Le prime giornate dell’ultima edizione del Locarno Film Festival hanno già saputo regalare piccole sorprese, celebrando il ritorno in sala tra misure sanitarie e grandi ospiti.
di Federica Gaspari
Con una ricchissima offerta di 203 film in programma e 97 prime mondiali, il Locarno Film Festival torna in scena dal 4 al 14 Agosto 2021 per la sua 74esima edizione. Sin dalle sue premesse, la prestigiosa manifestazione cinematografica e culla del cinema d’autore porterà in scena racconti capaci di spaziare dalle grandi produzioni fino alle piccole sorprese del mondo indipendente. Nei primi giorni di eventi, infatti, si sono già affermati alcuni titoli da tenere d’occhio, vere narrazioni in grado di trovare doppi legami con l’attualità tra urgenza e voglia di riconquistare i propri spazi nel mondo.
Per 11 giorni di festival, Locarno torna a vivere di grande cinema, di anteprime speciali e, soprattutto, di entusiasmo per un’arte – e un’intera industria - che più che mai vuole tornare a trasformare sogni in storie emozionanti per tutti gli appassionati. La 74esima edizione del Locarno Film Festival ha aperto i battenti lo scorso 4 Agosto con la promessa di celebrare la poesia della comunità cinefila riunita davanti allo schermo per vivere un’esperienza condivisa, quella di cui spesso i cinefili sono stati privati nel corso della pandemia. Al suo primo anno da direttore artistico del festival svizzero, Giona A. Nazzaro propone una selezione di film che “riescono a offrire allo sguardo curioso, entusiasta, disponibile ma anche semplicemente casuale, gli indizi di un mondo che si rianima”.
Il grande cambio di rotta per questo nuova visione artistica arriva con la scommessa legata alla scelta del film di apertura. In netto contrasto con le accese polemiche che da anni infiammano il palcoscenico europeo dei festival, Locarno punta tutto su un film Netflix per l’inaugurazione di un’edizione frutto e motore di un cambiamento. Beckett di Ferdinando Cito Filomarino è stato infatti il primo film della selezione di lungometraggi destinati alle serate di Piazza Grande, trasformata per l’occasione – con la collaborazione del meteo – in una sala en plein air da più di seimila posti. La pellicola, grande debitrice del cinema paranoia degli anni Settanta, pur non brillando regala una versione inedito dell’eroe d’azione suo malgrado con un buon John David Washington. Potrebbe rivelarsi una buona scelta per gli appassionati del genere che avranno la possibilità di gustare questo film su Netflix a partire dal 13 Agosto.
Le prime visioni dei lungometraggi dal Concorso Internazionale, invece, regalano sensazioni contrastanti. Dalla Serbia arriva uno dei film più folli e deliranti visti negli ultimi mesi. Si tratta di Nebesa – titolo internazionale Heavens Above – commedia nera di Srđan Dragojević che rielabora racconti brevi di Marcel Aymé su tre episodi ambientati in differenti decenni dei Balcani in trasformazione dopo la guerra civile degli anni Novanta. La comparsa di un’aureola sopra il capo di un uomo diventa solo uno dei “miracoli” narrativi sfruttati dal regista e sceneggiatore per raccontare l’intreccio tra religione e politica in una società improvvisamente privata di riferimenti. Il risultato folle e spassoso intrattiene e lancia anche qualche soddisfacente frecciatina ad alcuni governi. Lo stesso entusiasmo, invece, non si può riversare sulle impressioni legate alla visione di Al Naher (The River) di Ghassan Salhab. Il regista libanese, vero habitué di Locarno con ben 3 partecipazioni alle spalle, racconta la storia di due amanti separati dai presagi di una guerra imminente e soffoca riflessioni geo-politiche interessanti con una pesante coltre di supponenza e autoreferenzialità.
Piccole e grandi soddisfazioni per il cinema italiano arrivano dalle altre sezioni del festival, in primis dalla selezione Cineasti del presente con Il legionario. Il regista bielorusso – ma italiano d’adozione – Hleb Papou fa il suo esordio in lungo con ammirevole lucidità trattando temi di grande attualità attraverso la storia di un poliziotto di seconda generazione costretto a sgomberare la palazzina dove vive la sua famiglia. Con alcune sequenze finali che richiamano alla mente Les Miserables di Ladj Ly, il lavoro di questo giovane artista promette decisamente molto bene. Lo stesso si può dire anche dell’italianissima Matilda De Angelis che in Atlas, produzione svizzera presentata nella categoria Panorama Suisse, attraverso piccoli gesti e silenzi disarmanti dà prova ancora una volta della sua bravura nei panni di una giovane che affronta il trauma di un attentato terroristico.
Questa edizione di rinascita, però, è soprattutto illuminata da grandi star, ospiti di prestigio che attraverso eventi dedicati e incontri con il pubblico svelano curiosità sulla loro carriera e sulle opere più recenti. È il caso dell’istrionico Phil Tippett, eccentrico premio Oscar del 1994 per gli effetti speciali di Jurassic Park, che a Locarno presenta Mad God, lungometraggio realizzato in stop-motion che ha richiesto 30 anni per vedere la luce del proiettore. Dopo la visione del suo inquietante quanto magnetico lavoro, l’artista ha potuto raccontare come la sua passione per i mondi fantastici è nata già in tenera età con la creazione di pupazzetti e dinosauri: segni premonitori di un grande successo? L’arrivo di Laetitia Casta, premiata con l’Excellence Award Davide Campari, ha invece accesso confronti e discussioni costruttive sull’evoluzione del ruolo della donna al cinema negli ultimi anche sull’ondata del #MeToo.
Tra creatività e impegno, il Locarno Film Festival per i prossimi giorni promette altri grandi ospiti e altrettante anteprime prestigiose sul grande schermo. Vuoi restare aggiornato sull’avventura de IlTermopolio al festival svizzero e non perdere alcuna novità? Seguici sui nostri canali social e ascolta il nostro nuovissimo podcast “Il(Cine)Termopolio… in serie” in cui, giorno dopo giorno, potrai rivivere insieme a noi le visioni e gli incontri di Locarno!
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