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13/5/2018

Loro 2: la recensione

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La recensione della seconda parte del dittico di Paolo Sorrentino su Silvio Berlusconi.

di Salvatore Amoroso

​Titolo originale: Loro 2
Paese di produzione: Italia, Francia
Anno: 2018
Durata: 100’
Genere: commedia, drammatico.
Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello.
Distribuzione: Universal Pictures
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Colonna sonora: Lele Marchitelli
Cast: Toni Servillo (Silvio Berlusconi); Elena Sofia Ricci (Veronica Lario); Kasia Smutniak (Kira); Riccardo Scamarcio (Sergio Morra); Alice Pagani (Stella); Anna Bonaiuto (Cupa Caiafa); Giovanni Esposito (Mariano Apicella); Max Tortora (Martino); Mattia Sbragia (Fedele Confalonieri); Dario Cantarelli (Paolo Spagnolo).
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​Il 10 maggio è uscito Loro 2, la seconda parte del dittico di Sorrentino su Berlusconi. Nel precedente articolo, dedicato a Loro 1, vi avevamo ampiamente parlato dei vari difetti del film e ci auguravamo che la seconda parte fosse di gran lunga superiore. Purtroppo le nostre attese sono state deluse. Avevamo lasciato il nostro protagonista alle prese con la riconquista di Veronica ma nei primi minuti del film troviamo un Silvio a tavola con il suo riflesso, ovvero il caro amico Ennio Doris. Quest’ultimo è davvero il suo riflesso, non condividono soltanto la stessa megalomania ma anche la solitudine. I due preparano la strategia vincente per scendere nuovamente in campo, per sedurre i loro clienti e ricordano la cosa più importante: sono venditori e in quanto tali possono solo fare una cosa, persuadere il prossimo. Doris è interpretato a sorpresa dallo stesso Servillo, sempre più trasformista, sempre più talentuoso, il faro di questa pellicola. Nei minuti seguenti Silvio, attanagliato dall’angoscia di non essere più “amato” si cala nei panni del venditore di case Augusto Pallotta, una delle sequenze più esaltanti e divertenti del film. Pallotta cerca di vendere a una casalinga genovese “il suo sogno” e nuovamente il mattatore Servillo riporta la luce nell’opaca operazione sorrentiniana.
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​Da quella scena in poi riparte il delirio del cavaliere: una giostra di emozioni che inizia con l’euforia scaturita dal ritrovato potere. Dopo aver comprato infatti ben sei senatori, Silvio ritorna a essere premiere e i fatti che seguono nel film raccontano il periodo più triste e cupo dell’era berlusconiana. Oltre alle pessime figure politiche in campo europeo, il nostro protagonista finalmente contatta l’ambizioso Morra/Scamarcio e parte il circo delle olgettine. Giovani e belle, disposte a tutto per ottenere un ruolo in una società falsa e decadente. In mezzo a questo mix di favori, chiamate tra LUI e Max Tortora, troviamo il tempo per gustarci il simpatico spot di “Congo Diana”, sketch comico creato da Sorrentino, che in questo Loro 2 non disdegna affatto l’ironia. La sinistra e la stampa cercano di affossarlo, lui risponde con battute sferzanti e siparietti al parlamento europeo. Di tanto in tanto gli amici ricordano a Silvio di chiamare Mike, che c’è rimasto parecchio male. Lui continua a fare finta di nulla, perchè chi tenta di psicanalizzarlo, di tradirlo, di ostacolarlo, non otterrà nulla.
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All’improvviso tutto nell’operazione Loro appare chiaro: l’infantilismo, il machismo, l’erotomania sono Silvio. Il forte imbarazzo che percepisce lo spettatore è quello che voleva ottenere Sorrentino, che ha provato a raccontarci in realtà chi si cela dietro quella maschera. Il tentativo del regista non è mai stato mettere alla berlina un uomo, ma cercare di provare a capire chi sia in realtà Silvio, come ha ottenuto la fortuna che gli ha permesso di creare il suo impero? E allora, visto che i registi molto spesso si rispecchiano in un personaggio, mi piace pensare che Sorrentino abbia scelto di utilizzare Veronica nel dialogo serrato tra lei e lui. Lei incalza con le domande, ormai esausta e umiliata, pronta a lasciarlo ma desiderosa di capire come ci si senta a essersi spinti così in basso. E Lui? Lui che fa? Si avvale della facoltà di non rispondere. Mente e cerca ancora di persuaderla, l’unica arma che gli è rimasta. La sceneggiatura continua a essere confusa, il film è composto da varie scene distaccate, dove lui è sempre il protagonista, in costante lotta tra allegria e tristezza. Silvio alla fine del film appare cupo e malconcio ma sappiamo tutti che non si fermerà mai, persino il terremoto dell’Aquila non è riuscito a farlo. Sorrentino in questo progetto cerca di raccontare la storia di un piazzista con un forte complesso d’inferiorità e, purtroppo, lo fa parecchio male. Non convince il ritmo del film, non convince la sceneggiatura, non convince la caratterizzazione di alcuni personaggi. Sono lontani i tempi de Il Divo o Le conseguenze dell’amore. Il film continuerà a far discutere e come sempre dividerà il pubblico ma francamente Loro 2 delude parecchio le aspettative. 


​Immagini tratte da:

Cineblog.it
Quinlan.it
ScreenweekBlog.it
Ansa.it

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