attori: Mariko Tsutsui, Mikako Ichikawa, Sosuke Ikematsu, Mitsuru Fukikoshi, Ren Sudo, Miyu Ogawa Sceneggiatura: Koji Fukada Fotografia: Kenichi Negishi Montaggio: Koji Fukada, Julia Gregory Produzione: Kadokawa Daiei Studio, Comme des cinemas Paese: Giappone, Francia Durata: 111 min Il Locarno Film Festival da sempre è un luogo di incontro di culture e prospettive. Il cinema europeo, sempre presente, non hai mai mancato di incontrarsi e confrontarsi quindi con quello asiatico. Anche alla 72esima edizione non è mancato questo aspetto con la presenza nel Concorso internazionale di titoli fortemente influenzati da entrambe le componenti. E’ il caso, infatti, del giapponese Yokogao – A girl missing, “thriller sociale” di Koji Fukada, vincitore nel 2016 dell’Un Certain Regard” a Cannes. Il titolo originale, traducibile con “profilo laterale”, suggerisce ben di più di un semplice thriller che si limita a seguire le regole di un amato genere: Fukada, infatti, chiarisce sin da subito che il suo obiettivo è avventurarsi tra le psicologie dei diversi personaggi e dell’intera società attuale. Ichiko (Mariko Tsutsui) è diventata parte integrante della famiglia per cui lavora come infermiera privata curando un’anziana donna. I suoi rapporti con ogni componente del nucleo sono leali e sinceri, senza filtri. Nel tempo libero, la donna aiuta anche le due figlie della famiglia a studiare e a fare i compiti. Sin da subito Ichiko diventa la confidente di Motoko (Mikako Ichikawa), la sorella maggiore. Quando la sorella minore Saki, tuttavia, scompare misteriosamente, tutti i legami creatisi vengono messi a dura prova da un comune segreto… Il regista Fukada sceglie toni ambigui e strutture narrative non lineari per raccontare il crollo umano della protagonista Ichiko, una donna semplice e sincera che, in breve tempo, si trova completamente isolata dalla società. Yokogao si sviluppa lungo i suoi 111 minuti di durata su due linee temporali, una contemporanea alla scomparsa di Saki e una successiva. Se il primo filone narrativo appare più semplice e lineare, il secondo è criptico ed enigmatico in modo tale da sostenere la tensione richiesta da un buon thriller, dettaglio non sempre presente nella prima linea. Il personaggio di Ichiko, splendidamente interpretato con sfumature da tragicommedia da un’ottima Mariko Tsutsui, viene così lentamente e dettagliatamente esplorato divenendo a tutti gli effetti fulcro della narrazione. La solitudine e l’abbandono di Ichiko, tuttavia, non si limita ad essere una critica verso la società giapponese, pronta a puntare il dito e a giudicare basandosi su confidenze e segreti. La donna stessa, infatti, è in parte artefice del suo destino. Nella seconda parte della pellicola emerge così anche una riflessione sull’egoismo da cui nessuno è immune, una sensazione che impedisce ogni possibile rapporto interpersonale sincero e ogni tentativo di riavvicinamento. Orgoglio oppure incapacità insuperabile? Su questo quesito il film purtroppo sembra vacillare, dando mezze risposte e mancando di colpire a fondo quando richiesto.
Nel complesso, tuttavia, la visione si rivela interessante e curiosa, soprattutto nell’analizzare e nel mettere in scena repentini cambiamenti di atteggiamento, ben rappresentati da un cast valido e convincente che rappresenta il punto di forza dell’ultima fatica registica di Koji Fukada. Immagini tratte da: www.locarnofestival.ch
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Marzo 2023
Categorie |